La scomparsa di papa Francesco e l'ipocrisia del potere
L'ipocrisia della politica e dei media, che parlano della sua morte per non parlare dei temi a lui cari, come il massacro di Gaza
La figura di papa Francesco rischia, come succede in tanti casi, di esser rapidamente messa su un santino e svuotata di significato: questa è l'impressione che si ha seguendo i comunicati dei potenti della terra e seguendo l'insistenza dei media sugli aspetti di "colore" del papa. I politici che fino a ieri hanno parlato di armarsi e riarmarsi, che hanno negato il cambiamento climatico, che hanno negato acqua, cibo e medicine ai perseguitati, che hanno chiuso un occhio davanti al massacro (genocidio? carneficina? sterminio?) di Gaza, e che ricominceranno presto a farlo, ora scrivono messaggi ipocriti al papa che denunciava le loro intenzioni criminali. I media ricoprono di chiacchiere "l'evento", e lo faranno per molti giorni, oscurando così del tutto le notizie terribili che dovrebbero riportare dalle guerre, dalle situazioni più drammatiche di fame, persecuzione, bombardamenti, pulizia etnica. Già ne parlavano poco da sempre, ora hanno l'occasione di tacere del tutto. Invece il modo migliore per rendere onore a papa Francesco è proprio quello di accendere finalmente i riflettori su quello che accade, sulle infamie compiute dai governi, su ciò che soffrono uomini, donne, bambini, vecchi, in tante parti del mondo, sulle ingiustizie che oggi trionfano. Il modo migliore per rendere omaggio al papa scomparso, per credenti e non credenti, è di ascoltare le sue parole, di rileggere ciò che ha detto e scritto. Aiuterebbe tutti.
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