16/06/2025
direttore Renzo Zuccherini

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No alla Acciaieria di guerra!
Terni medaglia d'argento al valor civile. Il futuro? Avanti con digitale e tecnologie avanzate



E quindi, dopo l’ennesimo ‘tavolo’ statale su Arvedi AST, dopo 36 mesi persi dietro a un gioco di specchi, ora, dai vari comunicati istituzionali, si intravede il supposto Uovo di Colombo: l’ideona contro le incerte sorti di Viale Brin sarebbe quella di trasformare l'Acciaieria di Terni in un hub europeo della Difesa, costruendo in loco prodotti bellici di avanguardia.

Come se la storia non fosse abbastanza maestra di vita, come se le immani distruzioni della guerra non appartenessero a Terni e ai suoi oltre 1000 martiri, così, pur di tirare avanti quel mefitico carrozzone, pur di evitare di avviare iniziative diverse dall'acciaio, potremo presto 'orgogliosamente' divenire di nuovo target di qualche potenza ostile, vera o presunta che sia. Proprio come 80 anni fa: menti acutissime!

L’enorme e cronico inquinamento ambientale del siderurgico, mai concretamente affrontato dalla classe politica, si sovrappone allo smaccato avvelenamento della coscienza collettiva. 
Infatti non una voce, non una sola libera voce, si alza dalla società civile o politica, umbra, ternana, per chiedere a lorsignori: ma come vi permettete? Ma cosa state pensando? Ma quanto altro volete distruggere?

Loro malgrado, gli operai del polo produttivo, da sempre 'affumicati' e 'impolverati' come se non ci fosse un domani, ora, in cambio dello stipendio, devono supinamente esser pronti a costruire strumenti di morte. Carne da macello loro stessi.
E la politica locale? Piattamente asseconda il disegno euro-nazionale, nel silenzio, priva com'è di pensiero critico, incapace di pronunciare parole dissonanti e, persino, di belare qualcosa dinanzi a uno scenario nefasto, calato dall'alto e concordato col vegliardo di Cremona, con nipote al seguito.

Ma davvero sono tutti contenti che de 'La Terni' e di Terni si faccia (ancora una volta) questo?
E davvero vogliamo -nuovamente- regalare perfino asset energetici, dal valore miliardario, in favore di una siderurgia presto riconvertita a produzione bellica, al di là dell’unica vera concessione idroelettrica per la quale Arvedi AST potrebbe accampare qualche concreto diritto, vale a dire quella, da tempo scaduta, della centrale Edison di Pentima?

'Italia Nostra' rammenta ai tanti smemorati degli esecutivi nazionali, regionali e comunali che Terni è medaglia d’argento al valor civile, avendo già ampiamente pagato col sangue le logiche della guerra.
Diciamo pertanto un secco 'NO!' a tale deriva neo-bellicista, che evoca corsi e ricorsi storici di vichiana matrice.

Alternative? In attesa di riportare le divinizzate Acciaierie sotto la rule of law dopo decenni di coperture e impunità, iniziando magari dall'individuare finalmente i responsabili dell'assassinio sul lavoro del povero Sanderson Mendoza, ecco come pianificare finalmente tutt'altro su Terni: attingiamo dall’estrema abbondanza di investimenti mondiali sia nel digitale che nell'universo mondo delle tecnologie avanzate. Con l’impetuosa crescita che simili iniziative consequenzialmente comporterebbero. 
Basterebbe un istruttivo giro negli Stati Uniti per capire di cosa stiamo parlando, anziché recarsi per la centesima volta al Ministero per raccontarsi stancamente le stesse bugie; anziché misurarsi col modesto dibattito locale e nazionale.

Se Arvedi AST resta l'alibi perfetto di troppi politici a corto di idee, la ricchissima e ubiqua disponibilità di risorse idro-energetiche della Conca Ternana potrà comunque fare la differenza, contribuendo ad agganciare il domani tramite produzioni finalmente a basso impatto ambientale e ad altissimo valore aggiunto. 
Occorre solo volerlo, ma, prima ancora, bisognerebbe almeno immaginarlo

Andrea Liberati 



Italia Nostra Umbria, sez. Terni

Inserito martedì 6 maggio 2025


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