12/07/2025
direttore Renzo Zuccherini

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Il XX Giugno come un sentimento
Il Venti Giugno è un sentimento che sempre ci accompagna e mai ci abbandona

Perugia è già in pieno 20 giugno e risulta difficile sfuggire alla retorica del "XX Giugno data identitaria". Radici, identità parole scivolose e passe par tout, buone per tutte le occasioni consentono infiniti utilizzi e, proprio per questo, non ne consentono alcuno.
Personalmente ho sempre preferito pensare al XX Giugno come a un sentimento (Capitini diceva "sentimento civile") che arriva da lontano, nato ben prima del 1859 e del Governo Provvisorio. Si trova nel 1234 scritto nella “Pietra della Giustizia” ora conservata nella Sala del Consiglio Comunale, nel 1278 scritto nella Fonte di Piazza e nei frammenti degli arconi medievali sparsi nella campagna, nel 1281 quando fusero il Grifo e Leone per la Fontana degli assetati di Arnolfo, nel “Primo Marzo giorno di sant'Ercolano”.
Era presente quando i Perugini decisero di mettere il Cristo crocefisso sopra l'ingresso della Cattedrale affinché proteggesse Perugia dai Farnese e nel 1540 quando perse il rimasuglio di libertà che aveva. Persino nella statua a Papa Giulio III che seduto sul trono con una mano benedice Perugia e l'altra per metterle paura l'appoggia su un Grifo che pare un animale bastonato.
Sentimento che animerà il tumulto del 1833 durante il quale il popolano Lupattelli "sperse di braccio la sbirraglia pretesca" entrando nel mito della sua città. E dopo il 20 giugno 1859 venne scritto con i fiori bianchi rossi e verdi che i perugini portarono al Camposanto per i loro martiri e, trovando al ritorno le porte della città sbarrate, girarono intorno alle mura cittadine come in un’intensa processione laica. E pure Riccardo Tenerini e Primo Ciabatti furono guidati da qualcosa di simile quando per le loro notturne scritte antifasciste del 1941 per la città decisero di partire dal Monumento ai popolani del XX Giugno cercando conforto in loro.
Un sentimento a volte aspro scritto persino nella “tramontanina” che a Perugia ci piace tanto, presente nella scritta illeggibile e arrugginita che al Camposanto indica la “Galleria XX Giugno” e nella ruggine che a Piazza Grimana sta distruggendo il Monumento alle vittime civili di tutte le guerre, ruggine che corrodendo quei due manufatti corrode anche noi. E se la si legge bene ha lasciato un barlume di sé pure nell’unica poesia che Sandro Penna dice di aver dedicato alla sua città Perugia:

Era la mia città, la città vuota
all’alba, piena di un mio desiderio.
Ma il mio canto d’amore, il mio più vero
era per gli altri una canzone ignota. 

Insomma il Venti Giugno è un sentimento che sempre ci accompagna e mai ci abbandona. Dato da legami tra fatti, cose, persone lontane e vicine non necessariamente conosciute e storiche. Un luogo del sentimento dove ognuno può trovare riparo e un caldo abbraccio: il proprio posto le proprie ragioni, i propri ricordi, la propria memoria.
Buon XX Giugno a tutte e tutti, ma proprio a tutte e tutti



Vanni Capoccia

Inserito venerdì 20 giugno 2025


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