Da Eluana Englaro alla battaglia civile di Laura Santi
Grazie a Eluana e il suo babbo, all'associazione Luca Coscioni, a Laura e al sorriso con cui ha combattuto per sé stessa e per noi, qualcosa è cambiato in meglio nel nostro disgraziato Paese
Iniziai a scrivere nelle reti quando direttrice de L'Unità era Concita De Gregorio. Ero talmente colpito dalla vicenda di Eluana Englaro e di suo padre e tutore Beppe Englaro che parlava per lei che su “Invece”, il blog di Concita De Gregorio, scrissi cosa provavo. Una ragazza tenuta in vita a forza da alimentazioni forzate e macchinari con il babbo che dopo anni chiedeva che la lasciassero andare. Contro i due si scatenò una violenza inaudita con persone che lasciavano bottiglie d'acqua davanti alle chiese e Berlusconi che disse una frase orribile: "Potrebbe generare un figlio. È necessario ogni sforzo per non farla morire". Ora siamo stati testimoni della battaglia civile di Laura Santi per poter decidere di morire non sopportando più la sua condizione e i suoi dolori. Vissuta da Laura e suo marito Stefano Massoli in ben altre condizioni senza la violenza che venne scatenata contro Eluana. Vuol dire che grazie a Eluana e il suo babbo, all'associazione Luca Coscioni, a Laura e al sorriso con cui ha combattuto per sé stessa e per noi, all'amore di suo marito Stefano qualcosa è cambiato in meglio nel nostro disgraziato Paese. C'è solo da sperare che in futuro si possa decidere di morire accanto ai propri cari nel modo che si considera più dignitoso senza il bisogno di far diventare l’ultima fase della vita (tale è la morte) un fatto di cronaca.
Vanni Capoccia
|