Argomenti che sconsigliano l'uso civile dell'energia nucleare
...in quattro ambiti: “tecnologia e rischi”, “sostenibilità economica”, “disponibilità nei tempi richiesti” e “compatibilità con i processi di trasformazione socio-ecologica”.
(vignetta di Ulderico Sbarra)
### Tecnologia e rischi Le catastrofi che comportano il rilascio di materiale radioattivo rappresentano sempre una possibilità reale, come illustrano i gravi incidenti avvenuti a Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima. Inoltre, dal 1945 si sono verificati innumerevoli incidenti ovunque sia stata utilizzata l’energia nucleare. Non ci si può aspettare un’affidabilità significativamente maggiore dai cosiddetti SMR (“reattori modulari di piccole dimensioni”) attualmente in fase di progettazione. Nemmeno le moderne tecniche matematiche, come le analisi probabilistiche di sicurezza (PSA), riescono a rappresentare adeguatamente fattori importanti, come le carenze nei sistemi di sicurezza o i disastri naturali rari, e quindi tendono a sottostimare sistematicamente i rischi. Inoltre, è sempre presente il rischio di proliferazione di uranio altamente arricchito e plutonio a uso bellico. La maggior parte delle barre di combustibile esausto viene conservata in contenitori di superficie scarsamente protetti o in soluzioni provvisorie, spesso al di fuori di strutture di contenimento adeguate. Lo stoccaggio sicuro di materiale altamente radioattivo deve essere garantito per ere geologiche, poiché alcuni isotopi hanno un’emivita di oltre un milione di anni. Anche se oggi non è possibile determinare con certezza i rischi per le generazioni future, è indubbio che pesanti oneri vengano scaricati su di esse.
### Energia nucleare ed efficienza economica L’utilizzo commerciale dell’energia nucleare fu, negli anni ’50, un sottoprodotto dei programmi militari. Né allora, né oggi, l’energia nucleare è risultata essere una fonte competitiva. Persino il mantenimento in funzione degli impianti esistenti non è economicamente vantaggioso, mentre gli investimenti nei reattori di terza generazione richiedono sussidi per miliardi di dollari o euro. L’esperienza con lo sviluppo degli SMR suggerisce che questi comporterebbero costi ancora più elevati per l’elettricità. A ciò si aggiungono i notevoli costi, ancora in larga parte ignoti, per lo smantellamento delle centrali nucleari e per il deposito sicuro dei rifiuti radioattivi. Analisi dettagliate confermano che è perfettamente possibile raggiungere obiettivi climatici ambiziosi (ovvero limitare il riscaldamento globale a 1,5–2 °C) con le energie rinnovabili, che – considerando i costi di sistema – risultano anche notevolmente più economiche dell’energia nucleare. Inoltre, le centrali nucleari non sono assicurabili commercialmente: i rischi del loro funzionamento devono essere coperti dalla collettività. Gli SMR oggi promossi e i concetti della cosiddetta Generazione IV (non raffreddati ad acqua leggera) sono tecnologicamente immaturi e commercialmente ancora lontani dalla sostenibilità.
### Disponibilità nei tempi richiesti Considerando il ritmo stagnante (e in molti paesi in declino) nella costruzione di centrali nucleari – eccezion fatta per la Cina – e valutando il limitato potenziale di innovazione e i tempi di realizzazione dell’ordine di due decenni, l’energia nucleare non può rappresentare uno strumento efficace per mitigare il riscaldamento globale. Dal 1976 il numero di nuovi cantieri per centrali nucleari è in costante diminuzione. Attualmente, solo 52 centrali sono in costruzione. Solo pochi paesi portano avanti progetti in questo ambito. I produttori nucleari tradizionali, come Westinghouse (USA) e Framatome (Francia), si trovano in gravi difficoltà economiche e non sono in grado di avviare un numero significativo di nuovi progetti nel prossimo decennio. È lecito dubitare che Russia e Cina abbiano la capacità di rispondere a un’eventuale impennata della domanda globale, e in ogni caso, fare affidamento su di loro non sarebbe né sicuro né desiderabile dal punto di vista geopolitico.
### Energia nucleare e trasformazione socio-ecologica La sfida cruciale della grande trasformazione – ovvero l’avvio di riforme socio-ecologiche che portino a un sistema energetico sostenibile, condiviso e climaticamente neutrale – consiste nel superare l’inerzia del vecchio sistema dominato dagli interessi dei combustibili fossili. L’energia nucleare, in questo contesto, non solo non aiuta, ma costituisce un ostacolo. I massicci investimenti in ricerca e sviluppo per una tecnologia senza futuro sottraggono risorse allo sviluppo di tecnologie sostenibili, come quelle nel campo delle rinnovabili, dell’accumulo energetico e dell’efficienza. I produttori di energia nucleare, operando in un mercato competitivo, sono incentivati a ostacolare – o quantomeno minimizzare – gli investimenti nelle fonti rinnovabili. Per motivi tecnici ed economici evidenti, l’idrogeno nucleare – spesso presentato come soluzione miracolosa – non può migliorare la redditività delle centrali. Il Giappone rappresenta un caso emblematico di resistenza alla trasformazione. In Germania, invece, il processo di uscita dal nucleare è in corso: le ultime sei centrali sono state chiuse nel 2021 e 2022, ma restano ancora passi importanti da compiere, in particolare la ricerca di un deposito sicuro per le scorie radioattive. --- ### In conclusione Questa analisi passa in rassegna un’ampia gamma di argomenti basati sulla letteratura scientifica più recente e autorevole. Essa conferma quanto sostenuto dal documento *“Fornitura energetica a misura di clima per la Germania – 16 punti di orientamento”*, pubblicato il 22 aprile 2021 da **Scientists for Future** (doi.org/10.5281/zenodo.4409334): l’energia nucleare **non può, nel breve tempo che ci resta per evitare il superamento dei punti critici climatici, contribuire in modo significativo a un sistema energetico a zero emissioni**. L’energia nucleare è **troppo pericolosa**, **troppo costosa** e **troppo lenta da implementare** per svolgere un ruolo rilevante nella mitigazione della crisi climatica. Inoltre, essa rappresenta un **ostacolo alla trasformazione socio-ecologica**, senza la quale gli obiettivi climatici ambiziosi rimarranno irraggiungibili.
Il grafico mostra l'aumento dei costi/tempo della costruzione di centrali nucleari (fonte: https://zenodo.org/records/5573719)
Francesco Sylos Labini
|