"Mi rifiuto di servire nell’IDF perché la violenza porta solo violenza e io non voglio essere parte di questa carneficina. Rifiutare il servizio militare significa infrangere la convinzione dei giovani israeliani che non ci sia alternativa. Scegliere è possibile. (...) Ho capito subito che non volevo arruolarmi, non rispecchiava i valori di pace e uguaglianza con i quali sono cresciuta. Non ha senso onorare i nostri morti continuando ad uccidere. Non siamo noi contro loro". (Sofia Orr, incarcerata nel 2024 a 18 anni, libera dopo 85 giorni di carcere)
"Ho avuto l’opportunità di partecipare alla lotta contro la guerra e l’occupazione. Ci sono voci crescenti nella nostra società che si rendono conto che solo la pace può garantire la sicurezza e che l’unico modo per uscire dal ciclo e realizzare un futuro diverso per entrambi i popoli è un cessate il fuoco." (Tall Mitnick, 18 anni nel 2024, esonerato dopo 185 giorni di carcere)
"Mi oppongo alle uccisioni insensate, alla scelta di far morire di fame e malattie e al sacrificio di soldati, civili e ostaggi per una guerra che non può e non vuole raggiungere gli obiettivi dichiarati. (...) L’opinione pubblica siamo noi. Abbiamo un grande potere che i governi e le organizzazioni corrotte che ci rappresentano non hanno. Pertanto, la spinta al cambiamento deve venire da noi. Possiamo muoverci verso la pace solo attraverso un movimento sociale intransigente che si impegni per la comunicazione e la de-escalation. Dobbiamo sempre usare il pensiero critico, guardare al quadro generale e lottare per la pace, l’uguaglianza e la verità." (Ben Arad, incarcerato nel 2024 a 18 anni e rilasciato dopo 95 giorni di carcere)
"Con la mia azione spero di far sentire la voce di quelli di noi che aspettano il giorno in cui potremo costruire un futuro comune, costruire una società basata sulla pace e sull’uguaglianza e non sull’occupazione e sull’apartheid.” (Yuval Moav, incarcerato il 5 agosto 2024 e rilasciato dopo 125 giorni)
"So che il fatto che la porta di accesso alla società israeliana passi attraverso l’oppressione e l’uccisione di un altro popolo è una grave ingiustizia nella nostra società. Una società giusta non può essere costruita sulle canne dei fucili”. (Itamar Greenberg, incarcerato il 6 agosto 2024 a 18 anni e rilasciato dopo 197 giorni)
"La lotta contro la guerra non è sufficiente. Dobbiamo combattere i meccanismi strutturali che la rendono possibile: il razzismo sistemico all’interno di Israele, il regime militare di apartheid in Cisgiordania, l’aumento dell’estremismo violento e militarista tra la popolazione ebraica di Israele, l’industria degli insediamenti e molti altri fattori”. (Oryan Mueller, incarcerato il 7 agosto 2024 a 18 anni e scarcerato dopo 60 giorni)
Sofia, Tall, Ben, Yuval, Itamar e Oryan. Ricordate i loro nomi e quelli degli altri coraggiosi ragazzi della rete Mesarvot. Sono stati incarcerati, insultati, trattati come traditori e addirittura minacciati di morte per aver rifiutato l'arruolamento. Per aver detto di no a questa follia sanguinaria. Sono certo che il futuro gli darà completamente ragione. Se c'è una flebile, una minima speranza di mettere fine, prima o poi, a questo orrore indicibile, è legata a questi giovani coraggiosi. "Mesarvot", la rete di obiettori di coscienza israeliani, ha dichiarato che tantissimi altri giovani vorrebbero rifiutare l'arruolamento, ma che non lo fanno per paura delle punizioni, delle ritorsioni e dello stigma sociale che dovrebbero subire.