Perugia (non è) una città per pedoni
Una strada è spazio pubblico. È fatta anche di marciapiedi, attraversamenti, spazi di relazione, verde e arredi urbani
Perché quando si “sistemano le strade” si intende quasi sempre solo rifare l’asfalto per le auto? Un esempio è questo tratto di via Piccolpasso. Qui si è riasfaltata un’ampia carreggiata — ancora senza segnaletica orizzontale dopo mesi (che cosa c’è da attendere?) — ma non si è fatto nulla per garantire spazio e sicurezza anche ai pedoni. Eppure una strada è spazio pubblico. È fatta anche di marciapiedi, attraversamenti, spazi di relazione, verde e arredi urbani. Qui, nonostante la presenza di negozi, attività e una palestra, troviamo uno spiazzo senza forma e senza regole, in parte occupato dal parcheggio, in parte spazio urbano sprecato, non progettato; più avanti le auto parcheggiano direttamente davanti agli ingressi occupando persino la carreggiata e il marciapiede è presente solo in un brevissimo tratto togliendo la possibilità di raggiungere a piedi certe destinazioni. La domanda resta semplice: è questo il livello di qualità che consideriamo accettabile per una strada urbana? Va bene asfaltare. Ma quando si inizierà a considerare la strada come spazio pubblico, e non solo come infrastruttura per le auto?
Per di più, se quando il cantiere è attivo ci si limita a rifare l’asfalto senza affrontare le criticità esistenti, quelle criticità non verranno mai risolte. Perché difficilmente si tornerà a intervenire sulla stessa strada solo per fare marciapiedi, attraversamenti o verde. Non servono opere eccezionali, ma la volontà di intervenire per cambiare lo spazio pubblico e, con esso, la mobilità urbana.
Matteo Lanfaloni
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