28/03/2024
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Sinistra critica e Radicali esclusi dalle elezioni regionali
Una legge truffa che uccide la democrazia

Gli elettori dell'Umbria rischiano di non trovare sulla scheda elettorale per le elezioni regionali il simbolo di Sinistra Critica e dei Radicali.
Infatti l'ufficio centrale regionale ha escluso le due liste, e in prima istanza e nel successivo ricorso, perchè le firme raccolte a sostegno delle 2 formazioni erano inferiori a 2000 per la provincia di Perugia e 1200 per la provincia di Terni, come richiesto dalla nuova legge elettorale approvata dal Consiglio Regionale il 22 dicembre.
 
Quindi entrambi i soggetti politici faranno ora ricorso al TAR per chiedere la sospensiva del provvedimento e quindi la possibilità di partecipare comunque alle elezioni.
Infatti viene fortemente contestata la legge regionale approvata all'ultimo secondo della legislatura che prescrive la raccolta di firme solo per le forze politiche non presenti in consiglio regionale o parlamento nazionale (in totale contrasto con l'art. 3 della Costituzione) e che ha addirittura aumentato del 15% a Perugia e del 20% a Terni le firme previste dalla precedente normativa.
Inoltre i tempi a disposizione per la raccolta di firme sono giudicati così ristretti da rendere impossibile per forze politiche minore raggiungere il numero di firme richiesto come di fatto è avvenuto anche per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, La Destra ed altri.

Ecco altri elementi di giudizio su questa legge che giudichiamo peggio del "porcellum" di Calderoli:
- L'Unione Europea prevede che le leggi elettorali non si cambiano nell'ultimo anno di legislatura;

- La legge Italiana prevede 6 mesi per la raccolta firme;
- La nuova legge elettorale umbra è stata approvata il 22/12/2009 ed è entrata in vigore il 21 gennaio ad un mese dalla presentazione delle liste;

- I moduli per la raccolta delle firme ci sono stati consegnati il giorno 25 (4 giorni dopo l'entrata in vigore della legge) procurandoci un danno che non può essere scaricato sulle liste;
- Le 2000 firme di Perugia sono equivalenti a quelle necessarie alla provincia di Roma che è almeno 5 volte più popolata  e sono oltre 3 volte superiori a quelle che sono occorse per le provinciali dello scorso anno.
 
Questa legge prevede un premio di maggioranza con 6 sicuri eletti nel listino (e quindi non votati da nessuno) che sono ben il 33% dei 18 consiglieri della futura maggioranza.
Inoltre impone un terzo di donne nella lista provinciale dove bisogna guadagnarsi l'elezione con le preferenze, ma non prevede la stessa cosa per la lista regionale (listino) dove gli eletti sono sicuri: il risultato è che i 6 della coalizione di centrosinistra sono tutti maschi e maggiorenti dei partiti.
Insomma è una legge truffa (come denunciato dal consigliere Dottorini IdV, uno dei 3 che hanno votato contro in consiglio regionale) che uccide la democrazia, commette un politicidio non permettendo nemmeno di partecipare alle elezioni a forze reali del territorio, frutto del consociativismo politico tipico di questa regione.
Per questo con il ricorso al TAR speriamo che siano ristabilite regole minime per garantire a tutti il minimo di agibilità politica che una democrazia minima dovrebbe permettere.
 



Luigino Ciotti - portavoce umbro di Sinistra Critica

Inserito giovedì 4 marzo 2010


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