26/04/2024
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Mura di Perugia: appello all'Unesco
L'associazione radici di Pietra: "Lo spazio urbanistico perugino è connotato dalla cinta muraria etrusca. Occorre recuperarle e restituire loro dignità"


(riprendiamo dal Corriere dell'Umbria l'intervista di Sandro Allegrini a Franco Ivan Nucciarelli):
 

C'è una città, Perugia, che ha radici di pietra. Malgrado siano piantate nei secoli, o forse anche per questo, tale fondamento dell'identità cittadina viene appannato dall'oblio o dall'indifferenza.
"La nostra città ha bisogno di un rilancio, utile a riportare l'attenzione sulle due preziose cinte murarie che costituiscono un unicum assoluto"
, dice Franco Ivan Nucciarelli, estetologo e iconologo di prestigio. L'autorevole storico dell'arte, attivo nell'ateneo del capoluogo umbro, precisa:
"Lo spazio urbanistico perugino è connotato dalla cinta muraria etrusca, che si estende per circa tre chilometri, e da quella medievale, che si dilata per oltre quindici. Lo scopo dell'associazione Radici di Pietra è quello di recuperarle e restituire loro dignità. Una delle finalità prioritarie - precisa immediatamente - è quella di far prendere in carico all'Unesco le mura urbiche, che dovrebbero diventare patrimonio dell'umanità."
Operazione, questa, che andrebbe in sinergia col proposito di far riconoscere a Perugia il titolo di capitale europea della cultura. Dioscuro di Nucciarelli, l'architetto Michele Bilancia, che di questo fine ha fatto una missione. Coltivata, con appassionata e generosa cultura, da oltre un trentennio. Non c'è pietra che Bilancia non abbia studiato, proprio per conservarne memoria. E anche per governare i processi futuri.
"Le mura richiamano al dovere di serrare i ranghi entro una forte identità"
, afferma perentorio. Il progetto è ambizioso. Passa, in primis, attraverso lo studio, laddove le mura sono leggibili. Coltivando, nel contempo, una prospettiva di rilancio che preveda la liberazione dalla vegetazione parassitaria e dai movimenti di terra che le hanno occultate. Proprio perché l'uomo ha fatto di tutto per rimuovere il buon uso di questa risorsa. Questo spreco di cultura e civiltà grida vendetta e offende la città del Grifo. Prototipo di questa negligenza è la chiesa-torre di San Benedetto, in stato di abbandono, sede e simbolo di "Radici di Pietra".
È accessibile "intra moenia" ed "extra moenia", proprio perché costruita su più piani. La visibilità, di questo, come di altri monumenti, passa anche attraverso una degna illuminazione, che porti la gente riscoprire e usare pezzi negletti di città. Location numerose, da valorizzare anche tramite eventi significativi e partecipati. Con le famiglie in prima fila, a misurare il coefficiente di vivibilità di quei luoghi. Ai fini della comunicazione, ecco i progetti di "Radici di Pietra". Il 19 maggio, aula magna della Stranieri, conversazione con Nucciarelli e Bilancia su "La Cupa. Storia e aneddoti". Mercoledì 23 giugno si concretizzerà una collaborazione col Post per un'iniziativa destinata ai giovani. Proponendo loro un interessante gioco del restauro. Il 22 settembre, invece, incontro su Arco Etrusco e piazza Grimana:
"Una Gioconda con una pessima cornice."
Non è un caso che proprio il logo dell'associazione riporti, stilizzato, il monumento simbolo della città. Fa ben sperare un documento preliminare tra "Radici di Pietra" e il Comune di Perugia per un cantiere pilota in Porta Eburnea. Si tratta di uno spazio circoscritto, prezioso, ricco di suggestioni. Le "scalette del Paradiso" sono da risanare e i conci con le grandi lettere incise (vib) lasciano intravedere piste di studio che consentono interessanti ricostruzioni storiche

Sandro Allegrini

Corriere dell'Umbria Venerdì 23 Aprile 2010




Inserito sabato 24 aprile 2010


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