09/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> Le “famose” scritte del ‘41 : un camminaPerugia per la festa della Liberazione

Le “famose” scritte del ‘41 : un camminaPerugia per la festa della Liberazione
Fotocronaca, documenti e testi

(fotografie di Daniele Crotti, Roberta Perfetti e R.Z.)

1 Un camminaPerugia dedicato a Lello Rossi
VIA DEL PARIONE: le famose scritte del ’41: al Monumento e Borgo XX Giugno, Stazione Sant’Anna,  Magistrale PIERALLI, Prefettura, Poste, ...
 Camilla Ravera

Primo Ciabatti, studente e diplomato al “Pieralli”, la scuola che fu anche di Riccardo Tenerini e Lello Rossi
Lapide alle carcerate antifasciste, tra cui Camilla Ravera

  

La via Torcoletti: deve il suo nome ai famosi Torcoletti delle suore; dopo l’Unità d’Italia, il concento divenne carcere femminile.

 


In Piazza del circo, ci siamo incrociati con la manifestazione dei tifosi del Perugia.

2
PREFETTURA
: le scritte sul Brufani
Eglo Tenerini:  il 5 aprile 1944 è arrestato in Corso Vannucci Eglo Tenerini, staffetta della brigata “F. Innamorati”, portato nei locali della Prefettura di Perugia, durante un tentativo di fuga viene ferito, morirà a venticinque anni nella notte tra il 4 ed il 5 maggio.
Primo Ciabatti:  Davanti alla Prefettura vengono celebrati (dopo il 20 giugno) i funerali di Primo Ciabatti catturato presso Cagli e fucilato al Pianello il 9 maggio 1944. La sua salma fu recuperata e ri-sepolta al cimitero di Perugia.
“E dei giovanissimi non posso non ricordare un mio caro, serenissimo scolaro, Primo Ciabatti, morto poi partigiano” (Aldo Capitini)

3
VIA FLORAMONTI
Mario Santucci, Pietro Goretti, Vittorio Pilini; il racconto di Lello Rossi al camminaPerugia del 2007

“A Porta Pesa c’è un’agitazione insolita. Sul muro del forno e sulle scalette del vicino Carmine due grandi scritte richiamano l’attenzione di tutti: A morte Mussolini! Abbasso la guerra fascista! […]
Quel mattino Mario Santucci, “’l Benzinaro” è tormentato da una domanda: chi è stato a scrivere sui muri? Chi è che lavora contro il fascismo senza che lui lo sappia?... […] Come andrà a finire questa faccenda? […]
I giorni sono passati e a Porta Pesa sono ricominciati gli arresti. Mario Santucci, Pietro Goretti, Vittorio Pilini sono i primi. Per Cutrì sono i capi del complotto. […]Dove mai li hanno portati? Rocco Cutrì ha trasportato il suo quartier generale negli uffici distaccati della questura in via Floramonti, una zona appartata, tra la Rocca paolina, e S. Ercolano. Ha con sé uomini fidati come il brigadiere Cianchetta, gli agenti De Lelis e Stefanacchi.
Per primo interroga Mario Santucci. Le accuse sono ormai precisate: scritte contro il fascismo, cena e brindisi per la morte di Bruno Mussolini. Le accuse sono vere, debbono essere vere e lui le farà risultare vere. Possiede poi degli argomenti convincenti…
Chiama lo Stefanacchi e dice: “Portalo nella legnaia e vedrai che si ricorderà e firmerà”.
Le legnaia è un basso locale senza finestre, in fondo al corridoio. Mario Santucci è legato sopra un tavolo e tenuto immobile da due agenti. Gli tolgono scarpe e calze e, con una verga di legno duro, un agente comincia a colpire con tutta la forza sotto la pianta dei piedi. Il dolore è atroce. Cutrì ride e sputa sulla faccia di Santucci. […]
Intanto durante un confronto Santucci ha sussurrato a Goretti: Bisogna che qualcuno riesca a saltare dalla finestra…”.
Poi le torture più feroci si accaniscono contro di lui. Non capisce più nulla, non sa cosa dice e l’idea di farla finita assedia la sua mente.
Dalla cella ode delle grida strazianti; stanno torturando Molinari, un compagno arrestato a Roma. Mario Santucci non resiste più, si alza in piedi e si slancia a testa bassa contro la porta della cella. Al rumore la guardia accorre, apre la porta, viene rovesciata a terra da Santucci che, con la testa sanguinante, si slancia nella stanza degli interrogatori e si getta contro la finestra, verso la morte, verso la salvezza dei compagni. […]
I fascisti sono preoccupati, l’indignazione dilaga apertamente. Da Roma giunge una commissione d’inchiesta.
Cutrì è trasferito.
Gli arrestati vengono tutti scarcerati meno Santucci, Goretti e Pilini inviati per alcuni mesi al confino.
Torneranno nella primavera del 1942 agli amici di Porta Pesa, al lavoro, alla lotta per la libertà.
Mario Santucci, ormai irrimediabilmente condannato dalle torture di Cutrì, morirà due anni dopo la Liberazione di Perugia”.
 Raffaele Rossi

In VIA DEL CONVENTUCCIO: la Vendita Carbonara dei Buoni Cugini (dal ’31):
Fu in questo periodo che la Loggia Concordia decise il suo scioglimento […] Al grosso dei Fratelli si dette un arrivederci a tempi migliori, mentre un limitato numero procedette alla costituzione della Vendita Carbonara, eleggendo nel frattempo alla carica di Maestro il Fratello Guido Cantini. […].
Bisogna subito dire che, all'infuori delle testimonianze orali di Guido Cantini, Guglielmo Miliocchi, Aurelio Mingozzi, Mariano Guardabassi e dei due Fratelli viventi ricordati, altro non sappiamo circa l'attività della Vendita. E' certo tuttavia che negli anni che vanno dal 1936 al 1940. i carbonari si riunivano ancora saltuariamente nella zona di Via del Conventuccio, in un fondo, si disse, di proprietà del Fratello Cantini. […]
I componenti della Vendita non erano più di una dozzina, quelli stessi che poi, sotto la guida di Mariano Guardabassi, dovevano ricostituire la vecchia e gloriosa Loggia nel periodo della Resistenza, vale a dire ancor prima dell'arrivo degli Alleati a Perugia.
Ecco alcuni nomi dei Fratelli che fecero parte sicuramente della Vendita Carbonara: Guido Cantini, Mariano Guardabassi, Guglielmo Miliocchi, Aurelio Mingozzi, Gustavo Benucci, Ezio Francalancia, Zopiro Montesperelli, Torello Torelli e Lello Scaramucci. (Bistoni, pp. 524 - 525)


4
VIA BAGLIONI
Lapide a Giuseppe Sbaraglini

 

TRIBUNALE
Alberto Apponi
(uno dei pochi magistrati che non presero la tessera); Ferdinando Rosi Cappellani, Luigi Severini del partito D’Azione furono magistrati


5
VIA DANZETTA
All’angolo tra Via Danzetta e Corso Vannucci abitazione e studio di Publio Angeloni padre di Mario Angeloni (si riconosce dalla terrazza). Apponi nel libro della provincia scrive che nell’ex studio si riunì il primo Cln di Perugia.

“Ritenni che anche a Perugia si dovesse assolutamente formare un comitato e così, l’undici ottobre, inviai Rosi Cappellani a stabilire contatti per vedere se era possibile costituire il CLN. Avuta una risposta positiva ci riunimmo il 15 ottobre, una decina di persone, nello studio che era un tempo dell’Avv. Angeloni.
In quella riunione i rappresentati dei partiti nominarono i membri del CLN, ed essi furono: Bonuccio Bonucci, per il Partito Liberale, Alfredo Abatini, per il Partito Repubblicano, Alberto Apponi, per il Partito D’Azione, Gino Spagnesi, per il Partito Socialista, ed Emidio Comparozzi, per il Partito Comunista. Il rappresentante del Partito Popolare (così si chiamava allora la Democrazia Cristiana) non venne nominato poiché nessuno dei suoi aderenti si era presentato.
Il Comitato decise, poi, di riunirsi ogni settimana e più se fosse stato necessario. […]
Non posso  concludere questa breve sintesi senza ricordare che Perugia fu la prima città liberata in cui non gli alleati, ma il C.L.N. nominò: il Prefetto, il sindaco ed il questore”. Alberto Apponi

PIAZZA DELLA REPUBBLICA (già Umberto I)
Gaetano Stivalini
Il 23 marzo arrivano gli squadristi da Arezzo e Firenze: “Verso mezzanotte la prima vittima. In piazza Umberto I, poco distante dal suo negozio di oreficeria, è ferito mortalmente Gaetano Stivalini. Morirà all’ospedale il venerdi 25 marzo” (Catanelli, UR 92)


6
PALAZZO DEI PRIORI

I fatti del ‘21
Nell’ottobre 1920, prima giunta socialista a Perugia (sindaco Franceschini); nel marzo 1921, in seguito all’assalto  dei fascisti appoggiati dagli squadristi fiorentini, il Prefetto dimissiona la Giunta.

A) Capitini (Primo Ciabatti, Riccardo Tenerini e gli altri)  nel ricordo di Mario Spinella
“O ancora, mi viene alla mente una visita ad Aldo Capitini, quando abitava nella torre campanaria del Palazzo del Comune, a Perugia. Tornavo dai Littoriali di Trieste, ed ero vestito con l'uniforme del Guf. Di avere quei panni quasi non mi accorgevo. […]
Questi incontri, queste discussioni, e lo sforzo di capire, erano per noi allora qualcosa che forse oggi è difficile intendere: come uno spazio conquistato, un accendersi di fari nel buio della notte, un uscire al vento dell'aperto. E ora appunto un'altra di queste oasi, la perugina torre di Capitini, mi attendeva. Alla portineria chiesi invano a tre o quattro guardie comunali dove il mio amico abitasse di preciso. Infine lo seppi da un ragazzetto e mi inerpicai su per le scale. Il mio arrivo era stato preannunziato, e il padre, che mi aprì la porta, mi disse subito che Aldo era fuori città. Ci volle molta pazienza per chiarirgli chi ero e cosa volessi: finalmente una porta e il mio amico mi venne incontro, ridendo del troppo facile equivoco.” Mario Spinella, Memoria della Resistenza, Einaudi tascabili, Torino, 1995, pp. 79-80.

B) Aldo Capitini, Colloquio corale

Mi diranno: perché non vieni a combattere con noi ?
Non mi comprenderanno, eseguiranno la guerra.
Ho amato essere con altri, quanto la luce degli occhi.
Cosi bello è il lavoro unito, la fiducia, l'aiuto!
Mescolarsi agli altri modestamente vestito.
Nel cerchio di uguali ascoltare e parlare.
Ed ora nessuno vuol ascoltare, e pur sono tutte persone.
Son divenuto estraneo, gli altri non sentono che ci sono
Le risposte secche, e l'amico che guarda dall'altra parte
Sarebbe facile che mi unissi attivissimo a loro.
Obliando l'unità aperta, il di là dalla guerra?
Resto qui diviso da tutti, per la più profonda unità.
Tutto finora era una prova, la realtà deve ancora incominciare.
Ogni essere era anche altro, e non lo sapeva.
Ma ora viene questo altro, e importa ciò che si apre.

“Se non ci fosse stato un lavoro di preparazione in Italia (nei luoghi dove fu possibile) non ci sarebbe stato quel vigore morale e intellettuale che portò a tanta freschezza e apertura di vita dopo la Liberazione, ed alla Costituzione repubblicana democratica.” Aldo Capitini

Don Angelo Migni Ragni parroco di Montebello era del giro di Capitini. Binni ne parla come di un prete di sinistra.

7
Chiesa Sant’Agata

Don Luigi Piastrelli, parroco Sant’Agata con don Pizzoni ed altri allievo del prete modernista don Fracassini rettore del Seminario.

 
Accademia Belle Arti: Leoncillo, Enzo Rossi, Romeo Mancini

8
VIA MAESTA’ DELLE VOLTE

Mario Sambucari

 

Negozio Talmone (ex bottega del fabbro Sambucari):
 “La polizia comunque guidata dalle due spie, corre nel fondo del Sambucari e sfondata la porta trova cinque bombe confezionate con i pomi dei letti, ripieni di polvere nera e clorato, chiuse con un tappo a vite. […] il 10 aprile i carabinieri di Ponte Valleceppi arrestano a Civitella Benazzone, in casa dello zio Luigi Formica, il Sambucari.” Luigi Catanelli

 (Il fondo del Sambucari era in via Idalia traversa via Pinturicchio una via dove comparvero le scritte)

Anche la grande maestà in ceramica della Salamandra ha a che fare con la guerra: è un grande ex voto per ringraziare dei pochi danni subiti da Perugia con i bombardamenti


9
Via dell’Aquilone

Mario Grecchi: lapide

 
l'ultima lettera:
“Mamma, papà, fratelli, vi lascio terribilmente addolorato per non avervi potuto rivedere. Perdonatemi se vi ho procurato qualche dispiacere. Vi ho sempre voluto tanto bene. Perdonate quest'ultimo male e inviatemi la vostra Santa benedizione. Muoio con la sicurezza di non aver fatto mai male a nessuno. Pregate per me.
Per sempre vostro
Mario”

 

Liceo Classico:
Dopo il 4 giugno 1944 (liberazione di Roma), il Cln ordina l’accasermamento al Liceo; famoso l’aneddoto di Lello Rossi e la parola d’ordine: Ditegliele Roma che v’opron subito (da Volevamo scalare il cielo).

Via del Verzaro: vi ha abitato l’anarchico Amelito Tirilli
Negli orti tra Porta Pesa e Monteluce vengono trovate bombe inutilizzabili, materiale anarchico e un passaporto intestato ad Amelito Tirilli. “Da quel momento la vita di Tirilli sarà una continua tribolazione. Alla vigilia del matrimonio dovrà abbandonare ogni cosa. Non potrà più formare una famiglia. Solo e braccato, per venticinque anni vivrà latitante. […] sotto il falso nome di Giovanni Papi fu Giacomo, nato ad Ancona il 20 marzo 1890. […]
Ritornato a Perugia (dal 1921 non aveva più rivisto la sua città natale) in età ormai avanzata e in precarie condizioni di salute, vive solo in una cameretta in via del Verzaro. […]
Alfiere in tutte le occasioni della bandiera anarchica, la modestia lo tiene sempre in disparte.
Negli ultimi giorni della sua vita, fiaccato dal male e sempre più solo e dimenticato, afferma: la società non mi ha regalato nulla, lasciatemi morire in pace.
Il 25 marzo 1967 i compagni del gruppo anarchico pubblicano il seguente manifesto:
Tirilli Amelito, detto Tirillino, onesto, sincero, amante dell’ideale libertario, fu perseguitato dall’odio fascista e per 25 anni costretto a vivere lontano dalla famiglia sotto falso nome a Mantova. Mutilato del lavoro, è morto povero all’Ospedale degli Incurabili. (Luigi Catanelli)

Via Appia: la Tipografia sociale e “La Battaglia”
La prima azione squadrista dei fiorentini fu la devastazione della Tipografia sociale e del giornale La Battaglia (21 marzo ‘21)


10
PIAZZA DANTI

A) Caffé Turreno
Un altro episodio da ricordare è quello della sera del lunedì 21 marzo 1921. I fascisti tengono al Teatro Turreno un convegno privato. Nel vicino Caffè Turreno, si trovano un gruppo di socialisti. Tra questi il vetturino Oreste Sperandio (morirà in Francia emigrato), uomo corpulento e robusto, non privo di una certa tracotanza; egli viene a diverbio con lo studente Pietro Romei, che ha partecipato al convegno. Basta lo scambio di poche parole per scatenare una furiosa mischia. Nel trambusto partono vari colpi di rivoltella; di questi, due feriscono gravemente il Romei. (Luigi Catanelli)

“La tradizione antifascista del Caffè Turreno risale al 1920, quando il gestore era Nazareno Crocioni, detto Modugno. Lì si riunivano gli antifascisti perugini di sera per parlare di politica e bere un bicchiere. Questa tradizione nel 1921 si interruppe perché i locali del bar furono distrutti dai fascisti per rappresaglia e fino al 1924 il caffè Turreno fu la sede del Fascio. Tale rappresaglia fu provocata dall’uccisione di uno studente fascista, nei pressi del bar, da parte di un socialista, il “Pirchia”, che fu catturato successivamente dai carabinieri, dopo una lunga latitanza, nei boschi di Monte Malbe.
Modugno fu perseguitato e dovette fuggire da Perugia. Dal 1924 in poi il locale riprese l’attività come bar con la gestione di Brunelli, che lo tenne fino al 1931. Dal 1931 il Caffè Turreno riguadagnò la tradizione di bar degli antifascisti con i Gargiulo, che tutt’ora lo gestiscono. Durante la dittatura questa nomina costò ai proprietari numerose provocazioni e disagi da parte fascista e più volte il locale fu danneggiato e saccheggiato, come ricorda lo stesso Gargiulo in occasione del suo arresto il 12 ottobre 1943: sotto la imputazione di favoreggiamento di partigiani fu trascinato in questura e sottoposto a sevizie psicologiche e fisiche; durante la notte il bar veniva completamente devastato ed erano asportati denaro, attrezzature e prodotti alimentari; condannato dal tribunale militare alla pena di morte, il Gargiulo si vide commutata successivamente la pena in venti anni di carcere.” L’Umbria nella Resistenza, volume primo, a cura di, Renato Bovini, pp. 129 – 130.

(Scritte anche in via Bartolo, sarà un caso che le fecero così vicino al Caffé Turreno?)


B) Palazzo Angelici Paroli: la sede della Massoneria, fu devastata nell’ottobre ’24 da squadristi aretini giunti su due camion. Guglielmo Mazzerioli fuggì dall’uscita segreta su via delle Cantine.
C) Piazza Raffaello: il 24 marzo ’21 gli squadristi devastano la Camera del Lavoro.
D) Porta Pesa: l’antifascismo dei borghi; il Circolo del Gotto, chiuso il 7 settembre 1925 da Oscar Uccelli, il 7 nov. 1929 i beni furono incamerati dal Dopolavoro fascista, e restituiti dopo la Liberazione

11
 VIA VECCHIA

Magazzino di legnami di Enea Tondini:
 Capitini ricorda che nel suo magazzino gli antifascisti celebravano il 1° Maggio, era una specie di Cln in fieri; due figli antifascisti. Nella sua casa Ciabatti e Tenerini entrarono in contatto con la resistenza. Il 9 settembre ‘43, con il Cln in piazza della Repubblica, incitava alla resistenza ai tedeschi che stavano risalendo il viale della Stazione; arrestato per aver manifestato davanti al Distretto militare, cerò di nascondere la pistola in una cassetta postale che però non aveva il fondo: l’arma cadde a terra, ma nella confusione nessuno se n’accorse.

12
(le scritte erano anche sul muro davanti alle elementari e la strada che porta a Monteluce, vi erano gli orti dove trovarono il passaporto di Tirilli )

Le scritte a Porta Pesa, via Pinturicchio e Università per stranieri:
“In Ciabatti e in me era maturata da tempo la convinzione che contro il fascismo era necessaria una lotta aperta e che per la sua caduta non erano sufficienti gli studi filosofici ed i dibattiti. Agli inizi del giugno 1941, dopo giorni e giorni di discussione, maturò in noi l’idea di compiere un’azione aperta contro il fascismo. Perugia doveva avere il suo atto di ribellione contro la dittatura e questo atto doveva avvenire per merito dei giovani: iniziava un processo di separazione e si apriva un solco fra gli orientamenti programmatici dell’antifascismo e del socialismo tradizionali e le prospettive di lotta delle nuove generazioni.
La notte del 6 giugno 1941 Cesare Cardinali preparò una vernice al nero fumo e, con l’aiuto di Alfredo Tomassisi, Primo ed io coprimmo la città di scritte antifasciste.
Era una notte magnifica e la gente, nonostante la guerra d’Africa e di Grecia, era intenta alla tradizionale passeggiata serale. Uscimmo verso la mezzanotte con barattolo e pennello dalla casa di Cardinali. Finalmente le prime scritte di protesta dopo tanti anni a Perugia! Da dove iniziare? Ci recammo davanti al monumento al XX Giugno, simbolo del primo Risorgimento e della liberazione di Perugia dal dominio papale, e sul piedistallo scrivemmo “Viva la libertà, morte al fascismo”. Continuammo così a scrivere lungo il viale XX Giugno, sotto il portico che conduce alla stazione di Sant’Anna, sui muri delle scuole magistrali “A. Pieralli”, sotto i portici della Prefettura, allora sede della Questura e dell’OVRA, lungo l’edificio delle Poste e Telegrafi, sulla pietra delle gradinate del Duomo, lungo la via Bartolo, sui gradini del cinema “Carmine” (oggi Modernissimo), sulla facciata antistante la scuola A. B. Brunamonti, lungo via Pinturicchio e sul muro dell’Università per Stranieri. Alle quattro del mattino il nero fumo finì e gettammo barattolo e pennello nelle abitazioni distrutte che fino al 1948 si trovarono davanti al Palazzo Gallenga, (cioè all’Università per Stranieri).
Ci lasciammo con un abbraccio e senza dormire aspettammo il mattino. Alle otto fummo in piedi e andammo a vedere l’effetto del nostro lavoro: la polizia cercava di allontanare la gente che si fermava a leggere i nostri “Abbasso la guerra”. Proletari unitevi”, “Morte ai fascisti”, che restarono visibili fin verso il mezzogiorno. […]
Il prof. Capitini seppe del nostro lavoro ed ebbi in dono “La poesia” di B. Croce, libro che ancora conservo con affetto.

Riccardo Tenerini  (Marsciano, 1920 - Perugia, 1984).

Distretto militare, S. Agostino
Lucio Passini 16 anni PERUGIA, 10 SETTEMBRE 1943:
gli antifascisti manifestano davanti al distretto militare per chiedere armi e si verificano altri arresti a Perugia. Fra gli arrestati Lucio Passini (Innamorati lo ricorda cameriere di Gargiulo) un giovane di 16 anni. Aveva il compito di procurare armi, cadde in una provocazione e fu arrestato, morì in carcere a causa delle torture senza rivelare i nomi dei suoi compagni.


La bottega di Aldo Poeta

  

  
(citazioni a cura di Vanni Capoccia)

Un consiglio: dopo aver visto le foto e letto. Ascoltate la Daffini che canta Festa D'Aprile. http://www.youtube.com/watch?v=OAFunAUr_Mw
Vanni Capoccia




Inserito domenica 25 aprile 2010


Commenta l'articolo "Le “famose” scritte del ‘41 : un camminaPerugia per la festa della Liberazione"

Commenti

Nome: Antonia Modolo
Commento: carissimo Renzo, la tua attività è una boccata d'aria in questo tempo di crisi, evolutiva spero. ho guardato alla cronaca bellissima, bravissimo. Mi domando, visto che in questo periodo della mia vita non posso fare a meno di sentire il presente per guardare il futuro, preconizare forse... come si lega quanto tu stai facendo con successo mi pare, con il viale che dovremo aprire anche per questa città? E' possibile coniugare la storia che sempre dobbiamo esaminare e comprendere per andare avanti, con il presente? faccio un esempio, Perugia post bellica mi pare che non abbia trovato un verso, si è costruito come si poteva, senza un'didea di città per gli abitanti, per i cittadini, come era stat nel primo millennio.(?). I quartieri non hanno ricostruito una entità(es. Elce dove vivo) le periferie sono cresciute con edilizia mostruosa e intorno ai supermercati , ben diversi dal mercato della piazzetta delle erbe, sono di altrui e potrebbero anche sparire da un giorno all'altro se falliscono o si trasferiscono in... Con la tua intelligenza, con i tuoi afezionati, si potrebbe fare qualche cosa per far venirenla voglia all'amministrazione di fare qualcosa in questo senso. Forse lo stanno già facendo e mi piacerebbe conoscerlo, come sai non sono più una giovane donna... tu puoi saperne di più, giovane uomo. Con affetto, Antonia

Nome: Fiorella Giacalone
Commento: Grazie Renzo per quello che stai facendo. Ieri ero a Marsciano per una mostra che presentava Enzo, ma condivido idealmente la partecipazione all'evento. Radicare una coscienza civica è quanto mai necessario in questa società: la sappiamo tutti perchè. Fiorella Giacalone

Nome: ka.antonio
Commento: con meno cerimonie e più storia popolare si consolida una cultura antifascista. bravi ,bravi, (vanno bene anche le foto) grazie. ka.antonio

Nome: Claudia
Commento: Sono ancora io. Ho seguito il vostro consiglio, solo che ho messo prima la canzone della Daffini e conteporaneamente ho letto le notizie sulla Resistenza perugina della Tramontana. Consiglio di farlo. Claudia

Nome: Claudia
Commento: anche se "fischiava il vento e urlava la bufera" bella la camminata. Altrettanto bella quella virtuale nella Tramontana, è come prendere il testimone da chi non c'è più. Claudia

Nome: cesare
Commento: Una bellissima iniziativa che spero serva a rinnovare negli animi di tutte le persone perbene un forte ringraziamneto ai nostri padri fondatori della costituzione repubblicana, sperando che alle nostre giovani generazioni non venga negata la conoscenza della lotta partigiana come purtroppo già si vedono le prime avvisaglie.

Nome: Claudio
Commento: rammaricandomi per non aver potuto partecipare vorrei comunque ringraziare Renzo per riuscire a stimolare nella nostra città l'interesse per la cultura e la storia, valori che una società votata al consumo ed alla velocità sta perdendo con le pericolose conseguenze che quotidianamente viviamo. CLaudio (Perugia Civica)

Nome: Un'assente purtroppo
Commento: Grazie per avere messo la tutto online con le foto. Peccato non avere potuto partecipare.

Nome: fiorenza
Commento: Grande iniziativa!Un percorso davvero interessante e coinvolgente, specialmente in un 25 aprile 2010, boicottato da un governo reazionario. Peccato per me averlo perso..ma ho letto e capito. Grazie al bravissimo Renzo Zuccherini!

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7386783