26/04/2024
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Ecosistema urbano: Lettura e interpretazione dei dati
Il contesto economico politico e sociale non è cambiato e se possibile è peggiorato

A distanza di un anno dall'ultimo rapporto il contesto economico politico e sociale non è cambiato e se possibile è peggiorato, a tutti i livelli. Questa situazione sembra fornire un alibi all'immobilismo degli amministratori nelle azioni mirate a migliorare la qualità della vita urbana. Invece sarebbe indispensabile approfittare della crisi per avviare il cambiamento in direzione di un minore impatto ambientale di tutta l'attività umana.

L'anno scorso si parlava delle aspettative riposte dagli ambientalisti nel vertice mondiale di Copenhagen per avviare una riconversione mondiale del rapporto uomo-ambiente improntato alla sostenibilità. Dopo il vertice possiamo dire che quelle aspettative sono state in gran parte deluse e che la strada sarà ancora lunga e difficile. Lo hanno ampiamente dimostrato i disastri ambientali a cui abbiamo dovuto assistere, primo fra tutti la fuoriuscita incontrollata di petrolio dal pozzo della British Petroleum nel golfo del Messico.

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Ma torniamo alla diciassettesima edizione di Ecosistema Urbano, a cominciare dalla classifica generale, dove Perugia risulta al 25° posto confermando la tendenza negativa dell'anno scorso. Se la classifica generale può essere utile ad una lettura superficiale di sintesi non è da trascurare la tendenza al ribasso. Questa è la visione pessimistica, quella ottimistica può valutare il 25° piazzamento su 103 come accettabile e pensare che Perugia, nonostante tutto, ha ancora un po' di credito come città del buon vivere. Non durerà ancora molto questo credito se, per esempio, si continua a gestire il territorio con un criterio consumistico.

La sostanziale conferma, con qualche eccezione, di tutti gli indicatori rispetto all'anno scorso ci costringe a ripetere i commenti della scorsa edizione sapendo che anche il mantenersi stabili fa perdere classifica se gli altri avanzano. Con una punta di amarezza osserviamo che la fiducia riposta nel cambio del governo cittadino, avvenuto nel frattempo, per migliorare l'approccio concreto con la sostenibilità ambientale per ora sembra mal riposta. Ma forse un anno è poco per vedere i risultati. Confidiamo che sia così.


Intanto se analizziamo nello specifico i singoli indicatori, considerando i pesi che ad alcuni di essi vengono assegnati, si possono prendere come paradigma della buona gestione quelli relativi alla percentuale di raccolta differenziata , all'offerta di trasporto pubblico e alla percentuale di perdite della rete idrica .


Rifiuti

Il nuovo piano regionale dei rifiuti è stato approvato nel maggio 2009, a distanza di un anno non si sono viste azioni apprezzabili finalizzate all'aumento della raccolta differenziata. Si stanno facendo sperimentazioni in tal senso su zone periferiche caratterizzate da bassa densità abitativa, tra queste il centro storico con i suoi 6-7000 abitanti. Sembra scarsa la volontà di dare una spinta decisa alla raccolta differenziata e viene da chiedersi con questi ritmi come sarà possibile raggiungere l?obiettivo di legge del 65% nel 2012. Nella tabella allegata, dove si riportano i dati dal 2006 a oggi, vediamo che nel 2006 Perugia aveva una percentuale di RD del 30,8%, oggi, dopo 5 anni tra alti e bassi, è al 33%. Se il ritmo rimane questo raggiungeremo il 65% nel 2082 altro che 2012!


Continuiamo a pensare che i numeri non lasciano intravedere la volontà di migliorare questo dato. Solo per fare un esempio di dato che esprime chiaramente la volontà che c'è dietro, la città di Salerno nel 2006 faceva il 9% di RD, adesso fa il 60,6%. E Pordenone, che vanta la prima posizione in classifica per RD con il 76,3%, nel 2006 faceva il 14,2%. Questi sono i numeri che indicano la volontà di attuare un progetto di miglioramento. Invece si pensa al "trattamento termico" e sembra questo il vero obiettivo.


Offerta di trasporto pubblico

Avendo suddiviso le 103 città in metropolitane, grandi, medie e piccole Perugia risulta la quinta fra le 41 città medie. Buona posizione, ma poi non si spiega il numero così alto, 69, di auto ogni cento abitanti che ci manda all'89° posto e che incide anche sul generale peggioramento della qualità dell'aria.


Dispersione della rete idrica

Le perdite di rete indicano che l'acquedotto è vecchio e che non si investe per rinnovarlo. La percentuale di perdite è stabile al 31% che ci relega a metà classifica. Segno che si lavora solo per mantenere lo status quo. Una delle ragioni di chi sostiene l?opportunità di privatizzare la gestione dell?acquedotto è proprio la necessità di investire per la ristrutturazione della rete idrica. Esperimento già effettuato e fallito in altre città italiane, caratterizzato dall?immediato aumento delle bollette senza benefici per gli utenti.


Gli altri parametri sono perlopiù peggiorati, su 27 indicatori uno è rimasto nella stessa posizione di classifica, pur con un lieve peggioramento, degli altri 26 19 hanno perso posizioni e 7 le hanno guadagnate.

Ricordiamo che i dati sono autocertificati dall'ente preposto alla gestione e che questi sono relativi all?anno 2009.

Anna Rita Guarducci, Presidente




Circolo Legambiente di Perugia

Inserito martedì 19 ottobre 2010


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