16/04/2024
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Inceneritori no, inceneritori si
Lettera agli organizzatori dell'incontro di P. Valleceppi: "con la fiducia di riuscire a coinvolgere una cittadinanza informata in un processo partecipato"
Caro Andrea, cari amici dei “Cittadini in Rete”,
 
mi dispiace di non poter essere presente al importante incontro di oggi pomeriggio. Vorrei contribuire alcune considerazioni scritte e mi pare che ci saranno altre occasioni per approfondire l’argomento perché il problema della gestione dei rifiuti in Umbria continuerà ad accompagnarci.
 
L’iniziativa di oggi si presenta con un’impostazione deprimente e catastrofica. La cittadina, il cittadino con un diffuso disagio per l’idea che potrebbe essere costruito un inceneritore a pochi chilometri da casa sua andrà a quest’iniziativa? Mi sembra improbabile. La nuvola nera nell’impostazione grafica, i testi che tutti quanti sono o catastrofici o polemici mi sembrano di fungere più che altro da deterrente.
 
“Su un tema così importante l'informazione non può essere superficiale o propagandistica” si legge sul volantino. Però salvo questa buona intenzione si leggono solo dei messaggi polemici che in modo apodittico affermano quello che sarei grato se qualcuno me lo spiegasse senza ira e studio in modo razionale per dare una chance a chi non sa già tutto di farsi un opinione.
 
“La costruzione di un inceneritore comporterà  un colossale giro di affari per alcune società”. Ovvio. E’ normale. Viviamo in un’economia capitalista. Anche gli imprenditori devono fare il loro lavoro. Alza la sua brutta testa un astratto moralismo quando si parla degli sporchi interessi degli imprenditori di fare soldi con i rifiuti. Se non fossero bravi nell’ottenere dei ricavi dalla propria attività imprenditoriale avrebbero sbagliato lavoro.
 
Più in generale: I rifiuti sono un campo d’azione par excellence dove gli interessi dei vari gruppi di attori si trovano in forte contrapposizione e potenziale conflittualità. Un primo passo per entrare in un processo che abbia a cuore il bene comune è di riconoscere la legittimità di interessi contraddittori. È difficilissimo e richiede una cultura democratica evoluta ad un alto livello riconoscere la legittimità di interessi in contraddizione tra loro e affidare il processo di trovare la migliore soluzione alla forza dei propri argomenti. Richiede la fiducia dei vari portatori d’interesse che il carattere generale dell’argomento razionale offre la possibilità di un consenso tra gli interessi tanto legittimi quanto particolari. Una fiducia difficile da coltivare e mantenere e sempre minacciata dalla tentazione di deformare il discorso razionale con il potere politico, economico o con le polemiche facili sulle “le micidiali polveri fini e ultrafini”.
 
Sono almeno tre gli interessi contrapposti:
 
1)    Gli utenti. Quello più consistente sono gli utenti, vale a dire tutti noi. Ognuno di noi produce mediamente più di un chilogrammo di rifiuti al giorno e l’interesse spontaneo sarebbe quello di liberarsene con meno fatica possibile, nel modo più facile possibile, ai costi più bassi possibili.
2)    I gestori dei rifiuti, vale a dire imprese pubbliche e private che vorrebbero raccogliere i rifiuti al prezzo più alto e smaltirli al prezzo più basso possibile perché sono imprenditori e la loro sopravvivenza e concorrenzialità dipende dalla discrepanza tra costi e ricavi.
3)    Il terzo gruppo sono coloro che vengono in contatto con la raccolta dei rifiuti, la loro lavorazione e il loro deposito. I rifiuti sono oggetti fisici e “smaltimento” significa processi di lavorazione e deposito. Girano camion per raccogliere, sono in funzione impianti di lavorazione e incenerimento, servono aree per depositare. Tutti coloro che si trovano in una vicinanza fisica a questi processi subiscono degli effetti più o meno incisivi di rumore, di inquinamento dell’aria e dell’acqua, di molestie olfattive.
 
Se possiamo metterci d’accordo che le idee, anche quelle di come gestire i rifiuti, non sono ultime verità ma buone intuizioni, nessuno degli attori, né lo scienziato né il tecnico, o il politico ma neanche i comitati dei cittadini possono rivendicare di essere in possesso della verità. L’unica strada per arrivare a un consenso di come vogliamo vivere e di come vogliamo fare è il discorso razionale tra i portatori di interessi. Sopprimere l’evoluzione di questo consenso, attraverso minacce, pressioni, corruzione, propaganda è sempre una grande tentazione. Sembra la strada più veloce e meno onerosa. La vendetta è assicurata, soprattutto per le soluzioni intelligenti che richiedono la collaborazione dei vari attori. La raccolta differenziata non è fattibile senza un orientamento positivo degli utenti. Voler costruire un inceneritore contro la volontà di gruppi consistenti di cittadini può avere dei costi molto alti. La credibilità è un capitale. Per questo e non per qualche sensibilità democratica elevata incontriamo in Nord Europa una discreta trasparenza nella gestione per esempio degli inceneritori che in Italia ancora spesso manca.
 
Piace o non piace: l’incenerimento dei rifiuti è un possibile elemento della gestione dei rifiuti. Gli assessori all’ambiente verdi di comuni come Hannover (un inceneritore) e Monaco in Baviera (due inceneritori) non sono criminali colpevoli di mettere a rischio la salute della cittadinanza. Esser contro l’incenerimento dei rifiuti senza “se” e senza “ma” non mi libera dalla necessità di portare degli argomenti razionali  che prendono in considerazione gli argomenti di chi lo pensa in modo diverso come argomenti leggitimi.
 
Esiste una perfetta complementarietà tra gli avvocati di “inceneritore sì” e “no inceneritore”. Entrambi vedono l’impianto come un grande buco nero dove per gli uni sparisce tutto, incluso il problema, per gli altri la bestia si mangia i rifiuti e sputa morte e disastro. Molto rumore per nulla. “Un inceneritore ben gestito produce meno inquinanti di uno svincolo autostradale” (Guido Viale, Il Manifesto, 8 gennaio 2008). “Ben gestito”. Fiducia. Parlare. Parlare. Credibilità.
 
Il lavoro di tutti quelli impegnati nel trovare una soluzione in Umbria è difficile. Essere gentili con se stessi e con gli altri. Parlare. E ascoltare. Pochi hanno ritenuto valide le occasioni istituzionali di farsi sentire nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano di rifiuti per portare il proprio contributo (mi sembra solo Legambiente, WWF e Italia Nostra). Sarebbe adesso compito di coloro opposti alla costruzione di un inceneritore di organizzare dei Forum dove in modo aperto si possa svolgere un dialogo tra i vari portatori d’interesse.
 
Ci sono buoni argomenti di essere opposti alla costruzione di un nuovo inceneritore. Ci sono buoni argomenti per la costruzione di un inceneritore. Mi auguro che nascerà presto una situazione di dialogo su questi argomenti con la fiducia di riuscire a coinvolgere una cittadinanza informata in un processo partecipato.
 
Con l’augurio di buon lavoro! Cordiali saluti,

Karl-Ludwig Schibel

Inserito giovedì 4 novembre 2010


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