18/04/2024
direttore Renzo Zuccherini

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E se nell’inceneritore bruciassero anche le opportunità di lavoro degli umbri?
L'inceneritore porterà a una pesante penalizzazione dell’occupazione nel settore - la raccolta differenziata richiede un incremento di personale


E’ una considerazione logica che deriva dall’analisi di quello che immagino sia  un inceneritore (termovalorizzatore) costruito prima di tutto per realizzare profitti.

Fatta salva la fase iniziale di allestimento e costruzione dell’impianto, che garantirebbe per un breve periodo un incremento dell’ impiego lavorativo a tempo determinato,  il funzionamento ordinario dovrà necessariamente prevedere il trattamento della maggior quantità di rifiuti possibile riducendo al minimo il costo del personale. Risultato, una pesante penalizzazione dell’occupazione nel settore ed in tutto il suo’ indotto. Queste considerazioni sono sostanzialmente  in linea con quanto vanno dichiarando oramai da anni i comitati MeetUp di Beppe Grillo.
Vedelago dà lavoro a 64 dipendenti per trattare circa  150 mila tonnellate di spazzatura /anno, mentre l’inceneritore di Brescia occupa solo 80 dipendenti per trattare una quantità di spazzatura sei volte superiore.  Se andiamo poi a considerare  i costi, con i 5 milioni di euro di investimento iniziale necessari per un inceneritore come quello di Brescia, si potrebbe dare il via a 60 impianti identici a quello di Vedelago, trattare 9.000.000 tonnellate di rifiuti e creare 3600 posti di lavoro.
Considerazioni analoghe si possono fare anche sulla strategia rifiuti Zero, la stessa che abbiamo presentato alla nostra assemblea il 29 Ottobre a Ponte Valleceppi per voce dell’assessore Ciacci  del Comune di Capannori. L’introduzione del porta a porta capillare ha richiesto un incremento di 30 unità lavorative a tempo indeterminato, con una riqualifica importante del lavoro svolto dall’operatore ecologico.  Ci rendiamo conto che se questo avviene in un Comune di 46 mila abitanti rapportando il dato a Perugia potrebbe voler dire 120, 150 nuove assunzioni?
Per non parlare poi del fatto che il riciclaggio ed il riutilizzo dei materiali creerebbe un indotto di piccole medie imprese oggi forse ancora difficilmente immaginabile. Da qualche  tempo l'economista americano Lester Russel Brown, fondatore e presidente del Earth Policy Institute, dimostra come la strategia “Rifiuti Zero” offra concrete opportunità di nuovi posti lavoro. Analogamente esperti francesi  hanno indicato in 600.000 il numero delle nuove occupazioni in tutta Europa attraverso il riciclaggio e la gestione delle risorse primarie.
Le nostre amministrazioni devono senza ulteriore indugio iniziare a guardare e tutelare gli interessi dei cittadini e dei lavoratori. Si prendano come riferimento gli esempi virtuosi che ci giungono da Vedelago e Capannori, li si declini in chiave Umbra per difendere salute, ambiente e lavoro.



Claudio Santi - cittadini in rete

Inserito martedì 9 novembre 2010


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