26/04/2024
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La strategia Rifiuti Zero in Umbria?
Prospettive per una chiusura del ciclo dei rifiuti senza inceneritore.

La strategia Rifiuti Zero è un modo che permette di gestire i rifiuti riducendo al massimo, al limite annullandolo, il ricorso alla discarica. Questo obiettivo si ottiene sia riducendo la produzione dei rifiuti “alla fonte” sia massimizzando il recupero della materia da reinserire nei cicli produttivi.

Nella strategia Rifiuti Zero il concetto di “rifiuto” è sostituito da quello di “materia seconda”, che conserva ancora gran parte del valore economico delle materie prime di provenienza. Ne conseguono convenienza economica, risparmio di energia e materie prime, tutela della salute e del territorio (discariche e inceneritori inquinano), creazione di nuovi posti di lavoro.

Tuttavia è indubbio che oltre ad un radicale cambiamento culturale, l’adozione di questa strategia necessita di una moderna e motivata classe politica che sia in grado di stabilire un dialogo continuo e costruttivo con i cittadini che rappresenta.

Oramai da diversi anni questo metodo è stato adottato in molte parti del mondo, nei più svariati contesti sociali ed urbanistici. In Italia, dopo la brillante esperienza del comune di Capannori (RD 87%, 45000ab) hanno ufficialmente aderito alla strategia Rifiuti Zero altri 14 comuni tra cui, recentissimamente, quello di La Spezia (96000 ab). Al momento nessuna Regione italiana ha adottato un Piano Gestione Rifiuti che punti alla strategia Rifiuti Zero, ma in questo articolo mi propongo di mostrare ciò che concretamente si potrebbe ottenere nella nostra regione.

Secondo le previsioni del Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR) nel 2013 verranno prodotti 592000 t/a di RU con una RD del 65%. Per limitare il ricorso alle discariche umbre il PRGR ha previsto di utilizzare il trattamento termico dei rifiuti per smaltire il 35% dei rifiuti indifferenziati (circa 173000 t/a). Il piano prevede comunque il ricorso alla discariche per smaltire un ammontare annuo di circa 66000 t/a costituito da rifiuti con potere calorico nullo e scorie di combustione prodotte dall’inceneritore.

Ho già dimostrato che le previsioni della produzione rifiuti stimate dal piano sono fortemente errate in eccesso. Dimostrerò ora gli effetti di un' auspicabile adozione della strategia Rifiuti zero da parte della regione Umbria a partire dalle 539000 tonnellate di RU prodotti nel 2009.

Se l’Umbria puntasse seriamente alla raccolta differenziata “porta a porta” incentivando anche economicamente la pratica virtuosa della raccolta differenziata (in molte realtà i cittadini pagano la TIA in proporzione a quanti rifiuti indifferenziati producono) e incentivando la riduzione dei rifiuti stipulando accordi con i produttori di beni commerciali, la nostra regione non avrebbe difficoltà a raggiungere una RD del 85%, come dimostrato dalle numerose esperienze nazionali ed estere.

In queste condizioni si otterrebbe anche una riduzione complessiva di produzione di RU che scenderebbe a circa a 485000 t/a (corrispondente a 510kg/ab*anno, valore già raggiunto da molti comuni umbri). Ed ecco la lieta novella: con una RD del 85% la produzione di RI sarebbe di solo 58000 t/a.

In altre parole, portando la RD all'85%, si eviterebbe la necessità del trattamento termico dei rifiuti e si ricorrerebbe alla discarica per una quantità inferiore a quella prevista dal piano con tanto di inceneritore.


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Roberto Pellegrino - Cittadini in Rete

Inserito giovedì 9 dicembre 2010


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