27/07/2024
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La scuola siamo noi
La scuola pubblica, che bello spettacolo!


Perugia, 10 dicembre. Un bello spettacolo di vitalità dell'idea di scuola pubblica: con le parole di Mario Lodi e Piero Calamandrei, ed i corpi e le voci di donne, uomini, ragazze e ragazzi che alla scuola e alla conoscenza affidano il futuro di tutt*.
Ed anche una bella commistione di età, di facce, di bandiere. Pubblico è anche questo: stare insieme perché diversi.
Ed è il pubblico a garantire l'incontro di tutti/e, e l'esercizio dei diritti, a cominciare da quello all'istruzione, che va garantito a tutta la società, non solo a quelli che sono già "bravi".
Questo volevano dire le tante persone radunate sotto il palchetto accanto alla Fontana. E anche viceversa: Privato è bello? Non tanto, se toglie a tutti per dare a pochi.




Inserito sabato 11 dicembre 2010


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Commenti

Nome: marcello fruttini
Commento: Dall’articolo di apertura riprendo la frase: “ ragazze e ragazzi che alla scuola e alla conoscenza affidano il futuro di tutti”. Bella frase che mi viene da rapportare allo slogan: “ La scuola siamo noi!”. Si tratta, a mio modesto parere, di slogan di moda, che, come tutti gli slogan, non trovo esenti da un qualche alone di ambiguità. La scuola siamo noi, d’accordo, ma “quale” scuola? Quella di oggi, antiquata nei metodi, nei programmi, negli obiettivi, nelle strutture, che non prepara certamente al futuro ma nemmeno al presente? Certamente la situazione diventa ancora più grave se su questo terreno dissestato si abbattono anche tagli finanziari. La situazione diventa poi oltraggiosa quando , nonostante l’incontestabile divieto costituzionale, sostanziosi finanziamenti statali (cioè soldi di tutti) vengono dati alle scuole private. Si toglie ai poveri per dare ai ricchi! Si toglie alla istruzione democratica per dare a quella confessionale! Continuo tuttavia a ritenere ambigua una contestazione generica, nata e formatasi essenzialmente sulla denuncia delle feroci sforbiciate governative. Quando si scende in piazza, penso che sarebbe opportuno e vincente non limitarsi a contestare, ma soprattutto progettare. Non è che prima dei tagli, torno a ripeterlo, nella scuola tutto andasse bene. E a mio parere la scuola di ora non è né carne né pesce, né vecchia né nuova, non é grado di premiare i migliori né di recuperare chi è in difficoltà. Manca, e non da oggi, la volontà, la capacità (soprattutto politica) di adeguarla a quelli che sono OGGI gli studenti di OGGI, figli di una società capitalistica, che con una mano promette benessere, con l'altra ci rovina dentro portandoci alla competizione e al consumismo, centrata com’è tutta sui piaceri e non sui doveri, sull'individuo e non sulla società, ove si ignora la fatica ed il sacrificio così come si rifiuta la partecipazione o il coinvolgimento civile e politico, a tutto vantaggio di chi muove le fila. Gli stessi insegnanti e i sindacati, per non dire i genitori, ormai anch'essi figli di questa società del benessere e del permissivismo, sembrano non aver più né fiducia né mezzi per opporsi ai modelli imposti dai mass-media che dettano determinati modi di pensare, di comportarsi, di parlare, di stare insieme, di abbigliarsi. In questo quadro è impossibile pensare che ragazze e ragazzi a scuola non si annoino, che amino l'impegno e la fatica dell'imparare, che possano avere altri interessi all'infuori di quelli dettati dal loro circuito, che siano in grado di valutare e autovalutarsi, che riconoscano necessario l’impegno all’interno di una attività scolastica che susciti interesse e promuova cultura spendibile.

Nome: Dorothee
Commento: Perchè in Italia quando si protesta si esce sempre da casa o dalle sedi di partito con le bandiere ROSSE invece di accettare (TUTTI) i cambiamenti, rinunciando ai privilegi che invece sono ancora di pochi ?

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