Guardando le trasmissioni televisive che trattano di politica si continuano a vedere da decenni sempre e solo le solite brutte facce: visi gonfi, doppi e tripli menti, lineamenti rattoppati dal chirurgo, e nonostante ciò cadenti; volti rugosi e pappagorge, espressione della corruzione; individui che la fisiognomica aiuta a classificare come voraci pellicani, usi a riempirsi avidamente il becco fino a deformare completamente il gozzo. Roba da far impallidire Dorian Gray, solo che costoro non posseggono alcun ritratto, e i segni della decadenza morale li portano addosso.
Non so voi, ma come appaiono cambio canale. Anzi, spengo la TV, perché sono ovunque. Parlano, parlano… e non cambia mai nulla. Da sempre.
Non si può dire che i segnali di protesta, in questi ultimi anni, siano mancati. Non ultimo il sindaco di Firenze Matteo Renzi: “Il nuovo Ulivo vagheggiato da Bersani fa sbadigliare. Per i vari D’Alema, Veltroni e lo stesso Bersani è arrivato il momento della rottamazione“. E il successivo convegno dei rottamatori ha lanciato un inequivocabile messaggio.
E dire che Renzi è stato fin troppo delicato, personalmente quell’ulivo l’avrei utilizzato diversamente, ma non il simbolo. Vi pare normale che dopo l’era glaciale ritornino sempre i soliti dinosauri a riproporsi e riproporre argomenti paleontologici? Senza dilungarsi, è semplicemente contro la natura delle cose.
Ma tant’è, questi dinosauri continuano ad infischiarsene dei segnali della società, ancorati come sono alle poltrone ed egocentrici oltre la soglia della sopportazione.
Non si sono quindi accorti che, tra una manganellata in piazza ed un ennesimo cambio di logo, mantenendo ovviamente inalterate brutte facce e contenuti (che sono sempre gli stessi, ovvero quelli di facciata, cui segue il nulla), la cosiddetta società civile si sta organizzando; sta facendo da sé. Per fortuna la gente si sta accorgendo di non avere alcun bisogno di questi zombie in avanzato stato di decomposizione, che si nutrono del nostro lavoro e distruggono tutto ciò che toccano.
Il Popolo Viola degli autoreferenziali gestori del paginone facebook si è radunato nel giorno del primo anniversario del No B Day ma è stata na sòla. Speriamo che la Rete dei Gruppi Locali riesca a formare un VERO Movimento politico.
Luigi De Magistris, con il Movimento da lui fondato, organizza il 16 dicembre a Bologna un convegno dal titolo “Una riflessione sull’urgenza di far tornare i singoli ad essere cittadini critici e responsabili che possano riappropriarsi della gestione della cosa pubblica“.
Il giorno dopo, il 17 dicembre, sempre a Bologna, ci sarà il primo meeting nazionale del Movimento Italia dei Veri Valori, in pratica i rottamatori dell'Idv, scomunicati di recente da Di Pietro: la reazione di Tonino, rispetto a quella del Pd, è stata diametralmente opposta. Il risultato è stato un incremento del fuggi-fuggi, basta vedere come si sono ingrossate le file dell’omonimo gruppo su facebook in pochi giorni.
Altri sei movimenti si ritrovano, casualmente sempre a Bologna e guardacaso il giorno successivo, per la prima Assemblea Nazionale di Uniti e Diversi, “per un nuovo soggetto politico che governi la transizione“. I promotori di quest’ultimo progetto sono ben cinque Movimenti: Rpmlc (Rete Provinciale torinese dei Movimenti e Liste di Cittadinanza), Mdf (Movimento della Decrescita Felice), Movimento Alternativa, Per il Bene Comune e Movimento Zero di Massimo Fini.
In Sardegna, dopo il distacco dal Pd, Efisio Arbau ha fondato un Movimento chiamato “La Base“. Forte di un 23,90% alle elezioni provinciali dello scorso maggio, ha realizzato un Manifesto che recita: “Di fronte alle risposte timide e non all’altezza delle culture politiche del ‘900, il movimento La Base si propone di modernizzare il sistema di partecipazione alle istituzioni, rilanciando il rapporto di trasparenza tra etica e politica, la coerenza tra programmi, soluzioni e risorse“.
La gente è ormai all’esasperazione davanti alle solite facce, disgustata da quello che producono: poltrone, agi, impunità e denaro per loro e disoccupazione, pugno di ferro, manganelli e povertà per tutti gli altri. Il giochino va avanti dal dopoguerra. Direi che ci siamo divertiti abbastanza. E sì, avete letto bene, con il suo esperimento locale Efisio Arbau, dissociandosi dal Pd, e dalla staticità che rappresenta, ha guidato una coalizione giovane, che alle provinciali ha ottenuto il 23,90% dei consensi. Cosa potrebbe succedere se si realizzasse l’unione dei rottamatori, l’unione dei Movimenti?
Di Movimenti come questi, in Italia, ne stanno nascendo decine. Quello che manca è un contenitore, un qualcosa che li metta insieme per raggiungere lo scopo comune: spazzare via quelle consuete e consunte, inutili, noiose, voracissime, rissose e irascibili, brutte facce dalle istituzioni, quindi dalla tv, quindi da ogni dove.
Beppe Grillo e Movimento Cinque Stelle, se ci siete, battete un colpo: in politica, come nella musica, i tempi sono importanti. Dimostrate di avere orecchio.