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Per uscire dalla crisi dell’edilizia: abbandonare la via della cementificazione e delle grandi opere
Per uscire dalla crisi dell’edilizia: abbandonare la via della cementificazione e delle grandi opere
Recuperare l’esistente piuttosto che continuare a costruire ex novo, perseguire opere pubbliche innovative di mobilità sostenibile, energie rinnovabili, servizi pubblici
Movimento Perugia Civica
COMUNICATO STAMPA
E’ sempre più evidente che la politica di cementificazione e edificazione indiscriminata, fin qui perseguita come unico volano di sviluppo sia dalle forze economiche che da quelle politiche locali, è giunta al capolinea: basta guardarsi attorno e vedere come la città sia soffocata da troppi palazzi e palazzine vuote, inutilizzabili, invendute e invendibili. Intanto vanno avanti - chissà con quali prospettive - grandi operazioni immobiliari come Monteluce o la ex De Megni. Chi abiterà in tutte queste case? C’è a Perugia ormai una offerta di abitazioni che supera ogni possibilità di assorbimento. Non è quindi seria né credibile la pretesa di quanti, operatori economici e politici, continuano a insistere su una strada senza sbocchi. L’attività edilizia oggi è in crisi a causa della sua crescita drogata nell’ultimo decennio, e l’occupazione ne risente pesantemente. Ma quelli che hanno realizzato grandi profitti speculativi oggi se la passano bene, ben diversamente dagli addetti all’edilizia, richiamati a Perugia da altre regioni o dall’estero e oggi privi di lavoro e di mezzi per vivere. Allora bisogna cambiare strada. Per questo Perugia civica esprime il suo vivo apprezzamento per l’intervento della Fillea Cgil, che (in aperta polemica con i costruttori di Ance) si schiera decisamente a favore del principio di recuperare l’esistente piuttosto che continuare a costruire ex novo. E’ condivisibile infatti che oggi l’edilizia potrebbe avere un ruolo decisivo e positivo nel miglioramento dell’assetto del territorio, piuttosto che essere degradata a distruzione selvaggia e cementificazione del territorio stesso. Vanno individuati e perseguiti interventi su acquedotti, reti fognarie, opere ciclopedonali, impianti, mobilità pubblica. Questi sono alcuni dei settori che possono riqualificare la città e il territorio, ridare all’edilizia una funzione propulsiva e sociale, e infine garantire i livelli di occupazione nel settore. Quello che noi aggiungiamo è che non è insistendo sulle grandi opere distruttive che si otterranno questi risultati, né si avrà il consenso sociale, che invece ci può essere sulle opere pubbliche necessarie, utili, innovative, a favore della mobilità sostenibile, delle energie rinnovabili, dei servizi pubblici e dei beni comuni.
Nome: Vanni Capoccia Commento: Proprio ora ho letto un'intervista a Renzi, sindaco di Firenze, nella quale afferma di voler portare avanti a Firenze la politica del Volume zero ovvero recupero e trasformazione dell'esistente. Per la cronaca Renzi è risultato il sindaco più apprezzato d'Italia.
Vanni Capoccia