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Il Comitato di Bettona vede riconosciute le proprie ragioni
Il Comitato di Bettona vede riconosciute le proprie ragioni
Un altro passo importante verso l’accertamento delle responsabilità degli inquinatori
La giustizia a volte è lenta, ma alla fine arriva sempre. La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Procuratore Giacomo Fumu e dal Pubblico Ministero Manuela Comodi nei confronti di 26 persone implicate nei fatti di continuo e massiccio inquinamento perpetrato per ben 30 anni a Bettona, dimostra come i nostri numerosi esposti e denunce presentati nel corso degli anni fossero del tutto fondati.
Che la situazione ambientale nel territorio di Bettona fosse pesantemente compromessa appariva del resto di tutta evidenza e riconoscibile a tutti. La puzza asfissiante durante il giorno e la notte, l’inquinamento riconoscibile a vista dei fossi, dei torrenti e del fiume Chiascio in modo particolare nei fine settimana e in occasione delle pioggie, la fertirrigazione fasulla su terreni disponibili solo nella misura del 10% rispetto a quella necessaria, la certificazione di agibilità acquisita solo da 3.000 mq di stalle rispetto ai 60.000 mq presenti nel comune, l’inquinamento dell’acqua di numerosi pozzi: queste solo alcune delle gravi conseguenze della sconsiderata ed illecita gestione del depuratore zootecnico consortile e degli allevamenti suinicoli. Solo un sistema fondato sulla complicità e connivenza a tutti i livelli ha consentito il verificarsi ed il perdurare di questo “disastro ecologico”. Almeno 12 milioni di tonnellate di reflui sono finiti sui terreni e nel fiume. Chi doveva effettuare i controlli, oltretutto pagato da noi cittadini-contribuenti, reggeva il sacco ai lestofanti. L’Amministrazione comunale attualmente in carica, se non fosse stata bloccata dall’intervento della Magistratura, avrebbe creato le condizioni (con la realizzazione di una seconda laguna per i liquami da 90.000 tonnellate) per condannare la popolazione a vivere ancor peggio che nel passato. Per tutta la Giunta, Sindaco e Vicesindaco in testa, è stato richiesto il rinvio a giudizio. Gli atti adottati, nonché le intercettazioni telefoniche, hanno evidenziato lo stretto legame con gli autori materiali di questo disastro. Per noi cittadini quanto è emerso è più che sufficiente per chiedere le dimissioni immediate di questi amministratori. Non è né possibile né accettabile che questi personaggi, visti i precedenti, continuino a gestire le questioni ambientali del nostro comune e il destino dei suoi abitanti. Siamo molto preoccupati per le varie ipotesi di riutilizzo dell’impianto di depurazione destinato a diventare una centrale a biomasse o, peggio ancora, un inceneritore. A queste ipotesi ci opporremo con tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge. Sin da ora annunciamo che il Comitato, ricorrendo presso le competenti sedi giudiziarie, si costituirà parte civile nei confronti di tutti i responsabili, richiedendo loro il risarcimento dei gravi danni arrecati alla salute dei residenti, al deprezzamento patrimoniale dei loro immobili, al notevole danno arrecato all’immagine del comune e del suo territorio.