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Finanziamenti alle paritarie: c’è chi dice no
A Bologna, c’è chi fa qualcosa di concreto sul territorio, presentando una proposta di referendum cittadino consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole private

 
da http://www.cronachelaiche.it/2011/03/finanziamenti-alle-paritarie-c%e2%80%99e-chi-dice-no/

di Cecilia M. Calamani [7 mar 2011]

Credendo di mettere una toppa alle sue recenti esternazioni sulla scuola pubblica, Berlusconi ha aperto, senza rendersene conto, un altro baratro. «Io non ho mai attaccato la scuola pubblica – ha dichiarato sabato scorso in collegamento telefonico con la convention di Noi Riformatori di Avezzano – ho solo detto, parlando a dei cattolici, che bisogna riconoscere alle famiglie cattoliche che mandano i figli alla scuola pubblica il diritto a non vedere insegnati ai loro figli valori diversi da quelli in cui credono».

Già. Appare disdicevole che nei corsi di scienze si insegnino teorie mistificatorie sull’evoluzione della specie o sul funzionamento dell’apparato riproduttivo. Fosse mai che poi qualche ragazzo creda che non discendiamo da Adamo ed Eva o conosca la fisiologia della riproduzione al punto tale da mettere in dubbio che sia stata “pensata” ad esclusivo uso riproduttivo? Ma i pericoli vengono anche dai libri di storia. Perché un ragazzo cattolico dovrebbe conoscere la violenza sanguinaria delle Crociate o i crimini orrendi di cui si è macchiata la Santa Inquisizione?

Ma c’è un altro punto sul quale il premier non ha lesinato la sua sensibilità di uomo giusto: «Bisogna aiutare queste famiglie, magari con un buono scuola, perché anche quelle meno abbienti possano mandare i figli alla scuola che vogliono».  Ecco, siamo finalmente arrivati al punto. Più che un aiuto alle famiglie meno abbienti, per le quali qualche centinaio di euro non farà certo la differenza, il premier deve aiutare se stesso e il Pdl per le prossime tornate  elettorali.

Intanto, grazie alla longa manus della Finanziaria estiva 2008, per il prossimo anno sono previste 20mila cattedre e 14mila posti in meno per il personale non docente. Traducendo,  (ancora) meno ore di lezione, migliaia di precari disoccupati, diminuzione del numero di classi con conseguente aumento del numero di alunni per classe. Ma anche meno bidelli, tecnici di laboratorio e dipendenti amministrativi.

In questo clima di polemica persistente, tra chi si indigna e chi lancia manifestazioni di protesta per difendere la scuola pubblica, c’è chi fa qualcosa di concreto sul territorio, presentando una proposta di referendum cittadino consultivo sui finanziamenti comunali alle scuole private paritarie. Succede a Bologna, dove 330 cittadini hanno costituito un Comitato promotore dal nome Articolo 33 che, ispirandosi all’omonimo articolo della Costituzione («Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato»), raccoglie il sostegno di otto associazioni del territorio (Assemblea genitori e insegnanti di Bologna, associazione Per la sinistra Bologna, circolo Uaar di Bologna, comitato bolognese Scuola e costituzione, Comitato genitori nidi e materne, Federazione lavoratori della conoscenza della CGIL, Rete laica Bologna, USB Bologna).



Cecilia M. Calamani


Inserito mercoledì 9 marzo 2011


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