Sicurezza degli operatori dei servizi-socio sanitari in ambito domiciliare, quando la 626 non basta
La normativa attuale presenta un grave vuoto legislativo che non tutela i tanti lavoratori di un comparto così importante e prezioso per l'intera comunità. Perugia diventa capofila - nelle regioni del centro Italia - del dibattito sulla necessità di una nuova legge ad hoc.
Domani in programma un seminario promosso da Ancst Umbria con il patrocinio del Comune di Perugia
Un lavoro importante e
prezioso per l'intera comunità, a favore dei soggetti
svantaggiati e più bisognosi di aiuto: è quello degli
operatori dei servizi-socio sanitari in ambitodomiciliare – un
comparto particolarmente significativo in Umbria con più di
4000 soci lavoratori – che vivono una paradossale situazione di
mancanza di tutela legislativa. Un vuoto normativo su cui si
rifletterà con esperti e rappresentanti delle istituzioni
umbre e del mondo cooperativo di Umbria, Toscana e Marche in
occasione del seminario “La sicurezza degli operatori dei
servizi socio-sanitari in ambito domiciliare: valutazione dei rischi,
misure di prevenzione e formazione dei lavoratori”, che Ancst
Umbria promuoverà venerdì 21 novembre alla Sala
Sant'Anna in viale Roma (a Perugia, all'interno della struttura che
ospita la scuola secondaria di primo grado San Paolo), a partire
dalle ore 9.
“La legge 626 del 1994,
che regolamenta la sicurezza sui luoghi di lavoro – spiega infatti
Vladimiro Zaffini, responsabile Cooperazione sociale Ancst Umbria,
Associazione regionale cooperative servizi e turismo aderente a
Legacoop – presenta un grave vuoto normativo, perché non
prevede la tutela della sicurezza degli operatori dei servizi
socio-sanitari nello svolgimento del loro lavoro di assistenza
domiciliare. Chi tutela l'operatore se, a casa di un proprio
assistito, è vittima anche solo di un piccolo infortunio? Si
tratta di un tema caldo per la cooperazione – prosegue Zaffini –
su cui si è già ragionato in questi mesi in varie parti
d'Italia. Venerdì faremo il punto della situazione, valutando
le esperienze e affrontando questo tema dal punto di vista tecnico,
legale e sanitario, per stimolare i committenti istituzionali
sull'importanza di fare qualcosa”.
Perugia, in particolar
modo, si farà capofila della discussione a livello
interregionale, “visto che abbiamo rivolto l'invito a partecipare
anche ai responsabili della sicurezza delle varie cooperative di
servizi di Toscana e Marche”. Dopo i saluti di Tiziana Capaldini,
assessore del comune di Perugia alle Politiche Sociali, sarà
lo stesso Vladimiro Zaffini ad introdurre i lavori della mattinata:
interverranno l'ingegnere Gabriele Costantini, di Aris Formazione e
ricerca, l'avvocato Massimo Catarinucci, esperto di legislazione del
lavoro, la dottoressa Marzia Mordini, della Direzione sicurezza
sociale del comune di Firenze, Alfredo Allegri, addetto ai Servizi
prevenzione comune di Firenze, il dottor Sergio Truppe, membro della
Direzione coordinamento nazionale Medici competenti e il dottor
Giorgio Miscetti, responsabile vigilanza Asl 2 di Perugia. Concluderà
i lavori l’intervento di Damiano Stufara, assessore regionale ai
Servizi Sociali.
“Riteniamo – conclude
Zaffini – che sia assolutamente necessario che i vari soggetti
interessati si facciano promotori, in Umbria come in Toscana o nelle
Marche, di azioni volte alla tutela degli operatori dei servizi-socio
sanitari in ambito domiciliare, stimolando in questo modo un
intervento sulla legislazione a livello nazionale”.
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