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Tre anni dopo la strage di pesci sul Tevere
La gestione del fiume avvenga nell’interesse della collettività e nel rispetto del suo ecosistema

30 luglio 2011
COMUNICATO STAMPA
TRE ANNI DOPO LA STRAGE DI PESCI SUL TEVERE
Tre anni sono passati da quella che abbiamo chiamato strage e ci chiediamo che cosa sia cambiato e migliorato da allora nella gestione dell’ecosistema Tevere.
Riepiloghiamo le numerose promesse ricevute da prima della strage perché il Tevere è lì da molto tempo, anche prima che nascessero le amministrazioni deputate alla sua tutela e gestione.
Prima fra tutte le promesse Il parco fluviale di competenza regionale che puntualmente viene riproposto ad ogni campagna elettorale. Ultimo atto la condivisibile delibera n. 1 del 9/1/2006, del consiglio comunale di Perugia dopo l’alluvione del 2005, che potremmo definire il libro dei sogni.
Attuata solo per le piccole insignificanti ed economiche operazioni.
Le nostre richieste (che si trovano anche nella delibera) dopo gli eventi calamitosi provocati da cause naturali e antropiche sono stati molteplici, tra queste:
→ La più importante è quella di governare il Tevere come ecosistema integrato e regionale anziché, come avviene, con approccio limitato perlopiù al superamento delle emergenze
→ aggiornamento del catasto degli scarichi e intensificazione dei controlli per eliminare gli scarichi abusivi e per controllare la qualità di quelli regolari
→ monitoraggio più attento degli scarichi industriali e dell’attività delle centraline idroelettriche i cui sbarramenti possono determinare l’aggravarsi delle condizioni critiche
→ regolamentazione degli attingimenti specie in periodi di siccità, se il fiume è in secca è giusto che anche i prelievi vengano ridotti
→ delocalizzare le industrie ormai incompatibili con l’ambiente circostante come la Distilleria Di Lorenzo e la Tecnoasfalti.
Queste sono solo alcune delle priorità, le più importanti, che, se realizzate, potrebbero impedire il ripetersi di calamità come:
→ una nuova strage di pesci se si verificano di nuovo le stesse condizioni
→ condizioni di eutrofizzazione del fiume come quelle denunciate da Legambiente alla fine del mese di giugno
→ presenza di scarichi abusivi come quelli scoperti dal NOE nei giorni scorsi
→ i danni delle ultime alluvioni
o quelle che sono in progetto come
→ le ormai famigerate arginature sulle quali ci siamo espressi in modo scientificamente circostanziato per dimostrare l’insostenibilità di quel tipo d’intervento previsto→ anche l’attività di cava è un rischio per il fiume, l’ultimo esempio è rappresentato dalla nuova cava di Resina, per cui è stata richiesta da poco l’autorizzazione, che si trova vicino alle sponde del fiume
Se poi riepiloghiamo anche tutti gli annunci fatti dai politici dovremmo chiedere conto:
→ all’attuale sindaco del tavolo interistituzionale sul Tevere annunciato, ma non realizzato
→ all’assessore all’ambiente del comune che fine ha fatto l’impegno di delocalizzazione della distilleria e della tecnoasfalti di cui parla la suddetta delibera comunale
→ a quello della provincia se e come proseguono i lavori della seconda commissione provinciale per la delocalizzazione della distilleria
→ al precedente assessore provinciale all’ambiente che fine hanno fatto gli 8 milioni di finanziamenti recuperati per sistemare i percorsi lungo il fiume a annunciati con squilli di tromba.
Da Febbraio 2011 alla complessità di questi problemi si è aggiunto anche quello della diga di Montedoglio che durante un collaudo, mai fatto finora fino a questo livello, ha visto rompersi un tratto del canale scolmatore. Il che ha determinato il suo mancato contributo nella gestione dei flussi di portata. La fortuna ha voluto che la stagione estiva non fosse siccitosa.
Concludiamo auspicando che:
→ la telenovela del parco fluviale diventi realtà e nessun politico si senta più autorizzato ad usarla per il proprio vantaggio
→ le delibere non siano solo un mero esercizio politico specie se votate all’unanimità
→ le diverse amministrazioni competenti collaborino per realizzare più velocemente quanto auspichiamo a cominciare dal parco fluviale
→ le arginature non vengano usate per rendere edificabili aree che ora non lo sono e non potrebbero mai esserlo
→ la gestione del fiume avvenga nell’interesse della collettività e nel rispetto del suo ecosistema.

Aggiornamenti sulle vicende giudiziarie

In merito alle vicende giudiziarie che hanno segnato questo lungo periodo dalla strage dei pesci fino ad oggi molte cose sono accadute. Oltre ai numerosi rinvii che hanno preceduto l'apertura della fase dibattimentale avvenuta, finalmente, il 15 marzo 2011, va ricordata la non ammissione a parte civile del comitato Molini di Fortebraccio nella medesima udienza, poiché ritenuto non sufficientemente rappresentativo, ed un ulteriore rinvio all'11 ottobre 2011 per sentire i testi del PM ovvero tutti coloro che hanno svolto le indagini, personale dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e dell'ARPA.
Di non trascurabile importanza, non soltanto giudiziaria, è inoltre la causa civile di risarcimento avanzata dalla Distilleria nei confronti della Presidente dei Circolo Legambiente d Perugia, in solido con un Consigliere Provinciale, per i danni subiti a seguito della presunta diffamazione a mezzo stampa che avrebbe compromesso per oltre 1 milione di euro l'attività dell'azienda.
Parte attrice sostiene che le asserzioni della Presidente del Circolo in merito ai fatti relativi alla strage dei pesci, siano state talmente diffamatorie da compromettere il buon nome e la reputazione dell'azienda, al punto da influenzare alcuni istituti di credito nazionali, che per tale motivo hanno modificato i loro rapporti, oltre alla numerosa clientela che improvvisamente non avrebbe più acquistato i prodotti della distilleria.
La prima udienza, fissata per il 22 marzo 2011 è slittata per astensione al 27 settembre 2011, data in cui la Presidente Anna Rita Guarducci si costituirà in risposta, sostenendo le proprie ragioni sia di fatto che di diritto, ricordando in particolare la libertà di stampa e di pensiero a cui ogni libero cittadino ha diritto ed il ruolo che ogni personaggio rappresentativo di un'associazione quale Legambiente riveste nel contesto sociale cittadino e locale in genere.



Circolo Legambiente di Perugia, Comitato Molini di Fortebraccio, Wwf Umbria

Inserito domenica 31 luglio 2011


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