29/03/2024
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Il giro del mondo su due ruote di Keiichi Iwasaki
Settantamila chilometri, con tappa a Perugia

È partito nove anni fa dal Giappone, solo lui e la sua bicicletta, per arrivare, una domenica di Agosto, tra i banchi di Umbria Terra Viva.

I banchi del mercato, di tutti i mercati, sono da sempre luogo privilegiato di incontro e scambio. Scambio di merci, certamente, ma anche di storie, e di destini.
In una domenica di agosto, il caldo battente, pochi turisti in giro a cercare fontanelle a cui riempire la borraccia, sandali e vestiti leggeri, grandi dosi di ghiaccio nei bicchieri del bar, il centro di Perugia è semi-deserto, il ritmo lento, le passeggiate ancora più oziose del solito.
Solo in Piazza Piccinino, dove ogni prima domenica del mese si tiene il mercato di Umbria Terra Viva, c’è un po' di animazione. Questo appuntamento, si sa, è rimasto uno dei pochi a celebrare, in pieno centro storico, il rituale dell'incontro tra città e campagna. Ci sono piccoli - e minuscoli - produttori, e tra libri sull'auto-sufficienza e piante aromatiche si trovano (ancora) etichette scritte a mano, o stoffe cucite a mano. Com'è appropriato ad un posto del genere, quasi tutti si conoscono, siano essi esercenti o consumatori. Si raccoglie quindi rapidamente l'interesse intorno al nuovo arrivato, un ragazzo orientale dal grande sorriso, che mostra fogli e cartine accanto al banco della ceramica raku.
Le avventure di Keiichi Iwasaki, 38 anni e più di 70.000 km alle spalle, si possono seguire (facilitato chi riesce a leggere gli ideogrammi, ma ci sono anche foto, itinerari e qualche nota in inglese) sul sito www.feel-the-earth.com. E per “sentire la Terra”, appunto, è partito nove anni fa, solo con la sua bicicletta, con l’intento di “vedere il mondo direttamente, dal di dentro”. Di mezzi di trasporto a motore ne ha presi pochissimi: la nave che dal natale Giappone l’ha portato in Corea e poi qualche passaggio, come quando nel 2008 gli hanno rubato la bicicletta. Keiichi è stato sull’Everest, ha attraversato il Tibet (“la parte più dura del viaggio”) e altri 43 paesi, accompagnato, negli ultimi due anni, dalla sua fidanzata, Yuka Otsuka. "Da quando c'è lei", dice "abbiamo rallentato il ritmo. Ma non ci siamo fermati.” E li aspettano, dicono, altri 5 anni di viaggio, per vedere l'Africa e tutto il continente Americano, prima di tornare a casa. I paesi più belli attraversati? Il Nepal, dove Keiichi è rimasto un anno a studiare arrampicata, e l’Italia. Yuka e Keiichi, che parla anche un po' di Italiano, la stanno percorrendo in tutta calma, com’è loro consuetudine, fermandosi qua e là perché lui possa esibirsi come prestigiatore (qualcuno lo ha avvistato in Corso Vannucci), raccogliendo così il denaro necessario per pagarsi cibo ed ostelli. A Perugia, Keiichi ci è arrivato pedalando da Castiglion del Lago (una bazzecola, per lui che si è fatto i deserti del Pakistan, con un record di lunghezza per singola tappa di 180 km!) per poi ripartire alla volta di Assisi e delle Marche. Ed è così che ha conosciuto la sua connazionale Norico, che lavora la ceramica e lo ha accompagnato a Umbria Terra Viva, con la voglia di far conoscere uno stile di vita e gli amici del mercato.
Anche io, quel giorno, al mercato avevo deciso di venirci lentamente, a piedi. Partendo, certamente, da molto più vicino, visto che abito alle pendici del Monte Tezio, ma sono comunque due ore di cammino, al mio passo, per sentieri e percorsi che con la macchina non si possono raggiungere. Dal bosco alle periferie, che non molto tempo fa erano paesini rurali (San Marco, Ponte d'Oddi), fino alle terribili (almeno per un pedone) strade a percorrenza veloce, a salire, fino ai ciottoli rassicuranti, alle mura dell'Acropoli. Come deve essere anche per Keiichi, a passo lento ho apprezzato la progressione di ambienti diversi, naturali ed antropici, i loro diversi ritmi e il modo in cui entrano in relazione. Centro e periferia, città e campagna... Oriente ed Occidente.
Così, dopo aver conosciuto il viaggiatore Keiichi, questa piazza di Perugia mi sembra un posto nuovo. Qui non è Pian di Massiano, ci sono pochi banchi e ce la si può prendere comoda, un giro per vedere cosa c’è, un giro per salutare i conoscenti, uno per scegliere, uno per comperare, e magari ancora uno per vedere se si ha dimenticato qualcosa - e in questo girotondo di intenti e di voci mi ritrovo a guardare negli occhi i contadini con le loro verdure, i turisti con i loro zainetti e a chiedermi, per mille risposte diverse: e voi, invece, come siete arrivati fino qui?




Deborah Rim Moiso

Inserito martedì 23 agosto 2011


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