25/04/2024
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No di ISDE al trattamento termico dei rifiuti
le motivazioni della Società Internazionale Medici per l'Ambiente (I.S.D.E.) e il sostegno di Cittadini in Rete

I.S.D.E. Società scientifica accreditata presso O.M.S. ed O.N.U. che conta, nella Provincia di Perugia, trenta iscritti tra medici, chimici, fisici ed avvocati, con sede presso l'Ordine dei Medici della Provincia di Perugia interviene nel dibattito sull'opportunità di chiudere il ciclo dei rifiuti per incenerimento.

A proposito del recente interevento del vicepresidente di Confindustria Umbro Bernardini circa la possibilità di bruciare rifiuti sotto forma di CDR nei cementifici il dott. Maurizio Venezi medico omotossicologo membro di I.S.D.E.Italia e presidente della sezione ISDE di Perugia tiene a precisare che:

A proposito del recente interevento del Presidente di Confindustria Umbro Bernardini circa la possibilità di bruciare rifiuti sotto forma di CDR nei cementifici il dott. Maurizio Venezi medico omotossicologo membro di I.S.D.E.Italia e presidente della sezione ISDE di Perugia tiene a precisare che: “L'imponente mole degli studi scientifici accreditati, consultabile da chiunque nei nostri siti web nazionali ed internazionali (I.S.D.E. et altri), è stata recentemente elaborata dal nostro coordinatore scientifico dott. Ernesto Burgio nella pubblicazione "Ambiente e Tumori"  curata dall' A.I.O.M (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Ne risulta inequivocabile evidenza che sostanze di sintesi, vecchie e nuove, introducendosi per via inalatoria o alimentare, possano agire come interferenti endocrini e/o mutageni-cancerogeni all’interno di corpi biologici animali e vegetali. Una volta assunte in corpo possono raggiungere i preziosi siti intranucleari di regolazione della funzionalità biologica (genoma; epigenoma) usando come vettore di trasporto quella materia estremamente frammentata e parcellizzata che va sotto il nome di Particolato Materico (Particulate Matter o P.M.). Esso consegue all’azione dis/aggregante della temperatura con relativo cambio di stato della materia, dalla forma solida a quella gassosa. Gas e vapori che vanno a costituire la sostanza dei fumi di risulta; fumi tanto più ricchi di particolato fine ed ultrafine (il più piccolo e per ciò stesso più nocivo e penetrante) quanto più alta sarà la temperatura di trattamento e quanto meno efficaci saranno i filtri adottabili a sbarramento delle emissioni. Ritengo sia comunemente intuibile che un filtro anti particolato (F.A.P.) capace di intercettare una materia così frammentata da raggiungere il diametro di 0,1 micron (ultrafine particulate matter o P.M. 0,1) dovrebbe essere costituito da una trama tanto fitta da meritare la denominazione comune di "tappo".

Se i tecnici che il dott. Bernardini ha consultato, ritengono possibile far funzionare i cementifici con opportuno “tappo” così da escludere, in via definitiva e salubre, l’emissione dei submicroscopici patogeni, saremo ben felici di valutarne i risultati e la rilevanza scientifica degli studi. Ma, di grazia, che di evidenze1 scientifiche ben repertabili in letteratura debba trattarsi e non delle solite chiacchiere di orientamento politico-economico alla ricerca del massimo profitto con minima spesa.

Tutto ciò solo per accennare la capacità di nocumento dei prodotti delle combustioni in senso lato. Se poi si riflette sul fatto che il C.D.R. (Combustibile da Rifiuto), a differenza di altri combustibili, pur nocivi ma costanti da un punto di vista chimico-fisico, varierà per sostanza di composizione al variare della materia dei rifiuti; si comprende bene che, come medici sufficientemente aggiornati ed adeguatamente responsabili, non possiamo consentire, pena l’assoluta imprevedibilità del danno biologico per imprevedibilità della sostanza del rifiuto, che alcuna considerazione di carattere economico possa prevalere sulle considerazioni di rischio clinico evidenziate dalle griglie interpretative che, secondo scienza e coscienza, possiamo derivare dalle più recenti acquisizioni scientifiche.

Lo smaltimento per termodisgregazione dei prodotti di consumo in dismissione, oltre che per le acclarate rilevanze scientifiche prodotte, deve essere assolutamente escluso da qualsiasi ipotesi di attuazione in nome di quel Principio di Precauzione la cui sostanza risiede in precisi riferimenti di raziocinio medicoscientifico, nonchè inamovibili evidenze di carattere clinico."

Nel rispondere al presunto sostegno degli ambientalisti all'ipotesi di incenerimento dei rifiuti nei cementifici, riportata sul Corriere dell'Umbria del 17 dicembre da G.Silvestri, Giovanni Vantaggi, coordinatore ereferente per l'umbria di ISDE-Italia e coautore del lavoro scientifico I rischi ambientali e sanitari dei cementifici'incenertori , argomenta: “un cementificio di solito produce circa il triplo di CO2 rispetto ad un inceneritore (si vedano i dati relativi alle emissioni del più grande inceneritore d’Europa: Brescia e lo si confronti con le emissioni di CO2 dichiarate da qualsiasi altro cementificio)”

e sulle diossine aggiunge: “sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento esse si riaggregano e si riformano come affermano nei loro lavori scientifici Cormier SA, Lomnicki S, Backes W, Dellinger B. nel loro: “Origin and health impacts of emissions of toxic by-products and fine particles from combustion and thermal treatment of hazardous wastes and materials”[ Environ Health Perspect. 2006;114(6):810-817]”

mentre rispetto allo smaltimento delle ceneri nel cemento mette in guardia: “I test di lisciviazione sul cemento hanno dimostrato che l’immissione delle ceneri da combustione dei rifiuti in esso costituisce un importante fattore di rischio occupazionale, a causa dell’esposizione dei lavoratori a cromo e cadmio attraverso inalazione e assorbimento transdermico durante . [Chen HL, Chen IJ, Chia TP. Occupational exposure and DNA strand breakage of workers in bottom ash recovery and fly ash treatment plants. J Hazard Mater. 2010;174(1-3):23-27.- Liu HH, Shih TS, Chen IJ, Chen HL. Lipid peroxidation and oxidative status compared in workers at a bottom ash recovery plant and fly ash treatment plants. J Occup Health. 2008;50(6):492-497. - Shih HC, Ma HW. Life cycle risk assessment of bottom ash reuse. J Hazard Mater. 2011;190(1-3):308-31 - Aubert JE, Husson B, Sarramone N. Utilization of municipal solid waste incineration (MSWI) fly ash in blended cement Part 2. Mechanical strength of mortars and environmental impact. J Hazard Mater. 2007;146(1-2):12-19. Ecc…]”


Le associazioni, i movimenti e i comitati che insieme a ISDE aderiscono a Cittadini in Rete si associano ad ISDE e chiedono alla politca di applicare il principio di precauzione nelle scelte che hanno impatto sulla salute dei cittadini.




1 Il termine di “evidenza scientifica” si intenda attribuibile solo e soltanto a quegli studi in cui, oltre a risultati, metodi e conclusioni, sia trasparentemente in chiaro: il soggetto committente e finanziante lo studio; L’importo del finanziamento; gli studi che lo hanno preceduto ed indotto con l’esplicita titolarità del committente ; lo scopo per cui lo studio sia stato commissionato.



Angela Cataliotti con i contributi di Maurizio Venezi e Giovanni Vantaggi

Inserito lunedì 19 dicembre 2011


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