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Ricordando Carlo Vittorio Bianchi, scrittore perugino
Lunedì 30 ottobre all’Accademia del Donca


Lunedì 30 ottobre, Teatro comunale Morlacchi, ore 17. Sandro Allegrini e l’Accademia del Donca propongono alla città l’incontro “Ricordando Carlo Vittorio Bianchi, scrittore perugino”. Con testimonianze di Lavinia Castellani, Serena Cavallini, Umberto Raponi. Osservazioni al volume di Claudio Brancaleoni. Relazione di Mimmo Coletti.

Perugino di Monteluce, Carlo Vittorio Bianchi ostentava come un blasone l’umiltà delle proprie origini: discendeva infatti  da famiglia contadina (per parte di padre) e di pescatori  di Torricella (per parte materna). Carlo Vittorio Bianchi è stato appassionato cantore di Perugia e dell’Umbria.
Il suo “Ballata fra due guerre” – ristampato in anastatica da Morlacchi nel 2011 – è un’opera che muove dal cuore, ma che racconta meglio di un saggio storico il “come eravamo” dei monteluciani. Non a caso, suo padre, figura di riferimento del quartiere, veniva definito “l sindco de Montluce”, in ragione della generosità e dell’alto tasso di coinvolgimento nelle vicende umane e sociali della “sua” gente che viveva nel popolare rione perugino.
Bianchi ricostruisce le stagioni, le atmosfere, il modo di stare al mondo, di amare e di odiare, di vivere e di morire della Perugia del suo tempo. Presenta i suoi monteluciani come gente avvezza a risparmiare il fiato per salire in centro e ad usare poche parole, ma buone.  Carlo Vittorio affabula intorno alla storia di Perugia in una dimensione tra il lirico e l’epico.
La sua “ballata”, composta da una miscellanea di frammenti autobiografici, diventa letteratura alta, racconto appassionante, intriso di realismo lirico e di nostalgia. Una “ballata” che Carlo Vittorio amava definire un “trescone”, un dialogo che gli piaceva intrecciare coi lettori, come il ballo di una volta nella cucina della casa contadina.
Tra i suoi tanti volumi sull’Umbria ricordiamo “Carattere degli Umbri” (1958)  e “Umbria per vivere”, dedicato a Virgilio Coletti, altra figura di spicco dell’intelligenza e della cultura perugina.
Carlo Vittorio fu giornalista per i servizi esteri della Rai. Fece l’inviato in Europa, negli Stati Uniti e in Sud America, in Russia, Medio Oriente e Giappone.
Scomparso nel 1995, al suo funerale presso la chiesa di Santa Maria Assunta di Corciano si esibì il cantante Harold Bardley, uno dei tanti amici artisti che aveva sempre incoraggiato con lo scritto e con la parola.
Dell’uomo e dello scrittore parleranno la pittrice Serena Cavallini, l’operatrice culturale Lavinia Castellani, presidente de “La Postierla”, il giornalista Mimmo Coletti che ne fu amico e Claudio Brancaleoni, direttore editoriale delle Edizioni Morlacchi.
Con una testimonianza di Umberto Raponi che gli ha dedicato un breve scritto e il poemetto “Odo l’Umbria cantare”.
La ristampa della Ballata fu fortemente auspicata da Sandro Allegrini che convinse il fratello Alberto Bianchi, recentemente scomparso, ad assecondare la divulgazione di un’opera ormai introvabile e che resta una delle espressioni poetiche più alte della peruginità, oltre che un documento storico e antropologico di eccezionale valore.




Inserito giovedì 26 gennaio 2012


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Commenti

Nome: Stefania
Commento: Peccato non aver letto il libro di C.A.Bianchi!

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