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Acqua: rispettare l'esito del referendum
La campagna ‘obbedienza civile’ pone un problema serio che non può essere eluso. Bene De Magistris e Forum dei comuni per i beni comuni.



”L’esito del referendum sull’acqua non può essere cancellato. Occorre difendere la pubblicità dell’acqua, fondamentale bene comune e patrimonio della collettività, dalla speculazione del mercato. E’ pertanto necessario che i sindaci e i comuni dell’Umbria contestino la non applicazione del dettato referendario e si facciano garanti del volere popolare, mettendo in campo ogni provvedimento utile al rispetto del risultato referendario”. Con queste parole Oliviero Dottorini interviene in merito al dibattito sull’adeguamento degli assetti gestionali del servizio idrico rispetto all’esito del referendum del 12 e 13 giugno 2011.

“Il “Forum dei comuni per i beni comuni” guidato da Luigi De Magistris – continua Dottorini – ha lanciato una mobilitazione importante per la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di governo del territorio. Da questo punto di vista la campagna di “obbedienza civile”, promossa dal movimento e dalle associazioni, pone un problema serio che non può essere eluso. Non è più possibile continuare a far finta di nulla e agire come se gli italiani non si fossero espressi in maniera tanto netta e inequivocabile. E’ compito precipuo delle amministrazioni comunali, anche attraverso i propri rappresentanti nelle società che gestiscono il servizio, dare seguito alle determinazioni sancite con il voto popolare ed elaborare credibili piani di ripubblicizzazione del servizio idrico. Intanto sarebbe opportuno distinguere nettamente il budget destinato ad investimenti rispetto a quello che va alla gestione, quindi creare le società delle reti per conferire valore ai beni che attualmente i privati utilizzano senza un vero e proprio corrispettivo”.

“Comprendiamo la complessità di un sistema normativo che ha intrecciato e consolidato nel tempo commistioni di pubblico e privato che, anche in relazione alla sussistenza di accordi e contratti precedentemente stipulati, non consente oggi una soluzione semplice e immediata. Auspichiamo però che si dia seguito ad una ricognizione di tutte le azioni percorribili al fine di restituire ai cittadini un diritto inalienabile. Il diritto all’acqua pubblica, la tutela dei beni comuni e la democrazia non devono rimanere formule vuote. E’ necessario che questi principi, affermati con forza dai cittadini che si sono recati a votare per il referendum, siano messi in pratica attraverso atti legislativi e amministrativi in grado di interpretare il volere popolare e renderlo effettivo”.

 

Perugia, 31 gennaio 2012



Oliviero Dottorini

Inserito mercoledì 1 febbraio 2012


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