25/04/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Di qua o di là dalla sbarra
Una sbarra che fa discutere (orari, modalità, organizzazione) è già una buona cosa. Ma sulla liberazione del tratto di strada non si deve tornare indietro

L'articolo Quando una sbarra vuol dire libertà (pur giudicato da qualcuno, magari a ragione, "insignificante") ha suscitato una vivace discussione, con una trentina di commenti fino a questo momento. Una partecipazione che non può che far piacere, dal punto di vista redazionale; anche se la maggior parte dei commenti proviene dal gruppo dei rugbisti, che si sentono penalizzati dal provvedimento di cui si parla. 

Speriamo che la discussione si allarghi, perché evidentemente il caso, anche se riguarda una piccola e specifica area, è emblematico del modo di affrontare i cambiamenti in materia di spostamenti e mobilità. Del resto, il caso non riguarda solo un piccolo gruppo di persone, ma tutta la comunità cittadina, visto che parliamo di beni pubblici.

Intanto si possono cercare alcuni punti di attenzione:

- le proteste per la presenza della sbarra nascono da due motivazioni: alcuni chiedono di percorrere la via e di avere un parcheggio vicino all'impianto, altri di percorrere la via solo per raggiungere l'impianto per accompagnare o riprendere i bambini. Non sembra che le due cose coincidano; oppure si chiede l'accesso per poter parcheggiare?

- al fondo delle proteste (che rifiutano l'idea di comodità o "indolenza") ci sono due fattori: la fretta e la paura. La fretta per chi non può permettersi di perdere quindici minuti per fare 50 o 300 metri; la paura delle brutte frequentazioni serali e notturne. Sulla fretta, forse si può ovviare organizzando i frequentatori, sul tipo dei piedibus che si vanno via via diffondendo. Su questo il Comune dovrà a sua volta impegnarsi.
Per ciò che riguarda i brutti incontri, forse proprio il via vai dei frequentatori dell'impianto potrebbe allontanare i brutti ceffi che invece si approfittano del traffico (vedi le prostitute). Certo le questioni vanno ben al di là di una sbarra, ma d'accordo, non vanno sottovalutate. 

In questa situazione, a una società sportiva compete un ruolo di mediazione e di avvio di nuove modalità di spostamento, anche con creatività, non quello di fomentare la protesta su un provvedimento (certo opinabile e migliorabile). Per questo mi pare strana la risposta di Rugby Perugia sul tema della sbarra divelta, quando si dice pronto a pagare i danni: che c'entra la società sportiva con i vandali? invece di isolarli e stigmatizarne il comportamento, sembra quasi che se ne assuma il costo. Una maggior chiarezza non guasterebbe, anche per mettersi sul giusto piede di una trattativa.

E credo che ci siano margini di trattativa, se si usa il buon senso e il metodo partecipativo. Intanto, il provvedimento del Comune, come leggiamo nell'ordinanza, ha carattere sperimentale: credo che la prima cosa da sottoporre a verifica siano le modalità di accesso per i mezzi operativi e di soccorso; per questo noi proponevamo un telecomando, ma può andar bene un citofono con pulsante a distanza gestito dall'impianto, o qualunque altra soluzione tecnica possibile.

Credo che anche sull'orario serale-notturno si potrà ragionare (ma non so come la pensino in comune, e perché sono giunti a chiudere a 24 ore: nell'ordinanza si parla di reiterati comportamenti scorretti). 

Certo la liberazione dal traffico di quel tratto di via è un fatto positivo e su cui nessuno deve tornare indietro, pur con gli accorgimenti necessari (come accade in tutti gli altri casi casi di limitazione del traffico), e tenedo conto dell'importanza che hanno le attività sportive (come il rugby) e il loro sviluppo, specie tra i giovani: importanza che non è in discussione; quando parlavo di "sedicenti" sportivi mi riferivo a chi pretende sempre e comunque di passare in macchina, usando lo sport come pretesto.
Sicuramente, a partire da questo, un confronto aperto tra il Comune, le associazioni, le società ecc., potrà essere produttivo: e il Comune non potrà tirarsi indietro.
Intanto, la Tramontana è lieta di mantenere aperto il dibattito, che spero continui ricco e franco com'è stato fin qui.




Inserito giovedì 12 aprile 2012


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Commenti

Nome: paolo-pg
Commento: Ecco gli "energumeni" che solitamente bazzicano nei campi da Rugby prima delle 20.00: http://www.nprugby.it/tutto-pronto-per-la-quarta-edizione-del-torneo-di-minirugby-citta-di-perugia/ . Ragazzini che non hanno neppure raggiunto la maggiore età, un'invito ai fruitori del percorso verde occasionali di andare a vedere lo spettacolo della città del Minirugby manifestazione che oggi terrà occupato buona parte dei campetti sportivi del percorso verde e lo stadio "Curi".

Nome: Un rugbista
Commento: Oggi piove, sono le 15, c'è allenamento e per arrivarci devo fare 800 metri a piedi, sotto l'acqua, con la borsa. Chiedo alla mia mamma di accompagnarmi con la macchina fino agli spogliatoi. "Non si può", mi risponde, "è per la sicurezza di tutti gli altri fruitori dell'area verde". "Ma non c'è nessuno!", ribatto io. La mia mamma, stavolta, resta in silenzio....

Nome: Rugby Perugia
Commento: Questione sbarra verso la soluzione 19 aprile 2012 Il Sindaco di Perugia Wladimiro Boccali ha comunicato ieri alla Rugby Perugia a.s.d. gli ultimi provvedimenti in ordine alla questione sbarra. L’ordinanza recentemente emanata è stata modificata prevedendo la chiusura della sbarra, per il periodo 21 marzo/31 ottobre, dalle ore 14 alle ore 20 (e non più alle 23). Dopo quell’ora rimarrà aperta per permettere l’entrata ai veicoli diretti agli impianti sportivi. Per il pomeriggio il Comune riferisce di aver predisposto, oltre alla dotazione di pass nel numero di 2 per squadra (per le esigenze logistiche) e la messa in funzione di citofono collegato alla sede della Darvin (società di gestione) per le emergenze, l’apertura, per il parcheggio dei veicoli diretti al campo rugby, di una parte di terreno a lato pista pattinaggio della quale si sta allestendo la schermatura con alcune piante. L’accesso delle auto avverrà dalla stradina già esistente (e attualmente chiusa con due sbarre) che sbocca su viale dell’Ingegneria, mentre l’accesso pedonale al campo dalla suddetta area avverrà da subito, almeno in via provvisoria, attraverso il cancelletto del campo da gioco o quello del campo baseball dietro gli spogliatoi.

Nome: Paolo
Commento: In effetti la trattativa c'è stata ed il percorso verde rimarrà aperto dopo le 20.00. Domenica c'è la partita, vediamo come è la situazione, dopo la chiusura della sbarra ci sono stati assurdi disservizi, speriamo che questa domenica invece, l'intolleranza lasci spazio alla civiltà di chi ci amministra.

Nome: andreamisiani
Commento: Caro signor Paolo, verrebbe voglia di dirle, considerato che è così esperto di leggi, perché non prende carta penna e calamaio e fa un esposto contro i responsabili che hanno deciso di mettere la sbarra? Invece io penso che se la società ascoltasse meno chi, come lei, soffia abilmente sul fuoco e andasse in comune con la voglia di trovare una soluzione sono certo che verrà trovata un accordo che soddisferà le esigenze di tutti.

Nome: Claudio
Commento: Non credo che quando hanno chiuso al traffico quella strada lo abbiano fatto per impedire l'accesso alla squadra ospite, alle Forze di Polizia ne, tantomeno, alle autambulanze. I motivi sono altri.

Nome: Paolo
Commento: Nessuno è mai andato "a folle velocità" nel tratto che conduce ai parcheggi del campo del campo da Rugby, non esistono sanzioni al C.D.S. in tal senzo. Dove si svolgono competizioni ci vuole un'accesso agevole agli atleti, alla squadra ospite, alle Forze di Polizia che nel caso devono ripristinare l'ordine pubblico, e alle ambulanze per non ripetere l'errore che ha cagionato la morte di Morosini. Non sono solo gli atleti del Rugby che potrebbero aver bisogno di soccorso, ma anche tutti i veri fruitori del percorso verde.

Nome: Alessandro
Commento: Nell'ultimo film di Fellini ad un certo punto si dice (più o meno): "Se tutti parlassimo più piano forse ci potremmo ascoltare". Allora perché non abbassare i toni, perché continuare ad etichettare gli altri come: "Gli amanti della sbarra" Tra l'altro chi scrive così, si pone dalla parte di chi odia la sbarra. (Ed uno quando odia una cosa può anche distruggerla). Quindi, per favore, chi pensa di aver subito un torto ha un interlocutore, è il Comune. Si rivolga ai vigili urbani che se saranno saggi sapranno trovare una soluzione che acconteterà quasi tutti. gli unici insoddisfatti rimarranno gli intolleranti che, invece di pensare alla convivenza tra le persone, preferiscono dividersi tra chi ama e chi odia la sbarra. Felici Alessandro

Nome: Rosa
Commento: Se si va a "velocità folle" in Viale dell'ingegneria non può essere un motivo per andarci nella strada tra il percorso verde ed il campo del Rugby. L'hanno già scritto: le strade uniscono. Il comando dei vigili urnbani può facilmente trovare una soluzione.

Nome: Claudia
Commento: Mi pare che il problema di cui si dibatte non sia stato causato da chi ha rotto la sbarra. Quell’atto teppistico è una conseguenza e contro chi l'ha commesso, se fosse responsabile uno di loro, non dovrebbero vedersela i rugbisti. Per queste cose ci sono i vigili. Compito di Rugby Perugia e dei rugbisti, eventualmente, è quello di segnalarglielo. Dire ci pensiamo noi è una non bella esibizione di “machismo”. Il problema del quale si discute è nato dalla velocità di chi passava con l’auto, dall’arroganza di alcuni autisti, dall’intolleranza di altri. Un fatto tanto vero che ora si chiedono dossi. Penso ci sia stata anche l’insofferenza di alcuni “amanti del verde” o della “sbarra” come con sottile sarcasmo sono stati definiti. Comunque, proprio perché è un problema che riguarda un Bene Comune gli interlocutori sono il Comune ed i vigili urbani ai quali penso ci si debba rivolgere partendo da tre verità: la causa che ha originato il problema è reale e non inventata; che i bisogni di chi fa rugby, baseball ed usufruisce del percorso verde sono reali e vanno soddisfatti; che nessuno di questi bisogni è superiore a quello degli altri.

Nome: Nates
Commento: Scusate tanto,a proposito dell'eccessiva velocità delle auto degli sportivi che sarebbe un buon motivo per chiudere la sbarra. Ma qualcuno ha mai protestato per le macchine che vanno a velocità folle in viale dell'Ingegneria proprio davanti al parcheggio (quello appena dopo il ponte ferroviario di ingegneria) che pensionati, mammme, podisti e quant'altro usano e attraversano per andare al percorso verde? Avete mai provato ad attraversare anche sulle strisce su quel pezzo? Ci sono centinaia di macchine di continuo che rendono la vita difficile a tutti. Perché nessuno ha mai chiesto di ripristinare il doppio senso a Santa Lucia, causa dell'attuale situazione? Forse perché è più facile prendersela con le 4 macchine che vanno al rugby e che in % sono lo 0,001 rispetto al traffico di quella strada? Che ne dicono gli amanti della sbarra? Su quel punto ad agosto un ragazzo del baseball a momenti ci lascia la pelle, perché i vigili e gli altri cittadini non sono così solerti come col rugby? Perché gli "ecologisti" non raccolgono firme per quel problema molto più serio e invocano il pugno duro solo contro il rugby?

Nome: Antonio Angeloni
Commento: Cara Dorothee viva la tolleranza. Mi senbra giusto, siete sportivi quindi...camminare!!! e se piove? Ombrello e impermiabile!!! e se qualcuno si fa male? a piedi fino all'ospedale!!! E se qualche disabile vuole arrivare al campo? Vecchi e bambini? I genitori? mi sembra proprio un bel commento anni venti. Complimenti! (N.d.R.: Il commento della Dorothee è stato pubblicato per errore: la redazione vuole mantenere la discussione al livello civile, e non intende pubblicare aggressioni verbali. Ce ne scusiamo con lettori e lettrici).

Nome: Rugby Perugia
Commento: Gentile Direttore, anzitutto grazie per aver dedicato pagine del suo web all'argomento, spero che le tante reazioni di chi non la pensa come lei (e non sono solo rugbisti) non l'abbiano meravigliata più di tanto. Sono in parecchi questi giorni quelli che salutavano la chiusura come un toccasana poi, al semplice parlarne, hanno cambiato idea e si sono resi conto della complessità della cosa dandoci ragione praticamente su tutto. Alla società sportiva compete un ruolo di coordinamento e mediazione: vero. Se lei ha letto, come indicavamo, la cronistoria degli eventi sulla home page del nostro sito, avrà visto come noi ci andiamo sbattendo da anni per una questone che per noi è vitale. Solo che l'ordinanza ultima ha troncato ogni discussione e calpestato la nostra dignità di interlocutori. Ribadiamo: il diritto dei pedoni ad una regolamentazione del traffico è sacrosanta; nessuno di noi ama le auto lì dentro. Però che ci siano gli impianti da 30 anni e con quegli accessi, costruiti e progettati dal Comune è un altro fatto che non si può bypassare e non si può chiudere tutto senza fornire soluzioni alternative alle diverse centinaia di associati che frequentano il rugby (un valore sociale anche questo, non crede?): è stato da tanti definito un affronto e cosi è. Così come non crediamo sia difficile capire che il primo passo verso il degrado di un'area è la sua desertificazione, per cui la presenza dei cittadini "per bene", come gli sportivi, dovrebbe stare a cuore anche ai cittadini che sportivi non sono e frusicono dell'area magari solo poche volte la settimana o l'anno. Se il percorso verde è una realtà ancora accettabile (al contrario di altri parchi e quartieri cittadini) è anche grazie a chi come noi la vive anche di sera, d'inverno, buttandoci fior di quattrini sugli impianti, rendendo quotidiano il problema (e le soluzioni) della manutenzione e del decoro ed esercitando quel controllo diffuso che rende la vita più difficile a chi mal si comporta, fossero anche i bulletti che insozzano i prati o gli automobilisti troppo veloci e non solo delinquenti e malintenzionati. Lei chiede sarcasticamente quali siano le nostre reali esigenze, di comodità o di sicurezza, le rispondo: entrambe. Sulla sicurezza non mi dilungo se non per contestare che l'andrivieni pedestre sia più deterrente di quello in auto, per ragioni semplici: in auto si sta più sicuri (penso soprattutto alle ragazze e alle mamme), è più facile chiedere o prestare soccorso e così via. E poi se le cose dovessero rimanere così l'andirvieni cesserà presto, non solo in auto ma anche a piedi. La comodità mi pare altrettanto comprensibile: chi fa sport sa quanto è difficile coinvolgere ragazzi giovani o adolescenti nel fare seriamente attività sportiva, che richiede quell'impegno e sacrificio coi quali tutti si riempiono la bocca quando parlano dei valori educativi dello sport. Perché vessarli e punirli ulteriormente inventandogli un ostacolo nuovo che potrebbe contribuire, insieme alle tante altre distrazioni, ad allontanarli dal campo? Stesso discorso per i genitori che debbono accompagnare i figli coi minuti contati. La collettività dovrebbe cercare di eliminare gli ostacoli per lo sport, non crearne altri. Così non ci aiuta, ci penalizza. Sui presunti "reiterati comportamenti scorretti" francamente ne so quanto lei: se qualcuno ha qualcosa da contestarci lo faccia e ne parliamo. Sulla trattativa e il metodo partecipativo è proprio la loro assenza la ragione del nostro malcontento. Abbiamo fatto tante proposte concrete, tutte a costo zero per il Comune: dal mettere un guardiano a presidio dell'area che gestisca il transito e la sosta nei momenti di maggiore affollamento (l'estate l'attività dle rugby è ferma), la dotazione di pass, fino all'ultima concreta proposta che salva capra e cavoli, sempre a costo zero (ci siamo proposti noi di coprire le spese, in tutto o in parte); - apertura della sbarra dopo le 20, cioè quando al percorso verde non c'è più nessuno, neanche nelle giornate di sole; - per il pomeriggio aperura del "parcheggino" lato pattinaggio già esistente (da schermare a nostre spese con una eventuale rete), dove il Comune ha già in progetto di realizzarne uno definitivo per servire la zona degli impianti dal lato est, come suggerito da un altro intervento nel blog. Sarebbe una soluzione per tutti, già avallata (o addirittura proposta) dagli stessi tecnici comunali, i camminatori sarebbero salvaguardati, il rugby (e il baseball) pure e si potrà tornare a pensare serenamente alla nostra attività sportiva quotidiana. Stiamo aspettando ad ore la risposta ufficiale. Riguardo alla sbarra divelta: già detto che non solo non abbiamo suggerito noi la cosa (ci mancherebbe) ma che ci dissociamo. Il farsi eventualmente carico del ripristino, qualora risulti essere stato uno dei nostri, risponde ad un nostro scrupolo e cioè quello di non nascondersi dietro ad un dito e di farsi carico, verso la collettività, degli eventuali danni che un nostro associato (col quale poi ce la vedremmo inter nos) possa provocare per ragioni attinenti alla pratica sportiva. Non ne saremmo tenuti ma, se del caso, lo faremo. Fa parte della nostra cultura e del nostro modo di essere che lei evidentemente non comprende o comunque non condivide. Ne prendiamo atto. Avremmo tanto altro da dire ma ci fermiamo qui, auspicando una volta di più il confronto selle reciproche posizioni perché solo da lì possono venire soluzioni tutt'altro che impossibili. Vedere ieri sera, ad esempio, quando al campo c'erano una marea di bambini infra14enni giocare e mangiare assieme ad una squadra irlandese più altrettanti adulti, ed essere costretti a rimanere fuori, al buio e sotto l'acqua, mentre tutt'attorno il Percorso Verde è stato un deserto per tutta la giornata, mi ha dato francamente parecchia tristezza. E' questo che vogliamo? Grazie per l'ospitalità. Rugby Perugia Federico Baldinelli

Nome: Antonio Angeloni
Commento: L'accesso ai campi sportivi deve essere garantito in modo agevole per tutti gli utenti, gli appassionati, i sostenitori, gli allenatori, le mamme i babbi i nonni e le nonne le forze dell'ordine, i mezzi di soccorso e perchè no anche gli arbitri ecc... Per passeggiare c'è tutto lo spazio di cui c'è bisogno. Con dei dossi per la riduzione della velocità si risolverebbe la questione senza calpestare i diritti di nessuno.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Nonostante i miei propositi non riesco a resistere alla tentazione di inserirmi in questa nutrita e interessante discussione dando un mio piccolo contributo. Voglio innanzitutto precisare, una volta per tutte, le lunghezze del tragitto da compiere eventualmente a piedi per raggiungere l’impianto di Rugby che è esattamente di 468m dalla sbarra di viale Pietro Conti (lato Palaevangelisti) e 270m dalla sbarra di via ingegneria. Queste misure l’ho compiute col “righello” di Google Earth. E’ proprio osservando dall’alto l’intero complesso sportivo di Pian di Massiano che mi è venuta voglia di dire la mia: ciò che si vede è una accozzaglia di impianti sportivi messi a caso, in una rete di percorsi pedonali e strade per auto che si intersecano, creando le inevitabili diatribe di questi giorni. Ciò deriva verosimilmente da una stratificazione storica di usi diversi del territorio di pian di Massiano che da agricolo è stato poi industriale (tabacchificio) e oggi parco di svago con annessi impianti sportivi. Se ci fosse stata una pianificazione urbanistica razionale, una volta individuata una nuova funzione del territorio, probabilmente gli impianti sportivi come quello del Rugby sarebbero stati piazzati vicino alla strada e dotati di un adeguato parcheggio e possibilmente di fermata autobus, mentre le “zone parco” sarebbero state messe al riparo dal traffico automobilistico creando una estesa area solo pedonale. Ma da qualche decennio la razionalità non è più di casa presso il nostro comune: le decisioni politiche sulla gestione del territorio vengono prese da persone incompetenti e senza neanche uno straccio di laurea... e questo è il risultato!

Nome: Vanni Capoccia
Commento: Le strade, in genere, sono state fatte per unire. Possibile che poche decine di metri a Pian di Massiano debbano dividere?. La strada, il percorso verde e lo stadio del rugby non sono tre cose separate sono un unico Bene comune. Ecco, se si parte da questa semplice verità prevarrà quella cosa che si chiama civismo (una bella parola che mette insieme civiltà e cittadinanza), si riuscirà a guardare, ascoltare e capire le ragioni degli altri, non pensare solo alle proprie e trovare una soluzione. In fondo sia chi fa il rugby, sia chi frequenta il percorso verde esercita lo stesso diritto: quello di vivere in modo salutare una parte della propria giornata. E siccome i diritti si possono esercitare solo a partire dal rispetto di quello degli altri senza pensare che il proprio sia superiore (in questo caso il passo dal diritto alla prepotenza è breve) è ora di organizzare quello che i rugbisti chiamano “Terzo tempo”. Il tempo nel quale finisce lo scontro e ci s’incontra e si discute a partire da una stretta di mano.

Nome: Giorgio Baldinelli
Commento: Faccio appena in tempo ad inviare un commento sul primo articolo ed ecco spuntare il secondo. Allora, commento anche il secondo: 1) L’autore scrive: “…alcuni chiedono di percorrere la via e di avere un parcheggio vicino all'impianto, altri di percorrere la via solo per raggiungere l'impianto per accompagnare o riprendere i bambini. Non sembra che le due cose coincidano…”. E allora? Entrambe, pur diverse, mi sembrano motivazioni più che valide. 2) Più avanti si scrive che sembra “… strana la risposta di Rugby Perugia sul tema della sbarra divelta, quando si dice pronto a pagare i danni: che c'entra la società sportiva con i vandali? invece di isolarli e stigmatizzarne il comportamento, sembra quasi che se ne assuma il costo. Una maggior chiarezza non guasterebbe”. Quante volte dobbiamo scriverlo, Renzo, che stigmatizziamo e ci dissociamo dai vandali? 3) Ancora:”… credo che ci siano margini di trattativa, se si usa il buon senso e il metodo partecipativo…” Bene, emettere un’ordinanza così restrittiva senza interpellare nessuno mi sembra un esempio di metodo partecipativo un po’ deboluccio. 4) Poco oltre: “…il provvedimento del Comune ha carattere sperimentale…”. Certo, una breve sperimentazione di soli 12 mesi! Quindi state zitti per un anno, poi ne riparliamo: nessun caudillo di Provincia avrebbe fatto di meglio. 5) Ancora: “…Certo la liberazione dal traffico di quel tratto di via è un fatto positivo e su cui nessuno deve tornare indietro…” Non male, come punto di partenza di una trattativa, i delegati degli Alleati alla fine della Seconda guerra mondiale erano stati meno arroganti nei confronti di quelli dell’Asse durante il trattato di Parigi. 6) Gran finale: “…quando parlavo di sedicenti sportivi mi riferivo a chi pretende sempre e comunque di passare in macchina, usando lo sport come pretesto…”. Eh no, caro Renzo, riporto la frase del tuo primo articolo, che aveva ben altro significato e che forse ti sei accorto anche tu essere indifendibile (da qui la retromarcia): ”…sedicenti sportivi che hanno protestato, perché pretendono di portare l'automobile o il motorino fin dentro l'impianto sportivo, e non vogliono farsi a piedi nemmeno cinquanta metri”. In prosa, starebbe a significare che a fare la differenza fra gli sportivi veri e quelli sedicenti sia la volontà di farsi o meno 50 (800 in realtà) metri a piedi. Quindi tutti quelli che parcheggiano davanti ai Palasport, nei parcheggi di tutte le palestre di Perugia e così via non si meritano l’appellativo di sportivi veri perché non si fanno una bella passeggiata prima dell’attività.

Nome: Paolo
Commento: Alte inesattezze: Sul precedente commento il Rugby Perugia ha scritto che per le responsabilità dell'atto criminoso è in attesa che i Vigili Urbani acquisiscano le riprese video della telecamera posta sopra la sbarra e "QUALORA" il vandalo che l'ha divelta risultasse essere persona frequentante il campo da Rugby verrà interessato direttamente l'artefice del gesto al rimborso, con l'impegno della società in questione. Questo hanno dovuto riferirvelo perché sull'articolo avete additato come colpevoli i frequentatori del campo pur non essendo stata fatta ancora alcuna indagine. I vandali ci sono tant'è che hanno danneggiato anche l'auto di uno degli allenatori del Rugby Perugia fuori dalla "sbarra" per questo la società è in attesa che le indagini facciano emergere i colpevoli di questi delitti che quotidianamente mietono vittime proprio sui parcheggi adiacenti al percorso verde. Sono innumerevoli, infatti i furti di borse all'interno delle auto e i danneggiamenti, pertanto visto che la zona è così poco sicura mi sembra strano che non si possa considerare che l'atto di vandalismo l'abbia compiuto un malvivente.

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
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