28/03/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> come sta il nostro Tevere?

come sta il nostro Tevere?
gli esiti del progetto AMICO TEVERE promosso dal circolo Legambiente di Perugia con gli studenti del secondo anno dell'Istituto Comprensivo Volumnio di Ponte S. Giovanni, ARPA - Umbria, Dipartimento di Chimica Università di Perugia, COOP centro Italia

E' terminato il progetto del circolo Legambiente di Perugia AMICO TEVERE con gli studenti del secondo anno dell'Istituto Comprensivo Volumnio di Ponte S. Giovanni. Il progetto comprendeva attività in campo e attività in laboratorio. Oggi 26 maggio si è svolta l'ultima fase con la comunicazione e l'analisi dei risultati.
C'era da aspettarselo che i risultati delle analisi non indicassero un ecosistema in salute. Non è una sorpresa trovare sostanze inquinanti provenienti dalle fognature, si dovrebbe misurare l'efficienza del depuratore ed esercitare un controllo più stretto degli scarichi abusivi che Legambiente puntualmente denuncia. Insomma, benché fosse un'indagine a scopo didattico i risultati sono degni di attenzione in quanto i procedimenti e i protocolli sono stati rispettati. Che la qualità dell'ecosistema fosse mediocre era scontato visto lo sfruttamento che si fa del fiume e la poca cura per il suo ecosistema. Di seguito si riportano i giudizi delle due indagini.

RISULTATO DELL'INDAGINE CHIMICA
I campioni di acqua, sedimento e piccoli organismi viventi (sanguisuga di fiume), prelevati dai ragazzi della scuola media Volumnio presso il Tevere all’altezza di Ponte San Giovanni, sono stati elaborati ed analizzati al Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia, sempre con il coinvolgimento dei ragazzi. Per lo svolgimento delle analisi ci si è avvalsi di un sofisticato spettrometro di massa, in grado di effettuare in pochi minuti la ricerca di oltre centomila sostanze organiche note, con una sensibilità elevatissima, dell’ordine dei picogrammi (10-12g). L’indagine, da ritenersi in questa fase assolutamente preliminare, ha permesso di identificare con una probabilità superiore al 90% circa 40 sostanze di origine antropica. Tra queste vi sono alcuni fitofarmaci (insetticidi, repellenti, erbicidi) e numerose altre sostanze immesse inconsapevolmente dall’uomo, come prodotti per la pulizia, cosmetici, farmaci, e metaboliti di sostanze d’abuso. Mentre i primi giungono al fiume dai campi coltivati trasportati dalla pioggia, le seconde vi giungono tramite il sistema fognario perché non sono completamente trattenute dai depuratori. Con questa indagine preliminare non è stato possibile stabilire i livelli di concentrazione assoluta di ciascuna sostanza. Tuttavia, vista l’estrema sensibilità dell’apparecchiatura impiegata, è plausibile che le concentrazioni siano ben al di sotto dei limiti consentiti per le acque superficiali, ove questi limiti esistono.
Un esito davvero impressionante delle analisi, purtroppo ben noto agli specialisti, è stato quello di evidenziare il fenomeno del bioaccumulo e della “biomagnificazione”: le sostanze presenti in acqua, anche in concentrazioni bassissime, sono state ritrovate nel sedimento e nelle sanguisughe di fiume rispettivamente centinaia e migliaia di volte più concentrate. E' con lo stesso meccanismo che gli inquinanti più persistenti, inserendosi nelle catene alimentari, giungono all’uomo molto più concentrati di quanto si ritrovino nell’ambiente.

INDAGINI BIOLOGICHE
In base al numero di unità sistematiche rilevato ed al gruppo faunistico più sensibile presente, è stato ricavato un valore di Indice Biotico Esteso pari a 6, equivalente ad una terza classe di qualità, corrispondente ad un giudizio di ambiente alterato. La stazione esaminata, infatti, riflette una particolare condizione di impatto morfologico e meccanico, derivante dalla realizzazione della diga, che, ovviamente, ha influito sia sul profilo fluviale, che sulle componenti chimico-fisiche (abiotiche) e biologiche (biotiche) del Tevere.
E’, comunque, doveroso puntualizzare il carattere essenzialmente divulgativo di questa esperienza didattica. Infatti, per una corretta valutazione qualitativa di un corso d’acqua, mediante l’utilizzo del protocollo I.B.E., il campionamento deve essere eseguito in un tratto fluviale sufficientemente distante da sbarramenti, in modo tale da evitare la non rappresentatività del dato. Va, comunque, sottolineata la coerenza della valutazione effettuata, che appare in linea con le caratteristiche ambientali ed ecologiche della stazione indagata e, più in generale, con la tipologia fluviale di riferimento (tratto vallivo di un fiume che attraversa agglomerati urbani).

Anna Rita Guarducci,Presidente Legambiente Perugia







Inserito sabato 26 maggio 2012


Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 6976209