ma quanno che sém gionti giù al Frontone
éno artrovèto tutti ‘n sentimento.

Umberto Calzoni

Carissimi perugini, perugine e residenti nella nostra città,

tra poco sarà il XX Giugno, una giornata che non è una semplice commemorazione, ma l’espressione di un sentimento civile che Aldo Capitini e Walter Binni hanno descritto con bellissime parole e Guglielmo Miliocchi ha sempre portato con sé.
Fu grazie a questo sentimento che poco dopo i fatti del 20 giugno 1859 i cittadini di Perugia si rifiutarono di partecipare al carnevale del legato pontificio ed il 21 febbraio 1860 andarono al Camposanto per stringersi ai loro morti.
Spinti dalla stessa passione Primo Ciabatti e Riccardo Tenerini, giovanissimi allievi di Capitini, il 6 giugno 1941 decisero di partire dal Borgo XX Giugno per scrivere sui muri della città frasi contro la guerra e la dittatura e, a Perugia ormai liberata, alcuni cittadini chiesero agli ufficiali inglesi di rallentare la marcia per entrare in città il 20 giugno 1944.
Successivamente Aldo Capitini decise di far partire dal Monumento al XX Giugno la prima Marcia della pace nel 1961.

Tornando ai nostri giorni, come ben sapete a Perugia sono avvenuti fatti molto gravi nella Piazza della Fontana: bande di spacciatori si sono scontrate nel cuore pulsante di tutto il Comune per il controllo del territorio, aggredendo poi, davanti al Corpo di Guardia comunale, i mezzi delle forze dell’ordine.
Che Perugia sia al centro delle cronache per episodi collegati allo spaccio delle droghe è una storia che dura da anni. Un problema complesso la cui soluzione non può essere del tutto delegata alle forze di polizia, al Comune, ai servizi pubblici e del privato sociale.
Chi si confronta (e scontra) con un fenomeno così multiforme e mutevole, che agisce profondamente nell’animo della persona e di una comunità per farlo efficacemente ha bisogno di una rete sociale che lo sostenga e, se necessario, lo critichi.
Ha bisogno di sentire il respiro del nostro sentimento. Se vogliamo dirlo diversamente, ha bisogno del nostro civismo, una parola che - racchiudendo civiltà, cittadinanza, partecipazione e solidarietà - ci dice che il senso del vivere e del fare sta nel costruire insieme.
Ma una rete sociale funziona e produce gli “anticorpi” necessari se ha nodi saldi e maglia fitta, se si rafforzano giorno dopo giorno i legami tra i cittadini.
È per questo che la “Società operaia” chiede a Collegi, Sodalizi, Circoli, Associazioni di tutto il Comune, alle istituzioni culturali, ai sindacati, alle nostre Università ai singoli cittadini, a chi risiede a Perugia e le vuol bene di essere presenti alle ore 10,00 del 20 giugno di quest’anno nel luogo della memoria cittadina.

Ritrovarsi al Monumento al XX Giugno - un simbolo di libertà, come l’ha definito Raffaele Rossi – dopo aver rivolto un pensiero grato alle vittime del 20 giugno 1859 servirà per guardarci in faccia e dirci che non siamo soli, che dobbiamo guardare al presente e pensare al futuro dei nostri figli e nipoti.
Per far sapere a chi delinque e a chi, per vari interessi, è con queste bande connivente che c’è l’anima di una città che li guarda e li giudica.
Per ricordare che quelli del 20 giugno 1859 ci hanno insegnato che tutto ciò che succede in ogni angolo di Perugia ci riguarda.