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Enegia rinnovabile in umbria
troppa elettricità da biomasse e fotovoltaico, mancano risparmio, calore e mobilità sostenibile

Il Piano d’Azione Nazionale sulle energie rinnovabili (PAN), adottato dal Governo nel giugno 2010, fissa al 17% l’obiettivo del consumo energetico rinnovabile rispetto al consumo finale lordo (CFL). Tale obiettivo è  raggiungibile agendo in quattro direzioni:
1) stabilizzando - o diminuendo - i consumi con l’aumento dell’efficienza energetica e del risparmio nei consumi finale, (ri-qualificazione energetica degli edifici, uso di elettrodomestici a basso consumo ecc);
2) aumentando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabile (elettricità da FER), come fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse e biogas;
3) aumentando la produzione di calore da fonti energetiche rinnovabili (Calore da FER) come solare termico, geotermia;
4) aumentando il trasporto pubblico alimentato con energia rinnovabile (treni elettrici o altri sistemi urbani).
 
Schema tratto da: “Il quadro italiano sulle fonti rinnovabili” Luca Benedetti, Responsabile Unità Studi – GSE 2012

In Italia lo stato di avanzamento complessivo ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 17% al 2020 è positivo, in quanto al 2010 oltre il 10% dei consumi energetici complessivi è stato coperto mediante fonti rinnovabili, contro l’8,86% del 2009. In particolare, nel settore elettrico, l’Italia è in anticipo rispetto agli obiettivi fissati al 26%, poiché la capacità installata a fine 2011 è già in grado di assicurare la produzione prevista per il 2020 (fonte DM rinnovabili 6/7/2012).

Anche in Umbria la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabile è in forte anticipo avendo già superato nel 2010 la quota del 26% da raggiungere entro il 2020, come si vede dallo schema seguente.

 
la quota % Umbra di energia Elettrica Rinnovabile rispetto al consumo finale lordo.  Schema tratto da http://www.gse.it/it/Dati%20e%20Bilanci/Simeri/Pages/default.aspx

E quindi evidente che per  il perseguimento degli obiettivi in materia di fonti rinnovabili si deve dare maggiore impulso ai settori calore e trasporti e all’efficienza energetica, che richiedono, tra l’altro, minori investimenti rispetto a quelli necessari alla produzione di energia elettrica da FER.

Sono settori in cui l’Umbria è invece decisamente carente e dove molto si potrebbe fare: dall’incentivazione della qualificazione energetica delle abitazioni private (che rilancerebbe il settore edilizio, oggi in forte crisi), all’ammodernamento ed elettrificazione della Ferrovia Centrale Umbra (che ridurrebbe l’inquinamento causato dal trasporto privato).
In questo contesto il perseverare in una politica regionale di forte incentivazione alla produzione di energia elettrica rinnovabile con impianti a biomasse e biogas appare alquanto immotivata e fuori luogo.

Roberto Pellegrino Movimento Perugia Civica

Inserito sabato 14 luglio 2012


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Commenti

Nome: Franz
Commento: Che bei discorsi!! Fotovoltaico si, ma solo lungo le superstrade umbre, non come hanno fatto fino ad oggi che gli amministratori pubblici hanno dato autorizzazioni e li hanno fatti installare addosso a versanti di colline o montagne facendo degradare cos� il belpanorama. Ricordiamoci per� che il F.V. ha un tempo limitato di vita, che � pochissimo (sincerasi con veri competenti non con venditori di questi prodotti), perch� poi c'� la disintallazione e lo smaltimento dei materiali: Che percentuale hanno di riciclabilit� ? Io sono convinto che il nucleare sia l'unica soluzione per il fabbisogno umano di energia elettrica: tanto ognuno di noi non rinuncer� mai ai propri confort... Politici umbri ignoranti, incapaci e ladri, fa bene la provincia di Terni a voler andare con Roma, dicendo che chi ha amministrata l'Umbria fino ad ad oggi l'ha portata ad un degrado irrimediabile.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Maurizio, è vero che col biogas si POTREBBE produrre calore da cedere in teleriscaldamento ma la realtà UMBRA è che gran parte degli impianti a biogas (e molti di quelli che premono di essere autorizzati entro l'anno per arraffare gli incentivi prima dell'entrata in vigore del "decreto Clini"), producono solo energia elettrica. Il calore di combustione del biogas viene/verrà utilizzato dentro l'azienda per scaldare i digestori o al più gli uffici o le stalle. Che io sappia gli impianti umbri che bruceranno biomasse per produrre calore da cedere come teleriscaldamento useranno come combustibili oli provenienti dall'estero (ho sentito parlare di India e Africa). Questo, non solo secondo me, non è ecologicamente ed eticamente corretto. Nel nord Italia le centrali che bruciano biomasse fanno uso dei sottoprodotti della silvicoltura locale, che mi sembra ben più corretto... Di nuovo mi trovo d'accordo col decreto Clini che limita l'approvvigionamento di biomasse al territorio dei comuni che rientrano in un raggio di 70km dall'impianto, e anche questa mi pare una buona mossa, tutto il contrario di quello che ha recentemente fatto l'assessore regionale Rometti. Non mi trovo d'accordo con la politica regionale umbra perchè favorisce la speculazione: pochi imprenditori (che qualcuno chiama "prenditori") che si arricchiscono a spese di ignari utenti ENEL, molti disagi per la collettività locale (inquinamento, puzze, traffico di mezzi pesanti ecc) a fronte di quali vantaggi?

Nome: maurizio
Commento: Se diciamo che l'efficienza è prioritaria rispetto alla produzione di energia da fonti rinnovabili siamo tutti d'accordo. Se diciamo che la produzione di calore efficiente e possibilmente da fonti rinnovabili siano settori nei quale l'umbria e l'italia devono investire di più e meglio siamo tutti d'accordo. Quello che non ci vede d'accordo è che le argomentazioni precedenti portino a voler criticare una presunta "politica regionale di incentivazione" portando come esempi proprio quegli impianti che per loro natura possono produrre calore (biogas e biomassa). In pratica ok l'articolo a parte la chiosa finale che non ha molto poco senso rispetto a quanto c'è scritto prima...

Nome: fabio
Commento: Io sono ampiamente d'accordo con la diminuzione del consumo di energia, ma questa non deve essere in contrapposizione, con la sostituzione del fossile col rinnovabile. Per questo che ti dico che il mio commento non era ironico, lo dimostra il fatto che plaudi a clini insieme alle lobi del gas, del petrolio, del carbone etc. Cmq per la cronaca Ghedafi è morto e non esistono accordi internazionali che non si possono modificare. Si chiama volontà politica! Io voglio che chiuda la centrale a carbone di Bastardo, sostituendo con una produzione diffusa sul territorio di biogas da sottoprododotti, eolico e fv. Poi, dato che fai l'esperto del settore, ti dico che ciò che il decreto passera/clini ha ammazzato è il fotovoltaico. Il biogas è incentivato solo con quota maggioritaria di sottoprodotti. E va bene! Inoltre il tuo affezionato clini, ha aumentato gli incentivi per chi fa combustione di oli vegetali e di "rifiuti a valle della raccolta differenziata"! Praticamente si affossa il fotovoltaico per rinserire i CIP6. E tu ti ritieni pure soddisfatto del Decreto! Complimenti!... Bè come si dice, tra populisti non si mozzicano!

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Fabio, grazie per i complimenti (che suppongo ironici). Qualche sera fa, la RAI ha mandato, rigorosamente in notturna, una intervista al Ministro Clini il quale ha candidamente affermato che il vero freno alle rinnovabili non è certo il cosiddetto “pacchetto clima/energia 20-20-20” che, come giustamente sottolinei, detta solo degli obiettivi minimi. Clini ha lasciato intendere che il vero freno alle rinnovabili sono gli accordi siglati tra Berlusconi (quand’era presidente) e Putin/Gheddafi, accordi che costringeranno noi italiani almeno per i prossimi 15 anni a consumare combustibili fossili. Quindi le aziende automobilistiche italiane non immetteranno nel mercato auto elettriche, il trasporto umani/merci continuerà su gomma e noi continueremo a scaldare le nostre “case colabrodo” (cioè incapaci di trattenere il calore), con il metano russo. Penso invece che andare oltre gli obiettivi fissati dal pacchetto clima/energia non servirà a nulla se prima non verranno ridotti i consumi: anche con le rinnovabili “a tutta manetta” non riusciremo mai a scaldare le case che abbiamo e a far circolare tutte le auto che girano oggi a benzina/diesel. Dovremo anche modificare gli accordi coi fornitori internazionali, anche se dubito che questo avverrà in tempi brevi! A onor del vero il governo Prodi aveva provato, proponendo i rigassificatori off-shore, a permettere un approvvigionamento di gas più liberale (e non legarsi al cappio dei metanodotti e ai relativi rubinetti). Ma in quel caso gli ambientalisti dettero una grossa mano a Putin, opponendosi alla costruzione di tali impianti. Detto questo, per quanto riguarda idroelettrico, biogas/biomasse, sai meglio di me che in Umbria “non c’è trippa per gatti”. Plaudo quindi al decreto messo a punto da Clini che taglia le gambe all’ondata speculativa sul settore rinnovabili. La verità è che consumiamo troppa energia e che bisognerà prima o poi imparare ad usarne di meno e meglio… e in questo la crisi ci sta dando un grosso aiuto!

Nome: fabio
Commento: Quella riportata in questo articolo è esattamente la teoria delle grandi e potenti lobi del carbone, del petrolio, del gas e del nucleare. Non capisco perchè, viste le potenzialità del nostro Paese, non si possa superare la soglia MINIMA imposta dall'UE ed uscire dalla dipendenza da Gas. Per fare ciò serve un mix tra il risparmio energetico, così come posto nell'articolo, e la sostituzione delle materie fossili con le rinnovabili: fotovoltaico, solare, eolico, idroelettrico, geotermico e Biogas (da sottoprodotti)! Le grandi lobi cercano, invece, di mettere in contrapposizione il risparmio energetico con la produzione di energia da Fonti rinnovabili, ponendo come appiglio i limiti posti dall'UE e i buoni risultati dell'Italia negli ultimi anni. E Pellegrino, in questo articolo, fa un riassunto perfetto dei grandi interessi economici della corporazione del fossile... Complimenti!

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