l’Umbria sacrifica la natura in favore di caccia libera e cemento selvaggio attorno ai parchi
Occorrono nuove e urgenti misure di conservazione delle aree protette e non la deregulation per favorire nuove cementificazioni
“Dov'è finita l'Umbria verde che si autoproclama leader nella protezione del paesaggio e dell'ambiente?
Chi tutela la natura in Umbria se i parchi regionali sono svuotati di
funzione e circondati dal cemento? – E’ quello che si chiedono Antonio
Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente e Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria dopo l’approvazione, con una ampia e trasversale maggioranza della legge di ridefinizione delle aree vicine ai parchi. Unica meritoria eccezione i voti contrari di IDV e di Prc-Fds che
ottiene l'apprezzamento dell'associazione anche per essere stata
l'unica forza politica a ricordarsi dell'impegno di Legambiente. - Non ci rimane che appellarci a San Francesco e San Benedetto, altrove riconosciuti come ambientalisti ante litteram, visto che il consiglio regionale ha deciso di dare un colpo durissimo ai diritti ecologico-ambientali in questa regione”.
“Non rende un buon servizio
agli umbri né ai propri elettori chi sostiene che le norme di tutela
sono il problema e il limite allo sviluppo dei territori della dorsale
appenninica o addirittura che questi sono la causa del proliferare di
specie animali invasive e dannose – continuano Antonio Nicoletti e Alessandra Paciotto - I parchi e le aree della rete Natura
2000 con tanto di vincoli e regole stringenti esistono per
salvaguardare la biodiversità e i sistemi ecologici più rilevanti del
territorio regionale e nazionale. E quindi anche le aree contigue sono
importanti e parte integrante del sistema di salvaguardia. E’ vero
invece che è possibile coniugare salvaguardia della natura con lo
sviluppo economico, anzi sono proprio la conservazione della
biodiversità, la salvaguardia del paesaggio e la valorizzazione delle
risorse ambientali e naturali che diventano elementi fondamentali per lo
sviluppo di un’economia solida e duratura a patto che si investano
risorse e si promuovano politiche adeguate, quello che è sempre mancato
in questa regione”.
"In Umbria occorrono nuove e
urgenti misure di conservazione e valorizzazione delle aree protette regionali e
non certo la deregulation per nuove cementificazioni e nuove speculazioni. –
concludono i due rappresentanti di Legambiente – A distanza di 17 anni è necessario riaprire una
discussione e un confronto serio tra le comunità locali, le forse politiche e
sociali per il rilancio del sistema dei parchi e delle aree protette
dell'Umbria”
Legambiente Umbria
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