19/04/2024
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Differenziata: Umbria a macchie di leopardo
Progressi importanti, ma sulla differenziata siamo ancora 21 punti al di sotto del 65 per cento previsto per il 2012. E intanto gli Ati subiscono una sanzione da 321mila euro. Puntare su rifiuti zero, tariffazione puntuale e filiere del recupero

“L’Umbria procede a più velocità, mettendo assieme picchi nettamente confortanti con vere e proprie sacche di arretratezza che appesantiscono il dato complessivo della regione. La raccolta differenziata quindi fa un significativo passo in avanti, ma il 65 per cento previsto dal Piano per il 2012 è ancora molto lontano. Accanto a una significativa decrescita della produzione totale dei rifiuti, effetto soprattutto della crisi, emerge la necessità di assumere con convinzione la strategia rifiuti zero e mettere in atto tutte le azioni tese a ridurre la produzione di rifiuti e a incentivare la raccolta differenziata”. Con queste parole Oliviero Dottorini presidente dell’associazione “Per un’Umbria migliore”, commenta i dati della produzione e della raccolta differenziata in Umbria relativi al 2012 che vedono l’Umbria attestarsi al 44 per cento di raccolta differenziata, con un decremento del 2 per cento di produzione totale di rifiuti.
“Il 6 per cento di incremento della raccolta differenziata rispetto al 2011 - aggiunge Dottorini - è sicuramente un dato incoraggiante rispetto alle deludenti performance degli anni passati. Non siamo certo al cambio di passo in grado di far decollare un sistema virtuoso e gli obiettivi del Piano regionale rimangono lontanissimi, ma ci sono elementi da apprezzare che devono indurci a credere ancora di più nelle politiche di riduzione, riuso e differenziazione spinta, puntando su filiere del recupero, tariffazioni puntuali e incentivi per i comuni più virtuosi. Da questo punto di vista è da sottolineare come il mancato raggiungimento degli obiettivi – aggiunge Dottorini – oltre a comportare un danno all'ambiente e alla salute dei cittadini, comporta anche un danno pesantissimo per le casse degli Ati, che si sono visti applicare la sanzione di oltre 321mila euro da parte della Regione, come mancato raggiungimento degli obiettivi previsti (articolo 21 del Piano dei rifiuti). Tra gli Ambiti territoriali spicca la forbice sempre più ampia che divide il nord dal sud della Regione. Il 46 per cento raggiunto dall’Ati 1 e il 51 per cento dell’Ati 2 rendono il dato dell’area Foligno-Spoleto-Orvieto-Terni particolarmente deludente, con l’Ati3 al 38,5 per cento e l’Ati 4 fermo al 35 per cento. Spiccano le performance di Perugia, passata in due anni dal 35 al 54 per cento, e di comuni come Umbertide (oggi al 57 per cento), Marsciano (62,5), Bastia (53,6), Magione (52,2), Todi (51,8) e Gubbio (49,3). Fanalini di coda si confermano Assisi, ferma al 24 per cento, e Orvieto che addirittura torna al 18,3 per cento dopo aver toccato il 21,5 per cento nel 2011. Ancora lenti nella progressione i comuni di Amelia, Narni, Gualdo Tadino e Corciano”.
"Resta aperto il capitolo della qualità della raccolta differenziata, non ancora domiciliare in tutta la regione e talvolta viziata da percentuali di scarti troppo elevate. La volontà di incrementare le azioni di riduzione e differenziazione dei rifiuti - conclude Dottorini - deve incontrare il sostegno di politiche adeguate. A iniziare dalla creazione delle filiere del recupero e dall'adozione della strategia "rifiuti zero" come principio ispiratore dell'intero ciclo integrato. Sono questi gli strumenti che possono farci immaginare un'opzione alternativa al conferimento in discarica o all'incenerimento, con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. I dati del 2012 ci dicono che siamo ancora 21 punti percentuali al di sotto del 65 per cento che avremmo dovuto raggiungere nell’anno appena trascorso. C'è da rimboccarsi le maniche, apprezzando il buono che si sta facendo ed evitando enfasi a dir poco inopportune".



Oliviero Dottorini

Inserito venerdì 21 giugno 2013


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