08/05/2024
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E se domani... il Parco fluviale del Tevere
Perché il diritto ad un ambiente sano va di pari passo con il diritto alla salute che non dovrebbe essere oggetto di scambio nemmeno con un posto di lavoro

E se domani si proponesse un candidato sindaco di Perugia che avesse, tra i primi punti del suo programma politico, la realizzazione del parco fluviale del Tevere, noi lo voteremmo e faremmo votare. Senza se e senza ma.

Certo è che questo candidato dovrebbe essere molto convincente e, soprattutto, credibile visto che l'argomento è stato sfruttato a fini propagandistici elettorali per 30 anni, senza realizzare nulla. Le competenze maggiori sono attualmente in capo alla Provincia, ma ancora per poco visto che è destinata ad essere soppressa. Dopo saranno trasferite, verosimilmente, in ambito comunale. In questi 30 anni si è parlato anche di un parco regionale, e ce ne sarebbe ragione visto che la metà del percorso del fiume passa in terra umbra, ma forse sarebbe più realistico progettare il parco nel territorio comunale, 25 chilometri appena. In questo modo si limiterebbe il numero dei soggetti da coinvolgere, non si impazzirebbe dietro alla frammentazione di competenze e si risparmierebbero la fatica e i tempi necessari a contemperare le esigenze e le mire di tutti. Questi 25 chilometri potrebbero essere gestiti da uno strumento in grado di tutelare zone di grande pregio naturalistico e ricche di biodiversità come l'ansa degli Ornari che, previo accordo con i privati proprietari, potrebbe diventare un luogo accessibile e fruibile. Potrebbero finalmente essere regolamentati e controllati tutti gli scarichi assegnando responsabilità di controllo ai frontisti. Si potrebbe trattare con i frontisti stessi per la manutenzione della loro porzione di sponda e per il controllo degli attingimenti, regalare un percorso verde ai cittadini che sia sempre fruibile e non rimanga sconnesso e pericoloso per mesi dopo un'alluvione, dichiarare inedificabili le aree golenali, trattare le arginature con i criteri dell'ingegneria naturalistica; queste sono solo alcune delle necessità che reclama il fiume.

Non sembri leggera questa attenzione all'ambiente in un momento di crisi economica così marcata, anzi sono proprio questi frangenti a richiedere maggiore attenzione per scongiurare le violazioni dei diritti più elementari. Perché il diritto ad un ambiente sano va di pari passo con il diritto alla salute che non dovrebbe essere oggetto di scambio nemmeno con un posto di lavoro.

Se esiste un candidato che condivide si faccia avanti e troverà collaborazione.


                                                             



Anna Rita Guarducci, Barbara Todini, Lauro Ciurnelli, Ambientalisti

Inserito sabato 10 agosto 2013


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