18/04/2024
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Stoviglie usa e getta: meglio evitarne un uso frequente
I polimeri incorporano una grande varietà di sostanze che inevitabilmente migrano nel cibo soprattutto se quest’ultimo è caldo e/o oleoso

Dalla comparsa delle prime forme di vita sul nostro pianeta ad oggi sono passati circa 4 miliardi di anni. In questo lunghissimo periodo tutti gli organismi viventi che si sono succeduti sulla Terra hanno ricavato energia e materia dall’ambiente circostante. Ambiente che noi abbiamo giustamente definito “naturale” in contrapposizione a quello “innaturale” dell’era industriale che in soli cento anni ha introdotto nell’ambiente una quantità enorme ed estremamente varia di sostanze mai esistite prima sulla faccia della Terra.

Dal punto di vista dell’adattamento delle specie viventi, cento anni sono un periodo insignificante, ci vorranno cioè milioni di anni affinché le specie viventi, tramite la selezione naturale, si adattino a convivere o sfruttare le nuove sostanze introdotte dall’uomo.
Nel frattempo ci godiamo gli innegabili vantaggi, ma subiamo anche gli svantaggi delle sostanze non biodegradabili, tossiche o nocive che usiamo quotidianamente in modo più o meno inconsapevole: polimeri plastici, coloranti, antiossidanti, farmaci, detergenti, lubrificanti, pesticidi, carburanti, conservanti  ecc… Questi gruppi comprendono un insieme enorme di sostanze diverse, peraltro in continuo aumento, e di cui non si conoscono in profondità gli effetti sulla salute umana e sull’ambiente. A volte succede che gli effetti negativi si scoprono dopo decine di anni di uso massiccio, come è successo per l’insetticida Ddr o per i Pcb (PoliCloroBifenili).
Una delle principali vie con cui le sostanze di sintesi penetrano nel nostro corpo è l’alimentazione: il cibo infatti nelle sue fasi di produzione, confezionamento, conservazione, trasporto, cottura, scodellamento, incorpora una notevole varietà di sostanze di sintesi.

Molte di queste contaminazioni derivano dalle stoviglie o altri contenitori di plastica con cui il cibo viene a contatto. I polimeri infatti incorporano una grande varietà di sostanze che inevitabilmente migrano nel cibo soprattutto se quest’ultimo è caldo e/o oleoso. La letteratura scientifica internazionale è particolarmente ricca in questo settore, tanto che la Commissione Europea ha istituito un apposto ufficio sulla sicurezza alimentare che,  sulla base delle ricerche scientifiche,  mette a punto i nuovi regolamenti che gli stati membri devono adottare.

Il regolamento europeo Eu/10/2011 riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, elenca “solo” 974 di queste sostanze, tra le più note e di cui si hanno elementi sulla nocività. A riprova della continua evoluzione della materia, dopo un solo anno l’elenco delle sostanze regolamentate è stato aggiornato dal Regolamento europeo Eu 1183/2012.

Da quando esistono le regolamentazioni europee i contenitori alimentari prodotti in Europa (quelli contrassegnati col marchio Ce) dovrebbero essere garantiti per un contenuto di sostanze indesiderate inferiore ai limiti stabiliti. Tuttavia, vista la continua evoluzione nella produzione di nuovi polimeri e additivi plastici,  l’uso abituale di tali stoviglie dovrebbe essere evitato perché potrebbe causare un accumulo di sostanze dagli esiti ancora imprevedibili.

Chi volesse approfondire la materia può visitare i siti “Food Contact Materials” della Commissione Europea.



Roberto Pellegrino - Biologo Ambientalista

Inserito martedì 27 agosto 2013


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