26/04/2024
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Per una Piazza Grimana che sia casa di tutti
Uno spazio pubblico programmato dall’uomo sull’uomo capace di convertire il passato di un luogo nel suo futuro. Un futuro che non potrà che essere dato da cittadinanza, partecipazione ed integrazione

SOCIETÀ GENERALE DI MUTUO SOCCORSO DI PERUGIA

Mantenere e rinsaldare radici, legami, affetti è una necessità per l'equilibrio degli individui e della comunità nella quale vivono; da senso all’identità sociale ed individuale. Al contrario, quando i legami tra i cittadini si affievoliscono il tessuto sociale si smaglia, non regge più come prima ed attraverso esso passa di tutto come, purtroppo, la cronaca cittadina ci racconta ogni giorno.
Relazioni e senso d'identità diventano più saldi quando le persone hanno la possibilità di riconoscersi in date, luoghi e simboli. A Perugia l’Arco etrusco ha questa forza simbolica e, proprio per quello che significa nella nostra comunità, ogni pensiero su piazza Grimana pensiamo debba partire dall’Arco stesso. Prima di tutto non immaginandolo come fondale scenografico di una piazza, un capolavoro assoluto avulso dal suo contesto, ma vederlo per quello che è: elemento principale della nostra cinta muraria etrusca, fulcro di un territorio più ampio e non solo della sua piazza.
Quindi, non una meraviglia da sfruttare o da valorizzare; ma monumento ancora vivo che da valore non solo alla nostra comunità ma all’umanità e che ha cambiato funzione con il cambiare della città: Non più baluardo e porta d’ingresso della città, ma una specie di porta a due ingressi (un “arco trionfale”) attraversando il quale da un lato si va verso il cuore di Perugia, dall’altro si entra nella piazza e da questa nell’Università per Stranieri, oppure ci si muove verso l’Università degli studi o il Borgo di Porta sant’Angelo.
Un territorio, quello dell’Arco etrusco, che comprende gli orti delle Prome e del Verzaro. Una camminata mozzafiato quella degli orti del Verzaro, con a sinistra il muro etrusco e a destra la vista di Porta Sant’Angelo fino al convento di monte Ripido, che termina in piazza San Francesco al Prato con la visione dell’Oratorio di san Bernardino. Altrettanto bella quella delle Prome, da dove con un solo sguardo si vedono i borghi di Porta sant’Angelo e sant’Antonio, le mura medievali, il campanile dell’Alessi, lo scambio città campagna e sotto, attaccati al muro etrusco, gli orti da far curare.

Detto questo, pensiamo che una riflessione su una futura piazza Grimana non possa che partire dalle domande e dai problemi che ci pone la piazza così com’è oggi.
Il campo di pallacanestro dovrà esserci nella nuova piazza? Può sembrare una questione da poco, invece pensiamo che meriti un’attenta riflessione per il ruolo che svolge: un luogo della frequentazione informale e dell’integrazione, elemento salutare che si rivolge ai giovani in un ambiente che giorno dopo giorno si degrada. Così come non bisogna dimenticare la bella immagine che dà di Perugia, una città dove a giovani di tutto il Mondo è data la possibilità di giocare a pallacanestro sotto lo sguardo imponente dell’Arco. E c’è bisogno di un nuovo bar nella zona? Aiuterà a dare un servizio in più e lavoro a qualcuno o danneggerà solo quello di chi già vi opera?
Poi c’è lo spinoso problema del traffico. Ci vuol poco a capire che così com’è è insopportabile e basta dare un’occhiata a Piazza Cavallotti per comprendere che gli autobus che da via Fabretti e via Pinturicchio attraversano la piazza devono essere sostituiti con navette. Che non è concepibile che le auto continuino a passare sotto l’Arco etrusco. Che vada contenuto il flusso di auto che da più strade agiscono sulla piazza per finire quasi tutte nella sola via Fabretti. E che tutto ciò debba essere fatto ora, non aspettando una nuova piazza o, peggio ancora, lasciando le cose come sono anche dopo. Sul fianco interno sinistro dell’Arco etrusco c’è un tassello grigio. Serve a far vedere qual era la condizione delle pietre prima del restauro. Se non s’interverrà sul traffico, andrà a finire che servirà a far vedere in quanti anni lo smog farà tornare le pietre grigie come prima del restauro.

Ma da subito non bisogna agire solo sul traffico, ci sono da togliere pali e paletti che occultano l’Arco Etrusco e complicano la vita dei cittadini, degli studenti e dei turisti. C’è da rifare il marciapiede davanti all’Università. Da potare gli alberi e da togliere quelli che impediscono di osservare sia l’avanzamento del muro etrusco fatto per costruire l’Arco sia l’innesto del muro nel torrione sinistro. E da cercare i vecchi lampioni liberty dell’Università per stranieri; quest’ultima può sembrare una questione da esteti, invece ricollocarli o sostituirli con copie o con due nuovi lampioni che li evochino da il senso di uno sguardo sul futuro che nasce da una storia. La nostra Storia.
Pensiamo che quest’attività di “ordinaria manutenzione” non solo renderà per i cittadini migliore l’uso della piazza, ma anche più amica. Le piazze in fondo non sono che spazi vuoti che gli esseri umani configurano intorno alle proprie esistenze ed esigenze essendo contemporaneamente conformati da questi spazi. Una piazza messa per quanto possibile in “ordine” favorirà questo scambio e nello stesso tempo aiuterà a pensarne una nuova. Che potrà diventare uno spazio di vita se nascerà dal confronto serrato e faticoso tra cittadini, associazioni, Comune, le due Università e, perché no?, Arco Etrusco (con la sua loggetta rinascimentale e fontana seicentesca), Palazzo dell’università e chiesa di san Fortunato. Uno spazio pubblico programmato dall’uomo sull’uomo capace di convertire il passato di un luogo nel suo futuro. Un futuro che non potrà che essere dato da cittadinanza, partecipazione ed integrazione, dalla reciproca frequentazione tra amministratori, associazioni, perugini, immigrati, studenti, turisti.



Cesare Barbanera, Vanni Capoccia


Inserito mercoledì 9 ottobre 2013


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Commenti

Nome: maurizio
Commento: Fate bene a tenere alta l'attenzione su piazza Grimana. Solo con la partecipazione di tutti, con un dibattito largo potrà diventare la piazza di tutti

Nome: Luigi
Commento: Casa di tutti è lo slogan esatto per piazza Grimana.

Nome: Lucia Costa
Commento: c'è un'idea di città, con i suoi abitanti ed i suoi problemi

Nome: Mario
Commento: Non si può restaurare l'Arco etrusco e lasciare tutto uguale. Anzi peggio: avete visto cosa hanno fatto in via Battisti con l'impalcatura? Muro etrusco, Arco etrusco, tutta la cinta e le porte sono un patrimonio pubblico da far godere e fargli svolgere il suo compito: renderci migliori. Io la prima cosa che farei è togliere gli autobus e metterei le navette

Nome: Gina
Commento: Dalla prima all'ultima parola condivido lo scritto

Nome: Marta
Commento: Parole sante. Intanto si rende decente e più civile la piazza, poi si vedrà. Comunque viva il basket

Nome: Gabriella
Commento: a piazza Grimana va salvato quello che c'è di buono: Arco e muro etrusco, Università per stranieri, S. Fortunato, il campo di basket, il mercatino del martedì.

Nome: Graziella
Commento: Condivido dalla prima all'ultima riga

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