27/04/2024
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Bottiglie di plastica e piattini non sono roba da bambini


La produzione della plastica destinata ai contenitori alimentari va maggiormente vigilata da un punto di vista medico-scientifico e normata di conseguenza. In contenitori per alimenti quali bottiglie d'acqua e piatti va senza dubbio evitata la presenza del temutissimo ammorbidente delle plastiche BISFENOLO A. Già escluso in Italia dai soli biberon, il Bisfenolo A, come altre molecole di sintesi meno note, necessita di urgenti provvedimenti legislativi di categorica esclusione dai processi produttivi in genere, e da quelli dei contenitori per alimenti in modo particolare. I governi di Francia e Canada hanno già provveduto ai dovuti atti di cautela. Attingendo alla stessa letteratura scientifica di riferimento internazionale anche l’Istituto Superiore di Sanità Italiano ha attentamente valutato la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (Parma,12.03.2010) ed opportunamente prodotto un DECALOGO: “Conosci, Riduci, PREVIENI gli Interferenti Endocrini” in cui, tra l’altro, si scrive: "l'informazione sulle sostanze chimiche è requisito essenziale per prevenire i rischi sulla salute umana, specie per i più piccoli". 

Cosa producono queste sostanze chimiche definite INTERFERENTI ENDOCRINI (esempio BISFENOLO A e/o FTALATI) ?

 
Agiscono sui sistemi riproduttivi, diminuendo la fertilità nel maschio e provocando pubertà precoce nella bambina; sono dannosi per la funzione tiroidea, che nel piccolo regola anche lo sviluppo del sistema nervoso centrale; sono stati recentemente correlati ad aumento di asma in età pediatrica e disregolazione del sistema immunitario.
 

Dove si trovano queste sostanze?

Sono sottoprodotti dell'attività industriale, del traffico veicolare, dell'incenerimento dei rifiuti e, caso che ci sta più a cuore, risultano presenti in piatti di plastica, quelli di policarbonato in particolare, nonché nei contenitori per alimenti. E’ importante tener presente che queste molecole vengono liberate in ispecie se il cibo che vi si pone è caldo e grasso, contaminandolo di conseguenza. Infine, ma non ultimo, nelle bottiglie di acqua in commercio, di fatto quasi mai mantenute al buio e a basse temperature come si dovrebbe, il contenuto liquido può scambiare con il contenitore plastico sostanze presenti, secondo noi indebitamente, nella struttura di quest’ultimo.

 

Il danno alla salute è particolarmente odioso e temibile perché è età-dipendente: più piccolo è il bambino, più incisivo è l’effetto patogeno a causa del diverso metabolismo.

 

È un danno “non-dose dipendente” ma amplificato da prolungata, reiterata esposizione a dosi anche minime di patogeni attraverso l’innesco di un effetto cocktail (leggi: potenziamento esponenziale dell’effetto nocivo), in concorso con altri interferenti endocrini quali il particolato più fine o molecole risultanti da trattamento termico di rifiuti. Il “rifiuto secco”, ritenuto ottimale per la combustione, è costituito in buona parte da plastiche.


Chiediamo perciò ai decisori politico-amministrativi preposti, con il supporto della letteratura scientifica di cui disponiamo, di applicare il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE al fine di escludere contenitori ed accessori in plastica, dimostratamente o anche solo potenzialmente pericolosi per la salute, dall’uso quotidiano nelle mense scolastiche dove si nutrono e gioiosamente approcciano una sana cultura alimentare i più giovani componenti di questa cittadinanza.

Sollecitiamo ed auspichiamo che la amministrazione comunale di Perugia e le amministrazioni dei comuni dell’Umbria tutte, vogliano responsabilmente adeguarsi a quanto già fatto in proposito in altre città italiane ( Vicenza, Bologna, Torino, Modena, Ferrara, Capannori.).

  

Maurizio Venezi - Presidente Società Internazionale Medici per l’Ambiente (ISDE)  Perugia,  

Stefania Bernacchi -pediatra (ISDE),

Luciana Colombo - medico di sanità pubblica (ISDE).

 


 


 


Maurizio Venezi - Presidente Isde Perugia, Sefania Bernacchi e Luciana Colombo (ISDE)

Inserito venerdì 1 novembre 2013


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