06/12/2024
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N’ c’em colpa no’ si semo nati prima!
Nuovo volume di poesie di Maria Lorvich

E’ il titolo del nuovo libriccino di poesie di Maria Lorvich. Per Guerra Edizioni (Perugia). Maria, classe 1926 e socia fondatrice de “Il Bartoccio” tanti anni addietro, perugina doc di Porta San Pietro, aveva già pubblicato un’altra raccolta di poesie, sempre in dialetto perugino, e una simpatica “fiaba per ragazzi dai 6 ai 160 anni”.
Il sottotitolo di questo volumetto è “Perugia ieri e oggi”: la poesia Ai mi’ tempi (lo ieri) apre il gradevolissimo libriccino (corredato da un cd in cui Maria legge le sue poesie: ascoltatela mentre le leggete voi!); la poesia La vita (unica in lingua italiana) chiude la raccolta (l’oggi; e il domani?).
La prefazione è curata da Walter Pilini, che tutti conosciamo bene come amico, e prima ancora discepolo ed amico di Bruno Orsini, il compianto marito di Maria. Eccone uno stralcio: “Maria racconta il Borgobello alla sua maniera, lieve e ironica, che però sottende partecipazione ed umana condivisione, soprattutto nelle poesie che parlano delle figure caratteristiche del rione e dei singolari episodi che li hanno visti protagonisti”.
Mi fermo qui, anche se la ricchezza dei testi va oltre alle poesie che raccontano il suo borgo.
Per presentare il libro, scelgo la poesia Didò, che caratterizza uno degli “strani tipi de Porsampietro”, capitolo che si apre con il piacevole disegno che, come altri, corredano alcuni testi poetici.

C’era Didò, ‘n òmo allampanato,
che tutti quanti lì, se conosceva,
non tanto pel mestiere o pel casato,
ma pe le grosse sbornie che prendeva.
‘Na sera, ‘n cima al vigol del Cortone,
aggrappato ta ‘n palo, dondolava,
Didò, mbriacato proprio lì, benone
e cossì, dondolando, lu’ berciava:
- Cittadini del Borgo, gente stronza,
venite tutti, sì, tutti accorrete,
siguro vo’ direte ch’ho la sbronza
e vaffa ‘n culo a tutti quanti sete!
Fra la molta gente lì riunita,
‘l mi babbo disse allor, con tutto ‘l core:
- Didò, te prego, falla qui finita,
vien via con me, tel dico con amore…
L’guardò bieco Didò e urlò sdegnato
- Lorvich – disse – Nun me rompe l’ucello,
la difórcola ta te, te l’ha magnato
e, peggio, t’ha magnato anche ‘l cervello!
Mogio, ‘l mi babbo ‘ndietro s’artirò,
éva voluto fa ‘l bono e ‘l cortese,
fra l’altra gente lu ce se mischiò,
Didò mandando, ‘n core, “a quel paese”.


Il libro lo potete trovare nelle librerie (presso la Libreria Grande a Ponte San Giovanni è in esposizione da prima di Natale, ad esempio) o telefonando alla stessa Maria, che sarà ben lieta per averla cercata direttamente (e una sua firma autografa sarà un indubbio valore aggiunto): 075 36376 o 347 5520204 (abita ora presso il Sodalizio di San Martino: andatela a trovare; sarà contenta, ripeto).



Daniele Crotti


Inserito domenica 5 gennaio 2014


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