23/04/2024
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Camminando il tempo passato
Nel pieno inverno nessuno passa di qui, o sono assai pochi coloro che si avventurano su questi pianori, su questi monti. E’ più riposante allora camminarli, e viverli…

Partendo dal rifugio, se imbocchi la strada sterrata che attraversa il pianoro di Monte Lago, a ovest della torbiera – nome affascinante per una negletta meraviglia della Natura -, sulla tua destra, dopo circa un chilometro, incontri la Fonte della Cerasa. Nelle domeniche calde dell’estate umbro – marchigiana sin dalle prime ore della mattinata la scopri invasa da gruppi di gitanti in debito di fantasia. E incontri la famigliola che tra camper, ombrelloni e lettini, inganna l’arrivo dell’ora del pranzo, o le coppie di anticipati anziani che fingono un gioco alle bocce, o ragazzini, supportati dai loro genitori, che improvvisano ideali goal calcistici, scontati e malinconici. Nel pieno inverno invece, e quanto è più affascinate allora, nessuno passa di qui, o, di fatto, sono assai pochi coloro che si avventurano su questi pianori, su questi monti. E’ più riposante allora camminarli, e viverli…
Sali e il sentiero lo ritrovi in cima alla valle e da lì inizia la vera escursione. Il Mont’Igno, come i valligiani lo chiamano, non è lontano. La salita, la discesa, i percorsi nel bosco, la risalita al Monte di Mistrano, sono salutari, nello spirito, nel corpo, nella mente.
Camminando da solo hai modo di dirti tante emozioni, blande ma vive, che forse riescono a placare la tua insofferenza, i tuoi dubbi, le tue incertezze, i tuoi errori…
A casa, nella tua campagna, ripercorri quelle ore, e rifletti sul significato – o sul senso? – della giornata. E il suono, falsato, della campana, che non sai se rassicurante o litania monotona, ripetitiva, inutile, ti definiscono la chiusura dell’evasione festiva.
Ma ripercorri, però, la gradevolezza della visita a Serrapetrona, dove un bicchiere di Vernaccia ti ha completato il gusto di uno spuntino, ti sovviene di quel faggio di fronte al Torroncello, ripassi la passeggiata in San Severino, l’antica Septempeda, la città dalle sette porte, che ti fa rimembrare altri tempi, altri attimi o momenti, altri odi, altri amori, altre emozioni.
Il fondo del rosso vino ondeggia nel calice, e ti domandi… se la tua pipa ti illude, come sempre.


Nene



Daniele Crotti

Inserito giovedì 9 gennaio 2014


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