20/04/2024
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Non è un sentiero, è la strada comunale per Pretola
Il Comune ha ceduto la superficie, o permette che si aprano cantieri sulla sua proprietà?


Quello che, in modo familiare e colorito, viene chiamato il Sentiero delle Lavandaie, è in realtà ciò che resta dell'antica strada comunale per Pretola, che per secoli e forse millenni ha costituito l'unico collegamento tra la città e la località sulle rive del Tevere.

In altri termini, la superficie della strada - su cui la ditta appaltatrice dell'Adisu ha aperto il cantiere - appartiene al Comune: e così infatti risulta anche dal Catasto, che al Foglio 236 (aggiornato al 17 marzo 2014) mostra chiaramente il tracciato della via come proprietà pubblica (noi l'abbiamo evidenziata in rosso).

Ora, i casi sono due: o il Comune con propria delibera ha ceduto l'area all'Adisu (e non può dirsi perciò ignaro e fuori causa), oppure la superficie appartiene ancora al Comune, che non ha vigilato e ha consentito che vi venisse aperto un cantiere edile da parte di altro Ente.

Ci piacerebbe avere una precisa risposta in merito, da parte degli organi competenti e da parte degli amministratori.

In ogni caso, chiediamo che la strada venga ad essere liberata dal cantiere e torni ad essere pubblica, consentendo il libero transito a piedi.




Inserito martedì 18 marzo 2014


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Commenti

Nome: Daniele
Commento: Il Sentiero delle Lavandaie (o Lavandare) parte dalla Porta dei Leoni, poche decine di metri a nord di San Bevignate, scende alla sinistra del Fosso del Camposanto sino all’intersezione con il Fosso Scaffaro e prosegue a fianco del Fosso di Pretola sino alla Torre e Molino di Pretola. Qui “il passatore” traghettava di là dal Tevere per poi proseguire a piedi verso il Podere della Mercanzia 1, il Podere della Dote., il Podere della Mercanzia 2, il Podere Paltracca per giungere quasi all’altezza degli attuali impianti sportivi di Ponte Valle Ceppi (oggi si può proseguire verso il ponte pedonale sul Tevere che unisce Pretola a Ponte Valle Ceppi per superare l’area verde con gli impianti sportivi). Si prende ora un tratto della strada asfaltata che unisce le zone industriali di Ponte Valle Ceppi e Ponte felcino per piegare a destra lungo lo stradello che fiancheggia l’area ove oggi sorge l’attuale “Bodeghita del Medio”, si passa sotto la attuale superstrada e si gira a destra per giungere al vicino Cimitero di P. V. Ceppi. Da qui si segue la strada sino alla parte posteriore della Discoteca posta di fronte all’odierno “Hotel Vega”, per girare a sinistra verso Palazzo Monte Rotondo (da qui a destra si raggiungerebbe la vecchia Salara o Salaria Fabrianese per l’Adriatico), indi C.se Cerquattini, poi Podere Carpaccio e da qui al laghetto (che è a destra) del Podere Monte Capanno, sotto l’omonima Castellina. Si sale poi a Casella, Belvedere, Palazzone, Podere S. Silvestro, si supera il Rio del Fossetto, si raggiunge Podere Bonacheto, la Palazzetta e quindi Palazzo Ayale (il Rio Piccolo lo abbiamo lasciato sempre alla nostra destra, più in là, verso est). Al bivio per Podere Coltecchio (a destra) e Vocabolo Yasmine (a sinistra) si scende, ma qui il sentiero è stato in parte ma per un breve tratto stravolto, sino a raggiungere il Podere C. Grande (appena a sinistra del Rio Grande). Da qui un bel sentiero in piana porta rapidamente a San Giustino d’Arna con la vecchia chiesa templare. Il collegamento tra San Bevignate e San Giustino d’Arna è percorribile in circa 3 ore a piedi. Un itinerario che suggerisco e che l’Associazione Ecomuseo del Fiume e della Torre di Pretola e la Pro Loco di Civitella d’Arna (Pro Arna), entrambe parte dell’Ecomuseo del Tevere, possono guidare per meglio conoscere la realtà di questo storico territorio.

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