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Una professoressa di filosofia e un uomo ombra si scrivono
Una professoressa di filosofia e un uomo ombra si scrivono
È bello vedere nascere un sorriso, una luce negli occhi, un entusiasmo
Eterno presente: Non contiamo i giorni/siamo immortali/siamo eterni/siamo morti/essendo vivi/siamo ergastolani. (Carmelo Musumeci)
Ho ricevuto una bellissima lettera di una professoressa con cui il mese scorso ho sostenuto un esame universitario di filosofia:
Gentile Sig. Musumeci, eccomi finalmente ad inviarle alcuni testi (Arendt, Foucault, e Deaglio) che spero non abbia già letto - si ricollegano a quanto abbiamo avuto occasione di discutere insieme all'esame e, visto il suo interesse, non potevo non fare in modo che lei li avesse. Colgo l'occasione per ringraziarla dell'invio del suo volume Gli uomini ombra: ho letto, il libro mi è piaciuto molto. Ragion per cui ho scritto un pezzo che, oltre a recensirlo insieme a L'Urlo di un uomo ombra, cerca anche di sensibilizzare sulla sua particolare (e ingiusta) condizione. L'articolo sarà pubblicato nel n.22 (marzo/aprile 2014) della rivista "Qui Libri"; non appena uscirà farò in modo di fargliene avere una copia (penso nel mese di aprile). Comunque sia, la succitata rivista è reperibile in tutte le librerie Feltrinelli. Insieme a queste righe e a questo piccolo pensiero, desidero le giunga anche tutto l'incitamento, tutta la forza e la speranza che vorrei saperle trasmettere - lei lo ha fatto per primo con me, quando ci siamo conosciuti. È bello vedere nascere un sorriso, una luce negli occhi, un entusiasmo. Cerchi di non perderlo mai, di conservarlo, di farlo crescere. E ciò che di meglio chiunque possa provare, ed è prezioso. Non tutti ne sono capaci, pur essendo in situazioni indubbiamente più facili della sua. Con amicizia e profonda stima Barbara Scapolo
Gentile Professoressa, grazie delle sue parole che mi hanno riscaldato la mente e la cella, perché qui fra queste mura fa un freddo cane. Spesso in carcere per sopravvivere bisogna trasformare il dolore in una forza che ti aiuta a tirare avanti per continuare a combattere, perché penso che un prigioniero che lotta ha più probabilità di esistere. A volte però mi viene il dubbio che cerco di essere forte perché sono troppo vigliacco per essere debole. E non ho il coraggio di rassegnarmi al mio destino come fanno tanti ergastolani forse più forti di me. Le confido che dopo tanti anni mi sono abituato all'idea di non uscire più perché è già un po' di tempo che ho raschiato tutto il mio cuore dalla speranza che mi era rimasta. E persino il mio cuore s'è stancato di tenermi compagnia e da un po' di tempo mi ha lasciato solo per correre dai miei figli, dai miei nipotini e dalla mia compagna, che mi aspettano inutilmente da ventitré anni. Gentile Professoressa, le confido che è difficile vivere condannati a essere colpevoli, maledetti e cattivi per sempre, dalla società ed in nome del popolo italiano, perché in questo modo la vita non vale più nulla ed è resa peggiore della morte. Sappia però che sono le persone come lei che mi fanno sperare che un giorno nessun altro uomo murerà viva un?altra persona senza avere l'umanità di ucciderla prima. Riguardo al mio sorriso è l'unica arma che mi è rimasta per lottare contro la "Pena di Morte Viva". Le auguro una buona vita. E le mando con simpatia un sorriso fra le sbarre. Carmelo Musumeci www.carmelomusumeci.com