27/07/2024
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La legge sul referendum non è conforme allo Statuto regionale
Ora il Consiglio regionale corregga questo obbrobrio giuridico e restituisca ai cittadini un diritto fino ad oggi negato

“La legge regionale sui referendum non è conforme allo Statuto regionale. E' quanto abbiamo sostenuto con forza, inascoltati, in Consiglio regionale, ma oggi ad affermarlo è la stessa Commissione di Garanzia statutaria che ci mette di fronte a un'assunzione di responsabilità non più rinviabile”. E' quanto ha affermato il consigliere regionale Oliviero Dottorini commentando la risposta alla richiesta di parere avanzata da 11 consiglieri regionali (Dottorini, Stufara, Cirignoni, Brutti, Goracci, Mariotti, Galanello, Nevi, Cintioli, Valentino, Monni) in relazione alla conformità della legge regionale 14 del 2010 relativa agli istituti di partecipazione e in particolare ai referendum.
“Il parere della Commissione di Garanzia statutaria non dà adito a dubbi o a interpretazioni. Quanto previsto dalla legge regionale sui referendum non è conforme allo Statuto regionale. Il parere negativo riguardo alle limitazioni previste dalla legge sullo svolgimento dei referendum, espresso all'unanimità dalla Commissione, non può che essere assunto per dare seguito a una battaglia di trasparenza e democrazia. Ricordo che il 6 marzo scorso il Consiglio regionale ha bocciato i nostri emendamenti di modifica delle legge regionale sugli istituti di partecipazione confermando l'impossibilità di utilizzare lo strumento referendario in Umbria. In occasione di quel voto ci siamo assunti l'impegno di raccogliere le undici firme di consiglieri regionali necessarie per richiedere alla Commissione di Garanzia di valutare se la normativa vigente fosse aderente ai principi statutari. Questo perché a causa di una norma complessa e di difficile interpretazione in Umbria è di fatto impossibile svolgere qualsiasi tipo di referendum abrogativo. Essendo prevista infatti la sospensione di qualsiasi referendum qualora siano indette altre elezioni politiche, nazionali o amministrative, di fatto se ne vieta lo svolgimento”. 
“Abbiamo deciso- prosegue Dottorini- di avviare questo iter perché ritenevamo che la normativa fosse incoerente e contraddittoria in quanto rende indisponibile un diritto sancito dallo stesso Statuto regionale, vale a dire la possibilità di svolgere un referendum abrogativo. Crediamo che questo sia un furto di democrazia che contribuisce ad accentuare la distanza tra istituzioni e cittadini. Per questo la risposta di oggi conforta in pieno la nostra tesi in quanto la Commissione presieduta dal professore Mauro Volpi afferma che “la sospensione del referendum nel caso previsto dalla lettera c dell'art. 28 della l.n. 14/2010 costituisce una indebita limitazione dell'istituto referendario. La norma - afferama la Commissione - potrebbe essere addirittura interpretata nel senso che qualsiasi consultazione amministrativa potrebbe comportare la sospensione del referendum”. 
“Ora - conclude Dottorini – chiederemo che sia direttamente l'Ufficio di Presidenza a proporre una modifica della legge da approvare al più presto in Consiglio regionale. Se questo non dovesse avvenire, sarò io stesso a farmi carico di avanzare una proposta per sanare questo obbrobrio giuridico e restituire ai cittadini la possibilità di esprimersi su questioni di rilevanza regionale”.



Oliviero Dottorini


Inserito mercoledì 2 aprile 2014


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