20/04/2024
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Perché non voto (Boccali, e tanto meno Romizi)
La prima cosa che deve chiedere all’amministrazione entrante è la chiarezza sul bilancio comunale. Pensate che verrà fatto? Io credo di no. Perciò non vado a votare, ma mi impegno a lavorare per la costruzione di un gruppo di pressione che sappia controllare ma anche proporre

Molti dei miei amici hanno criticato per cinque anni l’operato di un’amministrazione che ha lasciato decadere la città, i suoi servizi essenziali, (e quindi la qualità della vita delle persone, le speranze di lavoro, di futuro, di dignità), che ha fiaccato la sua anima.
Parlo degli ultimi cinque anni perché sono quelli della crisi, e quelli che mi vedono cittadino di Perugia, perché prima non lo ero. Non credo che questo sia un limite al mio diritto di critica. Può essere che l’amministrazione precedente (della stessa famiglia politica) abbia fatto peggio, ma la categoria del meno peggio non ha mai ispirato scelte consapevoli.
Molti dei miei amici hanno criticato per cinque anni l’amministrazione Boccali. Ora sostengono la sua candidatura per paura delle destre. Nemmeno la paura è una categoria che ha ispirato scelte consapevoli.
Quello che mi stupisce di più è questa considerazione: le elezioni europee del 25 maggio hanno consegnato al paese un Pd rinforzato con i voti della destra, che continuerà a fare politiche di destra (come fa da parecchio tempo, governando o alleandosi con le destre stesse) e che è partner di governo di formazioni di destra.
Abbiamo dimenticato l’appoggio al governo Monti, catastrofe tutta italiana? I tecnici incapaci al potere! Abbiamo dimenticato i due governi delle larghe intese?
E cosa ci aspettiamo da un rampollo di quel partito che ha messo in un angolo la questione morale per dedicarsi alla questione venale? Politiche di sinistra? Di centro-sinistra? Vogliamo credere alle sue promesse elettorali?
Le elezioni del 25 maggio non hanno solo premiato il Pd, hanno anche visto l’ingresso di una nuova forza politica (la lista Tsipras, N.d.R.) che è senza dubbio una forza di sinistra e che ha superato un iniquo sbarramento in virtù di un difficile lavoro comune, reso ancor più difficile dall’oscuramento mediatico. E’ un qualcosa che deve ancora darsi una struttura, una serie di obiettivi, una ipotesi di cammino comune. Ma se oggi non può entrare come forza operante nella realtà locale, potrà farlo in futuro; oggi però può chiedere a gran voce di essere ascoltata. E la prima cosa che deve chiedere all’amministrazione entrante è la chiarezza sul bilancio comunale. A partire da quello dello scorso anno, presentato come bilancio previsionale ai primi di novembre (cioè a cose fatte) e con il solito linguaggio burocratico che non permette, se non agli esperti, di capire dove sono finiti i soldi e perché.
Questa sarebbe la prima prova di democrazia. Democrazia retroattiva, per il bilancio del 2013 e democrazia partecipata, per il bilancio 2014 (da redigere già con grave ritardo).
Pensate che verrà fatto? Io credo di no.
Perciò non vado a votare, ma mi impegno a lavorare per la costruzione di un gruppo di pressione che non lasci campo libero alla prossima giunta; che sappia controllare ma anche proporre; che sappia verificare la correttezza delle operazioni e sostenere un’inversione di tendenza rispetto alle scelte assunte in passato; che sia espressione della volontà dei cittadini, non della loro paura di finir peggio.



Maurizio Giacobbe

Inserito venerdì 6 giugno 2014


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