E' di ieri la notizia che è stato posto il sigillo finale alla vicenda di san Bevignate: lo studentato che avrebbe deturpato la chiesa e la campagna intorno ad essa non sorgerà.

E noi siamo contenti. A dire il vero potremmo vantarci dell'accaduto, ma non c'impegnammo perché si arrivasse a questo risultato per farci belli, per soddisfare la nostra vanità e le nostre ambizioni.

Non pensammo a chi sarebbe convenuto o a chi avrebbe nociuto. Come abbiamo sempre detto c'impegnammo per Perugia: per san Bevignate e la sua campagna, per Pietro Scarpellini, per i nostri morti sepolti lì vicino e perché sentiamo il dovere di riconoscere il diritto di cittadinanza alle future generazioni di perugini.

Ed è per Perugia, per i nostri concittadini di ieri, di oggi e per quelli che verranno che ci stiamo impegnando affinché la nostra città non perda la sua Università per Stranieri (un'università con sempre meno studenti nelle sue aule, con docenti sempre più anziani e quelli precari demotivati è persa).

Abbiamo letto che tra le tante cose di Perugia che gli studenti della “Stranieri” amano c'è anche il nostro cielo. Noi non vogliamo altro che continui ad accadere questo. Come ci hanno spiegato bene i docenti precari dell'università e le oltre 1500 persone sparse in tutto il Mondo che in un paio di giorni hanno firmato una petizione a favore della Stranieri, vogliamo che studenti di ogni lingua e colore continuino ad uscire da Palazzo Gallenga e si riempano gli occhi con l'Arco Etrusco e l'azzurro del nostro cielo. Che questi giovani scambino le loro emozioni ed i loro sentimenti con i nostri.

È per questo che rinnoviamo il nostro appello a lavorare insieme per far uscire l'Università di Palazzo Gallenga dalle sue difficoltà. E chiediamo di nuovo al sindaco di Perugia alla presidente della Regione di dire qual'è il loro pensiero. Ci sono momenti nei quali i cittadini hanno bisogno di sentire la voce di chi li amministra, per quanto riguarda la "Stranieri" il momento pensiamo sia questo.

Il silenzio ed un'università chiusa non convengono a nessuno e noi non vogliamo altro che l'Università per stranieri continui a parlare di noi al Mondo. Che dalle sue aule - come ci hanno raccontato le foto ed i pensieri che ci hanno inviato e come hanno detto i docenti precari - escano studenti sereni e sorridenti. Felici di aver incontrato i loro insegnanti, Perugia ed il suo cielo.

È solo questa la nostra ambizione. È solo questa la nostra vanità.