La gestione dei rifiuti nell’era Marini/Rometti: un fallimento su tutti i fronti
le tariffe umbre per i rifiuti sono tra le più alte di Italia
Il piano regionale in vigore dal 2009 aveva come obiettivi
principali quello di:
- portare la raccolta differenziata al 65% entro
il 2012, ma l'ultima rilevazione ufficiale (2014) riporta che siamo
ancora al 48%;
- far entrare in funzione un inceneritore da 250mila t/anno e questo fortunatamente non è avvenuto;
- conferire in discarica solo 60mila t/anno di rifiuti entro il 2012 e invece nel 2013 sono finite in discarica 336mila tonnellate;
- diminuire il ricorso delle discariche e invece si è provveduto al loro ampliamento…
A questo quadro disastroso c’è da aggiungere che le tariffe umbre per i rifiuti sono tra le più alte di Italia.
Questa gestione rifiuti attuata dalla giunta Marini ha verosimilmente come unico scopo quello di arricchire i pochi soliti noti, spalmando i costi sulle tasche dei cittadini umbri.
In questa situazione l’assessore Rometti ha recentemente annunciato che la regione Umbria trasformerà i rifiuti in CSS che poi brucerà fuori regione negli inceneritori emiliani. Vale la pena ricordare che il CSS (Combustibile Solido Secondario) è una “brillante” invenzione dell’ex ministro Clini, (ora indagato per associazione a delinquere e corruzione) che consente ai rifiuti di girare indisturbati per l’Italia perché non più classificati come rifiuti. Chi ci dice che una volta usciti di regione non ne possano poi rientrare in direzione dei cementifici di Gubbio e Spoleto?
La cosa più ridicola di questa sparata pre-elettorale è che si lascia intendere che ci sarà addirittura un guadagno dato che qualcuno (chi?) sarà disposto a pagare per bruciare il CSS umbro! “ma mi faccia il piacere!” direbbe il grande Totò…
La strada maestra nella gestione rifiuti
Il vero guadagno si avrebbe solo riducendo drasticamente i rifiuti smaltiti in discarica, come hanno fatto i 50 comuni veneti appartenenti al consorzio pubblico Contarina (350mia abitanti, circa un terzo dell’Umbria) che hanno raggiunto una raccolta differenziata dell’85% con una tariffa media annuale di 178 euro (media Italia 245 euro). Se questo avvenisse anche in Umbria finirebbero in discarica solo 47mila t/anno (meno di quanto previsto dal recente adeguamento del piano). Il risparmio per i rifiuti non conferiti in discarica sarebbe di 30milioni/anno e non sarebbe necessario alcun ulteriore ampliamento di discariche e nessun adeguamento impiantistico.
Se gli Umbri desiderano bollette meno salate, un ambiente più salubre e una gestione rifiuti più trasparente, col prossimo voto avranno la possibilità di cambiare questa classe politica.
Roberto Pellegrino - Coordinamento Regionale Umbro RIFIUTI ZERO
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