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Riforma costituzionale, depositato il quesito per chiedere il referendum
Riforma da respingere perché sottrae potere al popolo accentrandolo nelle mani del presidente del Consiglio

Riforma costituzionale, depositato questa mattina in Cassazione il quesito per chiedere il referendum sulla “deforma” Renzi-Boschi. Alfiero Grandi (vicepresidente del Comitato): «Le decisioni in materia costituzionale riguardano tutti i cittadini e la volontà popolare deve entrare subito in campo. Riforma da respingere perché sottrae potere al popolo accentrandolo nelle mani del presidente del Consiglio».


Un’autorevole delegazione del Comitato per il No nel referendum costituzionale sulla legge Renzi-Boschi, guidata dal presidente prof. Alessandro Pace, e del Comitato contro l’italicum ha depositato questa mattina in Cassazione il quesito con la richiesta di referendum, come previsto dall'articolo 138 della Costituzione, per sottoporre al giudizio popolare la  legge costituzionale Boschi-Renzi approvata in via definitiva lo scorso 12 aprile e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 aprile. Hanno firmato la richiesta autorevoli giuristi come Alessandro Pace, Massimo Villone, Luigi Ferrajoli e l'ex giudice costituzionale Paolo Maddalena, il giudice Riccardo De Vito, i vice presidenti dei due Comitati, Alfiero Grandi e Anna Falcone, gli avvocati Antonio Pileggi e Enzo Palumbo, oltre ad Antonio Falomi, Giulia Rodano, Vittorio Bardi, Paolo Palma, Franco Russo, Alfonso Gianni, Giovanni Russo Spena, Gianni Ferrara, Pier Luigi Sernaglia.
Si tratta di un’iniziativa, ha dichiarato Alfiero Grandi, «che si rivolge alle elettrici e agli elettori» e si è resa necessaria «per sottolineare che le decisioni in materia costituzionale riguardano tutti i cittadini e che la volontà popolare deve entrare in campo immediatamente». Soprattutto perché, sottolinea Alfiero Grandi, «queste deformazioni della Costituzione, insieme alla nuova legge elettorale ipermaggioritaria fin troppo simile al porcellum» tentano «il ribaltamento dell'assetto costituzionale del 1948 che ha messo al centro i cittadini», mentre «il governo ha voluto ad ogni costo introdurre un assetto istituzionale centrato sul governo e in particolare sulla persona del Presidente del Consiglio. Non è ancora presidenzialismo - aggiunge Alfiero Grandi - ma certamente è una svolta preoccupante nella direzione dell'accentramento del potere in poche mani e di un parlamento definitivamente subalterno all’esecutivo». «Questo cambiamento epocale - conclude Grandi - introdotto in modo confuso, ambiguo, senza un parlamento espressamente delegato a questi cambiamenti e per di più eletto con meccanismi aboliti dalla Corte costituzionale deve essere fermato con il referendum popolare» che «sarà una grande occasione per fermare lo scivolamento del nostro sistema istituzionale nato dalla Resistenza».
Il Comitato conta di raccogliere le 500.000 firme richieste dalla legge nel termine previsto di modo che l'indizione del referendum sia frutto di una mobilitazione di base dei cittadini che vogliono opporsi allo scempio della Costituzione e riaffermare la perenne attualità dei beni pubblici repubblicani che i Costituenti hanno consegnato alle future generazioni.

per info:
Romina Velchi
(3478479729)




Inserito giovedì 21 aprile 2016


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Commenti

Nome: eleonora favaroni
Commento: In italia si sta tentando da tempo una politica dell'impossibile. Le stesse parole di democrazia e giustizia appaiono e si rivelano solo mere menzogne e inganni per non usare eufemismi. RIFORMA COSTITUZIONALE ma quale democrazia riforma o non riforma, la Carta costituzionale italiana entrata in vigore nel 1947 e rimasta inalterata e vigente fino a oggi non si può considerare più, specialmente ai dati di fatto odierni, un documento di tutela e rappresentanza del popolo italiano (o di quello che è rimasto del popolo italiano). il testo della Costituzione si apre con l'articolo 1: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro", ma oggi il lavoro è mero miraggio e appannaggio di pochi; seguono poi articolo 3: " tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e hanno eguali diritti" invece si assiste ancora a discriminazioni razziali, classiste , sessiste e omofobe, ; articolo 13: "la libertà personale è inviolabile" quando invece vengono permesse intrusioni nella privacy personale . articolo 32: "la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale della collettività" oggi più per speculazione economica dannosa che per reale beneficio. art.29: " la repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". ma non si riconoscono aventi pari diritto le famiglie alternative e omosessuali. Ma dove finisce il confine del diritto e quello della legge?? ma dove inizia il terreno della reale libertà?? i punti della Costituzione si mostrano evidentemente paradossali e fortemente contraddittori, dove ogni punto è stato studiato e pensato non pensando al cittadino e all'individuo singolo ma alla rete di poteri e interessi politico- istituzionali che sottendono la Costituzione che si presenta così un atto chiaramente anti democratico, repressivo, autoritario e contraddittorio per eccellenza. Tutti quegli apparati di cui si serve lo Stato: enti di assistenza, sanità, trasporti, servizi pubblici ecc... messi apparentemente al servizio del pubblico cittadino e della collettività, sono in realtà mezzo di interesse di potere e poteri autoreferenziali. Dal documento della Costituzione italiana si evince una considerazione e presa di coscienza chiara: ci sarà sempre ovunque, in ogni aspetto della vita dell'individuo che fa parte poi di questa società, una legge o un principio che deciderà come e quanto dosare la libertà oggettiva e soggettiva dell'individuo stesso, come e dove dirigere le sue azioni, come uniformare e plagiare il suo pensiero, come piegare la sua volontà. Gli individui barcollano sotto la pressione della sovrastruttura politica. E tutto ciò sotto la parvenza di una inattaccabile invisibile mistificata e manipolata atroce violenza. "le ciniche menzogne, gli inganni, le illusioni a cui siamo assoggettati ci hanno ridotti a una condizione di scetticismo sociale. Non c'è quasi nulla che possiamo veramente conoscere del sistema sociale totale, né dei sottosistemi. E possibile però sapere che non possiamo sapere. La maggior parte delle persone è portata a credere che ciò che viene detto e divulgato è probabilmente più vero che falso. Non possiamo avere fiducia nei politici, nei principi, negli scienziati , nei nostri nemici o migliori amici. Possiamo avere però fiducia in qualcosa che è molto più profondo del nostro io. E cosa sia e dove, ciò, non è affatto ovvio" ( R.D. LAING "LA DIALETTICA DELLA LIBERAZIONE). eleonora favaroni

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