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La Regione aiuti a rimuovere i problemi tra Comune e UmbriaJazz
Le energie non andrebbero spese, come fa il Comune di Perugia, in estenuanti bracci di ferro ma per far diventare Umbria Jazz culturalmente ed economicamente più importante per il bene dell'Umbria e di Perugia

(nella foto: l'interno del teatro Turreno)
 
Umbria Jazz non è solamente uno dei più importanti festival del Jazz al mondo che ogni anno si svolge a Perugia, è da tempo un'istituzione culturale umbra che organizza per giovani musicisti le clinics della Berkeley school of music, esercita nel periodo invernale la sua attività anche ad Orvieto e a Perugia con i concerti del Jazz Club, esporta, inoltre, la musica italiana ed il nome dell'Umbria e di Perugia all'estero, come di recente ha fatto in Cina e precedentemente negli Stati Uniti e in America Latina.
 
Un'attività culturale che richiama tanta gente, riempe di persone alberghi e ristoranti e di musica Perugia, smuove un notevole fatturato con il lavoro diretto e quello che induce. Quindi, un bene culturale ed economico importante del quale aver cura: invece è evidente che ci siano problemi da risolvere nel rapporto tra Umbria Jazz e Comune di Perugia manifestati più volte dal patron del festival Carlo Pagnotta. Problemi che quest'anno hanno portato all'eliminazione dei concerti del Jazz Club.
 
Uno di questi è sicuramente il futuro del Teatro Turreno. Chiunque a Perugia segua non solo il Jazz, ma la musica in generale (Sagra musicale, Amici della Musica, concerti d'autore e pop, riviste musicali) sa benissimo che la capienza del Morlacchi è spesso insufficiente; che c'è bisogno di un teatro che abbia una capienza di più di mille posti e che questo non può che essere il Turreno, mentre il Comune vorrebbe che diventasse un posto con ristorante (come se il centro non ne fosse già pieno), forse qualche altra attività commerciale, più una sala doppione per capienza del Morlacchi e, quindi, come lui insufficiente.
 
Stante questa situazione sarebbe bene che la Regione Umbria, contitolare della manifestazione, si attivasse per rimuovere gli ostacoli, perché le energie non andrebbero spese, come fa il Comune di Perugia, in estenuanti bracci di ferro ma per far diventare Umbria Jazz culturalmente ed economicamente più importante per il bene dell'Umbria e in particolare di Perugia.
 



Claudio Belladonna

Inserito giovedì 24 novembre 2016


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Commenti

Nome: Paolo Benedetti
Commento: Tra il Comune di Perugia ostaggio di un consigliere comunale come Camicia che spesso da l'impressione di parlare per cercare titoli nei giornali, con una Regione che fa il pesce in barile e vede come tira, albergatori e ristoratori che aspettano solo che arrivino appassionati per riempire i loro locali, dei giornalisti che non cercano di capire cosa c'è sotto, ma riferiscono solamente. Umbria Jazz è messa malacciu e rischiamo veramente come ha scritto il Raspante nella bartocciata di giocarcela.

Nome: Andrea Misiani
Commento: Francesca Berioli ha azzeccato, secondo me, il punto: in Comune incapaci di visioni ampie riesce a vivere e pensare solo in piccolo. Albergatori ristoratori pure. Ed i giornalisti perugini scarsi di coraggio raccontano se costretti, ma non denunciano, non stimolano, non disturbano

Nome: Francesca Berioli
Commento: I ristoratori, albergatori, gestori di caffè hanno interesse ad Umbria Jazz? E il mondo della cultura è consapevole di quello che il jazz rappresenta? Ed i giornalisti si rendono conto del livello della manifestazione? O tutti questi preferiscono vivacchiare nella mediocrità nella quale chi ci amministra vorrebbe farci vivere?

Nome: Sandro Felici
Commento: E' la Regione che deve intervenire. Non c'è un problema Pagnotta Comune. C'è un problema Umbria Jazz Comune. All'attuale amministrazione del Jazz non gliene frega niente

Nome: Dori Verdi
Commento: la Regione è proprietaria della manifestazione. Ha il dovere di prendere la questione in mano e di indicare una soluzione

Nome: Giap
Commento: La grande vergogna sono ristoratori e albergatori. Sono quelli che traggono maggior vantaggio dalla greppia di Umbria Jazz. Ci mangiano a a bocca piena, ma non dicono una parola

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