Gruppo Novelli di Terni: ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori
Non possono essere solo i lavoratori a pagare i conti della crisi economica e degli errori della classe dirigente. In questi giorni stiamo vivendo il tentativo maldestro del governo di reintrodurre i buoni lavoro cambiandogli il nome in buoni del lavoro utilizzabili per le famiglie e le piccole imprese
Quanto sta succedendo ad Alimentitaliani, ex Gruppo Novelli, di Terni è molto grave, è l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori in un contesto generale pesantissimo. La nuova proprietà disattende gli accordi presi al Ministero delle Attività produttive solo pochi mesi or sono. Se ai dipendenti del sito di Latina vengono offerti 24 mila euro per lasciare il posto di lavoro, a quelli di Terni si rifiuta la Cassa integrazione a zero ore per un periodo superiore all’anno; senza alcuna trattativa sindacale vengono cancellati alcuni diritti preacquisiti dai lavoratori come gli scatti di anzianità, i superminimi e regolari buste paga, alcuni servizi vengono esternalizzati pur essendo efficaci, dipendenti vengono trasferiti a Terni che la proprietà dichiara sito a ridondanza occupazionale. Alcuni dipendenti vengono messi in ferie forzate e, l’episodio più grave, chi ha partecipato allo sciopero dell’aprile scorso viene messo in cassa integrazione a zero ore. Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale dell'Umbria denuncia all’opinione pubblica questi brutali attacchi ai diritti dei lavoratori della ex Novelli che si inseriscono nel generale attacco che viene fatto negli ultimi anni al mondo del lavoro. Non possono essere solo i lavoratori a pagare i conti della crisi economica e degli errori della classe dirigente. In questi giorni stiamo vivendo il tentativo maldestro del governo di reintrodurre i buoni lavoro cambiandogli il nome in buoni del lavoro utilizzabili per le famiglie e le piccole imprese. Un milione e trecentomila cittadini italiani avevano firmato per votare al referendum della Cgil sui voucher e solo un mese fa un decreto del Governo aveva abolito i buoni lavoro. Oggi quei cittadini sono stati privati del diritto di esprimersi e sono stati presi in giro con la reintroduzione dei buoni lavoro. Un imbroglio premeditato, una meschina rivincita di coloro che il 4 dicembre scorso hanno vista bocciata una improbabile riforma costituzionale da venti milioni di Italiani. La nostra Costituzione riserva un ruolo molto importante al lavoro. Dall’Art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, all’art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto" …agli articoli 35, 36, 37, 38: “Lo Stato tutela il lavoro in tutte le sue forme". Fino ad arrivare all’articolo 40: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano (…)". Siccome si tratta di un diritto, l’astensione dal lavoro per aderire ad uno sciopero organizzato non può essere considerata inadempienza contrattuale e di conseguenza lo scioperante non può essere perseguibile penalmente e non può essere licenziato o chiamato a pagare i danni”. Più chiaro di così. Quello che sta avvenendo alla Alimentitaliani è gravissimo. C’è un attacco ai diritti dei lavoratori che va respinto da tutte le forze politiche, dai sindacati e dall’opinione pubblica dell’Umbria intera. La nostra Costituzione è la strada maestra della nostra comunità nazionale. Va rispettata e applicata non smantellata per egoismi e interesse di parte.
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale dell'Umbria
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