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Villa Pitignano: un buon risultato
Ma l'unica soluzione, da sempre prospettata e risolutiva, è quindi la delocalizzazione dell'impianto, lontano dal centro abitato e da ricettori sensibili,

Agriflor si vede bocciare il progetto di ridimensionamento delle potenzialità di lavorazione rifiuti - da 54.000 tonnellate/annue a 27.000 tonnellate/annue - anche dalla Regione, non solo dal Comune di Perugia con deliberazione preconsiliare n. 40 del 01/06/208 e deliberazione consiliare n. 59 del 11/06/2018. Tuttavia, in data 11 giugno 2018, ha presentato istanza di valutazione d'impatto ambientale del progetto di adeguamento alle Bat (migliori tecnologie disponibili).

Il "Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano Bosco Ramazzano" prende atto delle determinazioni degli Enti, che, in Conferenza di Servizi, il 12 giugno 2018, hanno finalmente espresso legittimo diniego a tale progetto di ridimensionamento, bocciando la contestuale variante al Piano regolatore. Si auspica che ciò non si riveli un mero "contentino" volto all'approvazione del più grande progetto di trattamento rifiuti in ambiente confinato, che si presume di adeguamento alle Bat, quando l'impianto ricade nel centro abitato di Villa Pitignano e il suo esercizio rende l'area invivibile per le intollerabili emissioni maleodoranti e il transito dei mezzi che trasportano rifiuti.

Continuare ad autorizzare ivi l'impianto, significa non risolvere nemmeno i problemi, ben delineati dal Consiglio Comunale, di tutela igienico sanitaria, ambientale e persisterebbe la violazione del Piano regolatore, che classifica l'area di particolare interesse agricolo - EA1, ricadente: nella fascia di 150 metri dal fiume Tevere, nell'ambito delle "visuali ad ampio spettro", nell'ambito delle "aree di studio" art. 38 comma 8 del Ptcp, nell'ambito dell' "area di salvaguardia paesaggistica dei corsi d'acqua", nell'ambito delle "Fasce di rispetto dei corsi d'acqua e dei laghi e loro utilizzo", tra cui sono ricomprese anche le fasce di esondabilità del Pai.

L'unica soluzione, da sempre prospettata e risolutiva, è quindi la delocalizzazione dell'impianto, lontano dal centro abitato e da ricettori sensibili, in considerazione della particolarità dell'attività di compostaggio svolta, tale da essere classificata tra le industrie insalubri di prima classe.

Avv. Valeria Passeri
per



Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano Bosco Ramazzano, Fondo mondiale per la natura Perugia

Inserito mercoledì 11 luglio 2018


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