19/04/2024
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Color Glass torna a casa. Delocalizza … se ne va!
Quando sono le Associazioni, i Comitati Cittadini a dover scendere in campo, ad organizzarsi per difendere i propri diritti, la salute e la qualità della vita, …è evidente che la politica è assente e ha fallito
Una battaglia ambientale lunga tre anni, che ha visto contrapposta la politica con la p minuscola, una proprietà interessata a resistere e i cittadini, i quali chiedevano a gran voce (E ORA HANNO OTTENUTO) la tutela della loro salute e della qualità della vita, attraverso la delocalizzazione degli impianti.
Il Comitato Salute Ambiente Calzolaro Trestina Altotevere Sud, il Fondo mondiale per la natura (Wwf) di Perugia hanno da subito schierato il Loro legale, l’Avv. ambientalista Valeria Passeri, la quale ha iniziato da subito ad agire con gli strumenti di legge, avendo scoperto le lavorazioni pericolose  di questa Azienda Insalubre di I° Classe, come poi certificato dall’Istituto Superiore di Sanità.
Quello che va stigmatizzato, è che quando sono le Associazioni, i Comitati Cittadini a dover scendere in campo, ad organizzarsi per difendere i propri diritti, la salute e la qualità della vita, …è evidente che la politica è assente e ha fallito il proprio ruolo.
Nel caso specifico, hanno fallito quei politici, che non sono riusciti a tutelare i propri cittadini, a interpretarne le giuste istanze, a farsi interpreti di una politica attiva e decisionista a tutela dalla salute pubblica, ma si sono limitati ad un ruolo notarile passivo, aspettando e rincorrendo gli eventi, senza farsi parte lungimirante in favore della cittadinanza.
Ovviamente la multinazionale e la proprietà, prima di arrivare allo schianto finale, ovvero alla decisione di delocalizzare, cedendo il passo alle armi, ha posto in essere tutto il suo volume di fuoco legale, a colpi di carte bollate, ricorsi, pressioni lecite ed anche azioni risarcitorie pretestuose, chiedendo 50.000 euro di danni, ma  a nulla sono valse contro la pervicacia, la competenza e la determinazione dell’Avv. Valeria Passeri, del Comitato e del Fondo mondiale per la natura (Wwf) di Perugia, che sono oggi arrivati dopo una solitaria battaglia, all’affermazione che la tutela della salute e della qualità della vita è l’unico e primario obiettivo possibile non contrattabile, battaglia anche di principi, che come sempre accade, oggi vede salire sul carro dei vincitori, molti attori sconosciuti.
Quando ciò accade, non ci può mai essere un ricatto occupazionale da barattare né si può consentire un profitto privato e un danno pubblico a scapito di un bene primario, la salute.
La parola fine a questa annosa vicenda ha contribuito a metterla anche l’Istituto Superiore di Sanità, che correttamente afferma: è l’imprenditore che gestisce un’Industria Insalubre di prima classe che DEVE DIMOSTRARE -A SUE SPESE- CHE LE SUE LAVORAZIONI (emissioni, rumori, inquinamento, disturbo, lavorazioni e cautele) NON NUOCIONO ALLA COLLETTIVITA’.
Il resto è storia nota, evidentemente i costi d’adeguamento, di delocalizzazione degli impianti, di aggiornamento alle migliore tecnologie possibili erano insostenibili, tanto da decidere di DELOCALIZZARE e tornare, con ogni probabilità, alla casa madre di Trento.
Purtroppo (uscendo dallo specifico contesto della vicenda Color Glass), le battaglie che il Fondo mondiale per la natura (Wwf) ha spesso portato avanti in altri casi, confermano il ripetersi e la presenza di una “morale immorale”: se la proprietà di un qualsiasi impianto industriale non intende investire per migliorare le tecnologie attuali, non intende adeguarsi alle migliori tecnologie per evitare emissioni, sicurezza,  rumori ed eventuali inquinanti per continuare le proprie lavorazioni, non ritenendole più remunerativi e convenienti, allora drammaticamente ciò sta a significare che, quello che non si è speso nel tempo per la tutela della salute, della sicurezza, la qualità della vita e il rispetto del limite delle emissioni, diventa quella parte del  profitto privato di certo modo di far imprenditoria, a scapito della collettività, che non si può condividere, né tollerare.


Fondo mondiale per la natura (Wwf) Perugia (sempre dalla parte della Giustizia)

Inserito sabato 6 giugno 2020


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