08/12/2024
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Un nuovo esposto contro le esalazioni odorifere
Perché i cittadini non sono gratuitamente bellicosi verso le imprese, ma pretendono solo il rispetto del proprio diritto ad una vita salubre, serena, moralmente sana



Spett.le ARPA Umbria
E p.c. ASL Umbria 1
Spett.le  NOE
Spett.le Procuratore Manuela Comodi
Organi di Informazione giornalistica

OGGETTO: Emissioni odorifere Ditta “AGRIFLOR” Villa Pitignano.
E’ incomprensibile come anche oggi, di nuovo, ci si debba rammaricare delle pestilenziali emissioni odorifere provenienti dalla Ditta “Agriflor” di Villa Pitignano che, nonostante le ormai numerose contestazioni della Magistratura e i rilievi opposti da molti Enti pubblici preposti alla tutela della salute pubblica, tra cui – e più volte – anche codesta Arpa Umbria, continua imperterrita a lavorare in modo evidentemente non corretto, così da sversare nell’ambiente le puzze terribili che emanano dai materiali giacenti e da quelli “lavorati” e che appestano un vastissimo territorio che va da Villa Pitignano a tutta la zona Nord di Perugia, tanto da essere percepite fino a Ponte San Giovanni, ormai ai piedi del colle di Perugia!

Stamattina, dalle ore 6,45 circa e fino alle ore 9,30 almeno, non si potevano tenere le finestre aperte, non siamo potuti uscire sulla terrazza, né tanto meno abbiamo potuto, come sarebbe stato piacevole in condizioni più salubri, fare colazione sulla stessa terrazza. Niente: siamo impediti nelle più elementari situazioni che darebbero qualità alla vita, ci vediamo costretti a constatare il costante deprezzamento del valore delle nostre abitazioni, ci sentiamo pieni di vergogna se solo qualcuno viene a farci visita, e ci sentiamo impotenti a contrastare efficacemente un vero e proprio sopruso, per di più perpetrato in maniera arrogante e sprezzante del benessere collettivo, senza cioè che l’Azienda in questione abbia mai fatto nulla per rimediare al disastro che rappresenta la sua produzione rispetto all’ambiente e al territorio; anche perché di rimedi non ce ne sono, in effetti, se non, come da anni andiamo gridando purtroppo a vuoto, la delocalizzazione con successiva ricostruzione degli impianti in base alle innovazioni tecnologiche che facilmente eliminerebbero ogni problema di inquinamento, nell’aria, nell’acqua, nel suolo.

E perché questa semplice soluzione non si adotta? Perché le Istituzioni sono fin troppo compiacenti, a cominciare da codesto Ente, che dovrebbe rendersi più scrupoloso, efficiente e attivo nella lotta contro tale piaga socio-ambientale, con interventi finalmente appropriati, il che significa al momento giusto, quando la puzza “impazza”, e non quando ormai le insostenibili emanazioni si sono dissolte, tanto da offrire il destro a certificazioni assolutorie, che ignorano il problema in ossequio, ahinoi, alle esigenze dell’Azienda più che dei cittadini, di cui sembra invece disinteressarsi, nonostante le lamentele, gli esposti, le denunce, che rendono evidente l’abuso – pare – solo a chi subisce il torto ma non a chi dovrebbe contrastarlo! E che dire dell’ultima Conferenza dei Servizi della Regione del 26 maggio u.s., che sembra addirittura incoraggiare la Ditta “Agriflor” a continuare ad esercitare la propria attività come se nulla fosse, ed anzi procrastina ulteriormente ogni decisione, fornisce suggerimenti “migliorativi” e si raccomanda benevolmente che la Proprietà faccia del proprio meglio per adeguare degli impianti che sa benissimo essere inadeguabili: come è possibile, ci si chiede, che la Regione non tenga in nessun conto sentenze della Magistratura, indagini concluse del Noe (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri), analisi della stessa Arpa Umbria, oltre che, naturalmente le annose lamentele della cittadinanza, talmente ignorata da non essere neanche convocata, né in quella sede né in alcun modo, con l’unica “concessione” – del tutto inutile – di un’illustrazione pubblica dei nuovi – gli ennesimi – progetti “di adeguamento” che ha ancora una volta concesso alla Ditta di presentare.

Inutile, sì, perché – e lo ricordiamo ancora e sempre – l’Azienda “Agriflor” insiste su un territorio agricolo di pregio, dove non potrebbero affatto sorgere impianti industriali, su un territorio esondabile del Tevere, ad una distanza minima – e ben lontana dai 500 metri da norma di legge – dal Centro abitato (per ovviare al quale irrimediabile difetto l’Azienda pretenderebbe addirittura una variazione del Piano Regolatore Urbano, che ritiene evidentemente asservibile agli interessi di pochi a danno di quello dei molti, anche perché gli stessi impianti hanno abbondantemente violato quello stesso Piano regolatore!); inutile perché le lavorazioni produttive, incredibilmente variate nel tempo con autorizzazioni che continuano a far scandalo, si concentrano su materiali pestiferi (almeno, di certo, negli odori, per non dire altro!) lavorati allo scoperto o in modo irregolare, con rischio continuo di sversamenti nel suolo e nel sottosuolo, oltre che nel Tevere. E basterebbe, per questo, “annusare” il risultato finale, un composto che, quando viene estratto dai sacchi che sono commercializzati, colpisce tutti i sensi fin quasi allo svenimento!

E’ per tutti questi buonissimi motivi che il nostro grido di dolore si leva ancora una volta impetuoso, per pretendere tutela effettiva, per ridare ai cittadini fiducia nelle Istituzioni, per ripristinare legalità, sanità, serenità di vita, salute ambientale. E’ per questo che chiediamo ad Arpa Umbria interventi, né benevoli né giustizialisti, ma solo corretti e scrupolosi, nella consapevolezza che il problema esiste ed è grave e persistente e che va risolto una volta per tutte, senza concessioni impossibili ma con competenza, lucidità, rispetto dei cittadini e della salute pubblica.

Perché i cittadini non sono visionari o gratuitamente bellicosi verso le imprese, ma pretendono solo il rispetto del proprio diritto ad una vita salubre, serena, moralmente sana, nella certezza di essere protetti senza se e senza ma dalle Autorità istituzionalmente preposte a questa tutela.

Perugia, 25 giugno 2020
 



Comitato Spontaneo Antipuzza Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano


Inserito sabato 27 giugno 2020


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