Le Brasiliane lasciano l'Umbria
Hanno creato laboratori di legatoria, pelletteria, tessitura, lavorazione di legno e rame con i ragazzi disabili con i quali lavoravano. Non so quanti si accorgeranno della loro partenza, ma certo per me è un grande dispiacere
Da domani nel nostro territorio (Assisi, Bastia Umbra) non avremo più la preziosa e significativa presenza delle "Brasiliane" una comunità di circa 20 donne che hanno abitato per 25 anni ad Assisi (dal 1973 al 1998) ed a Bastiola dal 1999 ad oggi. Si trasferiscono a Roma, centro della loro comunità che fa capo alla Fondazione Lelio Basso ed al Tribunale dei Diritti dei Popoli. L'età avanzata di molte di loro ed i relativi problemi di salute le hanno costrette a questa difficile e sofferta decisione per avere maggiore assistenza, grazie ad altre persone del loro gruppo, e relative garanzie. Arrivarono in Italia quando nei primi anni '70 in Brasile imperversava una dura dittatura e la loro cultura, le loro idee e le loro azioni erano in totale contrasto con quel regime dei "Gorillas" e rischiavano di essere arrestate da un giorno all'altro, anzi sfuggirono grazie ad una soffiata. L'Italia le ha accolte generosamente, come fece anche per gli esuli cileni vittime della dittatura di Pinochet, gli ha evitato di subire il carcere e le torture come accaduto a Frei Betto, loro amico, e tanti altri. Cresciute sugli insegnamenti del pedagogista Paulo Freire e della corrente di pensiero cattolico chiamato "Teologia della Liberazione" hanno cercato nel nostro paese di agire in coerenza con questi. Ad Assisi e Bastia Umbra, ma anche a Perugia, soprattutto con la cooperativa Asad hanno svolto molte mansioni. Hanno creato laboratori di legatoria, pelletteria, tessitura, lavorazione di legno e rame dai quali con i ragazzi disabili con i quali lavoravano ci hanno regalato i tanti preziosi e particolari oggetti che abbiamo trovato anche esposti in molte occasioni in mostre ed in un negozio specifico di Assisi. Ma più ancora che di oggeti artigianali da fare si sono occupate di persone: di anziani, di malati, in particolare con problemi psichici, e di persone con disabilità e qui hanno dimostrato tutto il loro valore, per l'affetto, l'attenzione, la professionalità, l'umanità con la quale si sono relazionate con tante persone del nostro territorio e misurato l'efficacia del loro intervento. Questo nostro territorio da domani sarà più povero, non le vedremo più spostarsi a piedi come facevano per Bastia non volendo le macchine, non ci sarà più un gruppo che redistribuiva equamente l'insieme delle loro risorse in una vita di comunità che era un esempio da imitare, non ci sarà più la loro concretezza lavorativa che si univa alle ampie vedute culturali ed alla loro naturale riservatezza. Non so quanti si accorgeranno della loro partenza, ma certo per me è un grande dispiacere. Sono contento però che con le iniziative del nostro circolo culturale abbiamo portato ad Assisi e Bastia un pezzo del loro mondo e della loro cultura brasiliana. Infatti tra i tanti abbiamo portato, tra le persone a cui loro si sentivano legate, Frei Betto, P. Marcelo Barros, un rappresentante dei Sem Terra, degli Indios Kaiowa, Giulio Girardi, Raniero La Valle ecc.... Per ricordarle e salutarle metto la foto del loro presepe di questo anno, 2019, che era nella loro abitazione di Bastia Umbra. Non perdiamoci di vista.
Luigino Ciotti
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